Nei giorni scorsi nel cuore del Global Cloud Data Center di Aruba a Ponte San Pietro, uno degli spazi più “iconici” dell’innovazione e della trasformazione digitale in Italia, Smeup ha riunito clienti, partner e protagonisti del mondo ICT per raccontare come sta cambiando il cloud e quale sarà la direzione delle imprese nei prossimi anni. Ma c’è di più, l’obiettivo di una simil eccellenza tecnologica italiana era mettere su strada un approccio organico, completo, trasversale e compatto all’accelerazione digitale in atto. Un approccio che proprio Smeup può e sa mettere su strada grazie ad un Gruppo eterogeneo, integrato e denso di competenze di altissimo livello.

Una giornata intensa, immersiva, che ha messo al centro un concetto chiave: il futuro non è soltanto “in cloud”, ma in un cloud sicuro, sovrano e capace di alimentare applicazioni e intelligenza artificiale. È proprio su questo asse –Fondamento, Motore, Evoluzione – che si è sviluppato il percorso narrativo dell’evento, come è stato chiarito sin dalle prime battute e dall’introduzione.

Un cloud che non è più quello di una volta

Idea e pratica di una giornata così attesa e preziosa era proprio raccontare il cambiamento radicale del mercato digitale, dalle pressioni sulla cybersecurity fino al tema della sovranità dei dati, evidenziato anche nelle prime battute della giornata. Le aziende si trovano oggi a operare in un contesto in cui gli attacchi informatici crescono e i dati diventano sempre più critici. I ricercatori Clusit, ad esempio, hanno evidenziato un incremento del 35% degli attacchi globali nel 2025 e del 15% in Italia, con l’80% delle violazioni rese possibili da errori umani e phishing e ancora con oltre l’80 % di questi attacchi responsabili di danni critici dalla continuità del business delle imprese colpite.

In questa cornice, la sfida principale è duplice: sapere dove risiedono i propri dati e come vengono gestiti. Per questo Smeup ha scelto proprio il data center Aruba come luogo simbolico, una delle region in cui risiede fisicamente la loro infrastruttura Secure Cloud.

La visione di Smeup: proprietà intellettuale, cloud e intelligenza artificiale

Ad aprire poi le danze è stato Dario Vemagi, General Manager di Smeup, per raccontare il nuovo corso del gruppo e l’evoluzione del piano industriale, basato su tre pilastri: proprietà intellettuale, cloud e A.I. Come spiega nell’intervista, per sSmeup proprietà intellettuale significa software ma anche competenze, processi e capacità di sviluppare infrastrutture e servizi evoluti. Il cloud è definito come l’attore principale del futuro dell’azienda, mentre l’intelligenza artificiale è vista come un elemento trasversale destinato a entrare nei prodotti, nei dati e nei processi dei clienti.

Vemagi ha delineato anche la dimensione del gruppo: 22 sedi in Italia, 98,7 milioni di ricavi nel 2024, oltre 700 collaboratori e 2.600 clienti attivi. Un gruppo, un ecosistema, un’a eccellenza italiana nel cuore della trasformazione digitale.

Il Fondamento: Smeup Secure Cloud

La prima parte dell’evento è stata dedicata al “Fondamento”: l’infrastruttura. 
Gianluca Pellegrini, General Manager Smeup.ICS ha illustrato lo scenario competitivo e le difficoltà che le aziende devono affrontare: dalla gestione dei dati alla crescente complessità tecnologica, dalla carenza di competenze specialistiche a un mercato sempre più volatile.

A questo scenario risponde Smeup Secure Cloud, posizionato come soluzione completa per governare la tecnologia e liberare tempo e risorse per il business. Una piattaforma costruita su tre asset fondamentali: architetture solide, competenze specialistiche e servizi gestiti.

Maurizio De Paoli Alighieri, Operations Manager della divisione ICS, ha svelato come è costruita l’architettura: data center italiani e certificati, tra cui Aruba a Ponte San Pietro, Data4 a Milano e Herabit a Imola, ognuno con precise caratteristiche di ridondanza e affidabilità. Un cloud multi-region, progettato su tecnologie open source e repository dati italiani, affiancato da sistemi di sicurezza attiva europei.

