I linguaggi di programmazione sono il telaio di qualunque oggetto tecnologico. Un pezzo di ferro, l’hardware, senza un cervello, sarebbe solo un (inutile) pezzo di ferro. Da quando esiste l’informatica, il software è un pilastro imprescindibile della sua evoluzione. E il software, ciò che fa funzionare un computer, un’automobile, un macchinario industriale o un servizio basato sul web, è un pacchetto di file di testo che contengono migliaia di linee di codice. Un codice basato su un certo linguaggio di programmazione.

Cosa sono i linguaggi di programmazione oggi

Lo sviluppatore realizza il software seguendo la sintassi del linguaggio di programmazione scelto. Ne segue le regole, costruisce routines e moduli integrabili, scrivendo realmente le strisce di testo con istruzioni e comandi. Una volta che l’elaborato è pronto, un programma apposito si occuperà di segnalare gli errori e “compilarlo” per renderlo comprensibile all’hardware su cui si eseguirà.

È vero anche che le nuove generazioni di programmatori forse faticano di meno rispetto ai loro predecessori. La realizzazione di un modulo software oggi, infatti, è più simile alla costruzione di un prefabbricato che a una villetta. Si scrive sempre meno codice e si progetta e si assemblano sempre più blocchi preconfezionati.

Ma è altrettanto vero che conta ancora tanto la capacità di leggere tra le righe di codice. Per stanare un bug, per esempio, o per una modifica e una personalizzazione non prevista da un blocco standard. Ed è più che mai importante essere in grado di individuare gli errori di programmazione, che possono portare danni irreparabili, come nel caso della recente vulnerabilità Log4Shell.

Situazioni simili, purtroppo, non sono rare. E questo perché tanto, troppo, hardware è ancora regolato da programmi realizzati nel secolo scorso e mai riscritti. Un esempio sono i bancomat, un altro sono i macchinari industriali, oggetti non propriamente poco significativi.

Ecco che assume particolare valore un nuovo scenario per un novello programmatore software. In primo luogo, mettere mano a software e firmware del secolo scorso, quando possibile, per correggerli e modernizzarli. Inoltre, visto che gli errori nel software sono miele per i cybercriminali, da qualche anno a questa parte si sta facendo largo un modo nuovo di progettare software. La modalità DevOps è una sorta di work-in-progress perenne a carico di una comunità di sviluppatori. Attraverso un dialogo continuo tra i programmatori e chi agisce sul software si sviluppa un software o un servizio con l’intenzione di un miglioramento continuo, senza bloccarne l’attività. Ciò permette di intercettare bug e malfunzionamenti e di mettere in sicurezza l’infrastruttura It che usa il software. Ciò anche grazie all’approccio secure-by-design, ovvero disegnare il software secondo solidi parametri di sicurezza.

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I linguaggi di programmazione 2022: la classifica

Come per tutte le classifiche dei linguaggi di programmazione che abbiamo pubblicato negli anni, ci affidiamo ai dati affidabili e aggiornati di Tiobe.

Nel Tiobe Index, gli analisti dell’azienda specializzata nella valutazione della qualità del software confermano la vittoria di Python come linguaggio di programmazione del 2021 per il secondo anno consecutivo. Il premio viene assegnato al linguaggio di programmazione che ha scalato più posizioni in classifica. Mentre la classifica non considera solo la mera diffusione, ma tiene conto anche di altri parametri per definire un rating.

E, attenzione, stiamo parlando di ricerche sui principali motori. Ciò significa che Java, per esempio, magari non è più nella testa degli sviluppatori semplicemente perché non ha subìto aggiornamenti.

Il linguaggio Python, nonostante alcuni limiti, si dimostra così particolarmente amato dagli sviluppatori. Adottato da Google, YouTube, Instagram, Reddit, Spotify, Netflix e Dropbox, tra gli altri, Python è molto diffuso anche nei contesti di Data Analytics e in ambito universitario.

Python è partito dalla terza posizione dell’indice Tiobe, dietro Java e C, e ora ha un rating più alto dell’1 per cento rispetto agli altri. Se è vero che il record assoluto di Java del 26,49% nel 2001 è lontano (Python 13,58% di rating), Python ha tutto per diventare il linguaggio di programmazione standard de facto. Gli analisti di Tiobe sono convinti che la marcia trionfale di Python non si fermerà presto.

