Zeliatech e la “sostenibile” rivoluzione del valore.
A volte, per capire davvero che cosa sia un’azienda, serve guardarla non nel giorno in cui nasce, ma un anno dopo, quando le ambizioni iniziali hanno già incontrato la realtà del mercato, delle persone, dei clienti. Nel caso di Zeliatech, la newco green del Gruppo Esprinet, questo primo anno di vita è stato tutto fuorché ordinario. È stato un anno di ridefinizione, di scoperta, di aggiustamenti e soprattutto di consapevolezza: quella di essere entrati in un settore che non è solo un business, ma un cambio di paradigma.
Quando Zeliatech venne presentata, l’obiettivo era chiaro: creare una struttura capace di portare tecnologia e sostenibilità sullo stesso piano, costruendo un ponte tra competenze ICT e soluzioni per la transizione ecologica. L’articolo che ne annunciava la nascita raccontava bene questa volontà di presidiare un mercato “adiacente” ma in forte espansione, in cui digitale e green avrebbero finalmente smesso di essere due mondi paralleli per diventare un’unica traiettoria strategica.
A distanza di un anno, ascoltando le parole di Sergio Grassi, Country Manager di Zeliatech, questa traiettoria è diventata un racconto molto più concreto.
Il distributore che non vuole più essere solo un distributore
Raccontare cosa sia Zeliatech oggi significa prima di tutto capire come è cambiata l’idea stessa di “distributore”. Se per decenni la distribuzione è stata sinonimo di volumi, logistica e margini sottili, la sostenibilità sta ribaltando completamente il tavolo.
Lo dice chiaramente Grassi: essere distributori nel green tech non può ridursi a spedire prodotti. Perché il fotovoltaico, le pompe di calore, la mobilità elettrica, i data center a basso impatto non sono semplicemente oggetti: sono sistemi. Richiedono progettazione, installazione, manutenzione, formazione. Richiedono di saper rispondere a domande che vanno dalla normativa locale alla resa energetica, dal design impiantistico al ritorno economico.
È qui che Zeliatech ha costruito la propria identità. Non “solo” tre business unit — fotovoltaico ed e-charging, green data center, smart building — ma un livello di competenza trasversale che accompagna il partner dalla scelta del prodotto all’assistenza, passando per la progettazione. Un terzo del team è composto da tecnici e ingegneri. Non esattamente la fotografia classica di un distributore.
Questa trasformazione non è un dettaglio: è il cuore della rivoluzione che Zeliatech porta nel mercato.
Le imprese italiane hanno capito la sostenibilità, ma non la sua urgenza
Uno dei passaggi più interessanti dell’intervista è la lucidità con cui Grassi descrive il rapporto delle aziende italiane con il tema della sostenibilità. La consapevolezza c’è — «un buon 8 su 10» — ma manca ancora la percezione del tempo.
La transizione ecologica non è più un’opzione, né un orizzonte. È una scadenza. E la digitalizzazione è la condizione per renderla possibile.
Da qui nasce la missione di Zeliatech: Accelerare. Accelerare la generazione di energia pulita. Accelerare l’efficientamento. Accelerare la maturità del mercato. Non solo come fornitori, ma come accompagnatori
Dove sta andando davvero il mercato: il racconto dal “campo”
C’è un punto in cui l’intervista di Grassi si allontana dai discorsi astratti e diventa fotografia del mercato reale. È quando parla di ritorno dell’investimento:
Eppure, dice Grassi, questa consapevolezza non è ancora diffusa.
È esattamente qui che un distributore come Zeliatech cambia ruolo: da “catalogo di prodotti” a interprete dell’economia energetica. È un cambiamento culturale prima che commerciale.
I partner: un ecosistema in evoluzione
Un altro elemento che emerge dopo un anno di attività è la complessità dell’ecosistema. Nel mondo ICT i ruoli erano chiari: vendor, distributore, reseller, cliente. Nel green tech questi confini si scompongono.
L’installatore elettrico entra in relazione con la rete del distributore.
Il system integrator ICT lavora accanto al termoidraulico.
Il vendor fotovoltaico entra nelle dinamiche della mobilità elettrica.
Zeliatech si trova nel mezzo di un incrocio di professionalità che non erano abituate ad incontrarsi. La sua funzione è renderle parte di un’unica filiera sostenibile e coerente.
Le nuove sfide: termoidraulica, smart building e l’Europa
La sostenibilità non è mai un mercato statico. Negli ultimi mesi Zeliatech ha consolidato accordi con brand di primo piano soprattutto nell’ambito delle pompe di calore, del condizionamento e della domotica — ambiti che fino a un anno fa non erano necessariamente nel DNA del gruppo Esprinet.
Questa espansione non è casuale: lo smart building sarà il terreno competitivo del 2026. E Zeliatechvuole arrivarci come piattaforma completa, capace di generare energia, consumarla meglio e integrarla in modo intelligente.
A tutto questo si aggiunge l’acquisizione di VAMAT, realtà attiva in Benelux e Irlanda, che apre la strada alla presenza europea. Non più solo distribuzione, ma copertura territoriale. Non più solo Italia, ma un continente intero che sta accelerando sulla transizione ecologica.
Un anno dopo: cosa è diventata davvero Zeliatech
A dodici mesi dalla sua nascita, Zeliatech è diventata una cosa molto semplice e allo stesso tempo molto rara: un distributore che ha accettato di cambiare pelle.
È un’azienda che ha capito prima di altre che la sostenibilità non è un settore, ma un linguaggio nuovo. Che servono tecnici, formazione, servizi, ingegneri, consulenza, non solo magazzino. Che la transizione ecologica non è soltanto un dovere etico, ma un’opportunità economica gigantesca — per chi la sa leggere.
La rivoluzione del valore di Zeliatech sta tutta qui: nel passaggio da vendere prodotti a costruire futuro.