Gianpiero Ciola, Offering Manager della divisione ICS di Smeup ha infinepoi mostrato come questi elementi si trasformano in servizi concreti: progettazione personalizzata, gestione end-to-end, supporto interno in lingua italiana, protezione attiva 24/7, backup e disaster recovery.

Il racconto del caso Diachem, con l’intervista all’IT Manager Francesca Ricci, ha portato testimonianza reale del passaggio da infrastruttura on-premise a cloud gestito. Ricci ha spiegato come la sfida principale fosse proprio la gestione interna dell’infrastruttura e come la migrazione, grazie al supporto Smeup, sia stata affrontata con metodo e senza frizioni, mettendo in luce la continuità del servizio e la fluidità del passaggio.

Il Motore: il SaaS come leva di innovazione

Dopo l’infrastruttura, l’evento si è spostato sul secondo pilastro: il software applicativo. 
Stefano LanciniOffering Manager della divisione BSA di Smeup e Matteo Baroni, Product General Manager di Smeup hanno presentato la strategia SaaS del Gruppo Smeup, evidenziando come l’azienda lavori fianco a fianco con Gartner per progettare soluzioni enterprise in linea con il modello di piattaforma modulare illustrato nelle slide.

Il passaggio dal prodotto monolitico alla piattaforma modulare, secondo Smeup, permette di ridurre personalizzazioni, accelerare il valore per il cliente e rendere i sistemi più intelligenti e integrati. Il cloud diventa qui un abilitatore essenziale: è nel Secure Cloud che le innovazioni applicative vengono rilasciate prima e con maggiore continuità.

L’Evoluzione: l’intelligenza artificiale applicata al business

La terza parte dell’evento è stata dedicata al tema più atteso: l’intelligenza artificiale. Antonio Giarrusso, Head of A.I. at Smeup ha introdotto il percorso evolutivo dell’A.I. secondo Smeup: dalla gestione intelligente dei dati, all’assistenza aumentata, fino agli agenti A.I. che automatizzano i processi.

Giarrusso ha raccontato l’evoluzione di Userbot, la piattaforma A.I. di gruppo, nata nel 2017 e oggi capace di costruire e orchestrare interi team di agenti intelligenti, integrati con ERP, CRM, ticketing e sistemi aziendali. Una tecnologia progettata in Italia ma con una visione globale, che affronta quattro sfide critiche: governance, integrazione, sicurezza e continuità operativa.

La piattaforma Userbot 3.0, come mostrato durante la demo, permette di collegare i dati aziendali, definire il comportamento degli agenti, integrarli nei processi e monitorarne le performance con totale trasparenza. 

L’intervento si è concluso con la risposta a una domanda cruciale: secondo Giarrusso, il più grande fraintendimento sull’A.I. generativa è considerarla una “scatola magica”:. Senza dati affidabili, governance e integrazione reale nei processi, l’A.I. non porta valore. È un messaggio perfettamente coerente con il filo rosso dell’intero evento.

Dalla teoria alla pratica: la visita al data center

La giornata si è chiusa con la visita guidata al data center Aruba, organizzata in gruppi, per vedere da vicino come nasce la sovranità digitale. Una tappa fondamentale, come ha sottolineato Gianluca Pellegrini nell’intervista video, perché permette alle aziende di capire fisicamente perché portare applicazioni e dati in una struttura di questo livello sia un vantaggio competitivo reale.  .

Cosa devono fare ora le aziende

In chiusura Dario Vemagi ha indicato alle imprese italiane cosa devono fare a partire da domani.… La risposta, coerente con l’intera giornata, ha previsto un percorso progressivo: partire dall’infrastruttura, mettere a terra una governance chiara dei dati, scegliere applicazioni evolute e abilitare l’A.I. solo quando il fondamento è solido.

Il futuro, è stato il messaggio condiviso, non è un salto ma un viaggio. E il viaggio passa attraverso infrastruttura sicura, applicazioni intelligenti e intelligenza artificiale governata.

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«Il futuro non è solo “in” cloud. Il futuro è “dove deve” essere il cloud». Smeup e una nuova, necessaria, idea di rivoluzione digitale ultima modifica: 2025-12-01T12:30:00+01:00 da Marco Lorusso

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