Cyber Resilience cos’è, perchè è diventata strategica e come applicarla oggi
Negli ultimi anni il concetto di sicurezza informatica ha subito una profonda trasformazione. Se in passato proteggere i sistemi significava principalmente prevenire gli attacchi, oggi le aziende devono accettare una realtà diversa: gli incidenti informatici, in particolare quelli ransomware, non sono più un’eventualità ma una certezza statistica. È in questo contesto che nasce e si afferma il paradigma della cyber resilience, un approccio evoluto che va ben oltre il semplice backup dei dati.
Cyber resilience significa garantire la continuità del business anche dopo un attacco, assicurando che i dati siano non solo salvati, ma anche integri, sicuri e immediatamente ripristinabili. Come sottolinea Michela Vanni, Product Specialist Veeam at Computer Gross, “salvare i dati non basta ormai: bisogna avere la certezza che siano disponibili e affidabili anche dopo un attacco ransomware”.
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Dal backup alla cyber resilience: un cambio di prospettiva
Per molto tempo il backup è stato considerato il pilastro della protezione dei dati. Tuttavia, l’aumento delle minacce sofisticate ha dimostrato che avere una copia dei dati non garantisce automaticamente la ripartenza operativa. I backup possono essere corrotti, cifrati o contenere malware latenti pronti a riattivarsi durante il ripristino.
La cyber resilience introduce quindi una nuova prospettiva: non si tratta solo di recuperare i dati, ma di ripartire velocemente e in sicurezza, riducendo al minimo il tempo che intercorre tra l’incidente e il ritorno alla piena operatività. È proprio la velocità di reazione, come evidenzia Michela Vanni nell’intervista (qui anche la guida sul backup in cloud), a fare la differenza tra una semplice interruzione e un danno economico e reputazionale significativo.
Le regole fondamentali per applicare la cyber resilience
Applicare una strategia di cyber resilience efficace richiede un approccio strutturato e tecnologicamente avanzato. È necessario innanzitutto avere piena visibilità sull’infrastruttura, indipendentemente dal fatto che i workload siano fisici, virtuali o in cloud. A questo si affianca la capacità di individuare tempestivamente comportamenti anomali e potenziali minacce, prima ancora che possano compromettere i sistemi.
Un altro elemento cruciale è la certezza del ripristino. Ripartire rapidamente non è sufficiente se i dati recuperati sono infetti o incompleti. Per questo la cyber resilience moderna si basa su analisi avanzate, automazione e, sempre più spesso, sull’intelligenza artificiale, in grado di identificare i punti di ripristino realmente sicuri.
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Veeam Data Platform v13: un modello di cyber resilience concreta
In questo scenario si inserisce Veeam Data Platform v13, una soluzione che rappresenta un esempio concreto di come la cyber resilience possa essere implementata in modo efficace. La piattaforma è progettata per proteggere ambienti eterogenei e garantire la mobilità dei workload, semplificando la gestione dei dati tra infrastrutture on-premises, virtuali e cloud.
Con la versione 13, Veeam ha rafforzato in modo significativo le proprie funzionalità orientate alla cyber resilience. Pur non essendo un vendor di security in senso tradizionale, Veeam sfrutta la propria profonda conoscenza dei dati per intercettare i malware già nelle fasi di backup e ripristino. L’integrazione dell’intelligenza artificiale, ulteriormente potenziata dall’acquisizione di tecnologie specializzate in Security AI, consente di analizzare i dati in tempo reale, rilevare attività sospette e segnalare automaticamente le criticità operative.
Come spiegato da Michela Vanni, uno degli aspetti più rilevanti è la possibilità di accelerare i ripristini in modo sicuro. Funzionalità come l’Instant Recovery permettono di riavviare rapidamente i sistemi, ad esempio in ambienti cloud come Azure, con la certezza di utilizzare dati non contaminati. Questo approccio riduce drasticamente il downtime e consente alle aziende di tornare operative senza compromessi sulla sicurezza.
Il valore della collaborazione tra Veeam e Computer Gross
La tecnologia, da sola, non è sufficiente. Per trasformare una soluzione avanzata in una strategia di cyber resilience realmente efficace è fondamentale poter contare su competenze, supporto locale e una profonda conoscenza del mercato. È qui che entra in gioco la collaborazione tra Veeam e Computer Gross.
Computer Gross mette a disposizione dei partner un team dedicato, con competenze sia tecniche sia commerciali, in grado di supportare l’integrazione di Veeam Data Platform v13 nelle infrastrutture esistenti. Questa sinergia unisce l’eccellenza tecnologica di Veeam all’esperienza pluriennale di Computer Gross nella protezione dei dati, creando un ecosistema capace di accompagnare le imprese nella costruzione di una cyber resilience solida, flessibile e conforme alle esigenze normative.
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Cyber resilience come leva strategica per il business
La cyber resilience non è più un tema esclusivamente IT, ma una vera e propria leva strategica per il business. Garantire la continuità operativa, proteggere i dati critici e ridurre l’impatto degli incidenti informatici significa tutelare il valore dell’azienda nel lungo periodo.
Come emerge chiaramente dalla voce di Michela Vanni, oggi le organizzazioni che vogliono essere realmente resilienti devono adottare un approccio evoluto, che unisca tecnologia avanzata, velocità di risposta e competenze specialistiche. Soluzioni come Veeam Data Platform v13, supportate da partner qualificati come Computer Gross, rappresentano un punto di riferimento concreto per affrontare le sfide della sicurezza digitale contemporanea e trasformare la cyber resilience da concetto teorico a vantaggio competitivo reale.