Chi sale e chi scende in classifica e perché

Esistono dei contendenti per Python? Secondo le variazioni presenti in classifica Swift, Go, Rust, Kotlin sono gli unici linguaggi che continueranno a crescere in classifica nell’arco del 2022.

Mentre, al contrario, il linguaggio C e Java sono gli unici della top 20 che subiscono una flessione dell’indice superiore a un punto percentuale. C, in particolare, registra un -5%. Ma c’è da ricordare, a difesa del padre dei linguaggi di nuova generazione che compirà 50 anni nel 2022, che nella lista sono presenti diversi suoi figli.

linguaggi di programmazione classifica 2022

Ma perché Go, Swift e Rust, insieme a Kotlin, si confermano promettenti?

Go o Golang. È il linguaggio di programmazione open source introdotto da Google nel 2009. Sembra essere particolarmente apprezzato dagli sviluppatori poiché è un’ottima combinazione delle migliori caratteristiche di Python, JavaScript e dei linguaggi per la programmazione funzionale.

È chiaro, pulito e rende facile la vita degli sviluppatori. Inoltre, presenta un interessante e innovativo processo di gestione delle attività del kernel che permette di far respirare il processore oberato da continue richieste di elaborazione. Tra i big che lo hanno adottato con successo, Uber, che gestisce le prenotazioni in app con Go.

Swift. È il linguaggio di programmazione a oggetti utilizzato su piattaforme Apple. Raggiunta la versione 5.2 sotto licenza open-source è disponibile per sistemi della Mela e per Linux e si dimostra anche lui particolarmente versatile, veloce e facile da utilizzare. Perfetto, per esempio, per sviluppare giochi mobile 2D responsive.

Rust. Amazon, Microsoft e Google hanno da qualche anno messo gli occhi su Rust. Per ora, nella classifica di Tiobe Rust occupa il 26mo posto con un rating dello 0,50%. Ma la creazione della Rust Foundation, che di fatto lo svincola dal suo papà Mozilla, e il suo utilizzo da parte delle Big Tech ci potrebbe riservare sorprese.

Nato come alternativa a C e C++ con l’idea di migliorarli soprattutto nella gestione più sicura della memoria, Rust continua a farsi apprezzare sempre di più dagli sviluppatori: vedremo se il monitoraggio di Tiobe nell’arco del 2022 lo confermerà.

Kotlin. Il più giovane tra tutti, è stato rilasciato dal team dell’azienda JetBrains nel 2011. Si basa sulla Java Virtual Machine e si ispira ad altri linguaggi come Scala, Java stesso, Pascal, Go e F#. Chi lo ha sviluppato motiva la scelta con una piena interoperabilità con l’ambiente Java, superandone limitazioni e criticità.

Le previsioni per il 2022

In definitiva, su quale linguaggio di programmazione dovrebbe puntare uno sviluppatore in erba? O uno sviluppatore già affermato che non vuole perdere il treno dei nuovi trend di mercato?

Da una parte non abbandonare la “strada vecchia” di Python può essere una garanzia. Così come sarebbe da folli non continuare a lavorare su Java. D’altro canto, puntare sulle nuove leve, magari scegliendone una, può rappresentare una grande opportunità.

C’è anche da ricordare che una forte competenza su uno dei linguaggi di programmazione “monstre” rappresenta uno scivolo verso la comprensione dei nuovi linguaggi, spesso molto simili ai big.

Infine, come già segnalato in apertura, nel 2022 la grande opportunità per la professione del programmatore è la capacità di analizzare, correggere, rielaborare e rendere sicuro il software già presente. L’esigenza attuale, per i servizi su cloud ma soprattutto nell’ambito IIOT (Industrial Internet of Things), è di modernizzare i vecchi firmware delle macchine di produzione per metterli in sicurezza.

Si tratta di un lavoro artigianale che presenta diverse problematiche poiché molti firmware sono vecchi di decine di anni ed è impossibile rimetterci le mani. E l’hardware stesso non sarebbe in grado di comprendere le nuove generazioni di programmi. Ma è un lavoro da fare assolutamente se si vuole aspirare a un IoT sicuro e protetto. E se si vuole evitare investimenti in nuovo hardware che, in contesti come il manufacturing, sarebbero ingenti.

I linguaggi di programmazione più diffusi: la classifica 2022 ultima modifica: 2022-01-07T09:37:10+01:00 da Valerio Mariani

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