Data resilience cos’è, a cosa serve e perchè oggi è bene saperlo. Come passare dal backup alla strategia e come cambia la protezione dei dati nel cloud. La guida definitiva e uno straordinario evento streaming.

Errori, ransomware e interruzioni di servizio impongono un nuovo approccio alla gestione delle informazioni aziendali. Con Veeam Data Cloud e l’integrazione con Microsoft, la resilienza diventa parte del ciclo di vita dei dati. Se ne parla il 3 dicembre in un webinar dedicato

In un’economia sempre più digitale, la resilienza dei dati è la condizione minima di sopravvivenza per qualsiasi organizzazione.
Gli attacchi informatici, gli errori umani e le interruzioni di servizio non sono più eccezioni ma variabili strutturali, da cui dipendono produttività, reputazione e fiducia.
Garantire la continuità dei dati significa garantire la continuità del business: non solo proteggere l’informazione, ma assicurare che resti accessibile, intatta e ripristinabile in ogni momento. È questo il perimetro della data resilience, una frontiera che richiede competenze, strategia e un nuovo modo di pensare l’infrastruttura IT.

In sintesi estrema, la data resilience è  la capacità di un’organizzazione di garantire la disponibilità, l’integrità e la recuperabilità dei propri dati anche in condizioni di crisi.
Se la sicurezza serve a impedire l’attacco, la resilienza serve a continuare a operare anche quando l’attacco riesce. È la differenza tra subire un evento e saperlo gestire, tra fermarsi e ripartire. E soprattutto, tra perdere fiducia e consolidarla.

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Dati sempre più sotto pressione

Il punto è chiaro: oggi i dati non si limitano a supportare il business. Sono essi stessi il business. O per lo meno ne sono al core. Dalle supply chain digitalizzate ai servizi in tempo reale, dal manufacturing connesso alla sanità basata sull’analisi predittiva, l’intera economia si fonda sulla disponibilità costante di informazioni puntuali e affidabili.
Ma tanto più un dato è distribuito, tanto più è esposto. L’aumento degli ambienti multi-cloud e ibridi, la diffusione del lavoro remoto e l’espansione delle superfici d’attacco hanno reso la protezione delle informazioni un esercizio complesso, che richiede visibilità, automazione e governance.

Gli attacchi ransomware, in particolare, rappresentano la minaccia più evidente. Negli ultimi report di settore, oltre il 70% delle aziende ha dichiarato di aver subito almeno un tentativo di cifratura dei propri dati nell’ultimo anno. In molti casi, i criminali mirano non più solo ai sistemi produttivi, ma anche ai backup, con l’obiettivo di renderne impossibile il ripristino.

A questo si aggiungono rischi meno visibili ma altrettanto dannosi: errori di configurazione nei servizi cloud, disastri naturali che colpiscono i data center, interruzioni di connettività e persino errori banali di cancellazione o sovrascrittura dei file.
Di fronte a questa molteplicità di minacce, la resilienza dei dati non è più un tema tecnico riservato all’IT: è un fattore di governance, una misura di maturità aziendale e di responsabilità verso clienti e stakeholder.

Costruire la data resilience: principi e priorità

La resilienza dei dati si fonda su quattro dimensioni fondamentali: protezione, disponibilità, integrità e recupero.
Ogni organizzazione deve poter assicurare che i propri dati siano difesi da minacce interne ed esterne, sempre accessibili agli utenti legittimati, privi di alterazioni e recuperabili in tempi compatibili con la continuità operativa.

Raggiungere questo equilibrio richiede una strategia articolata. Tra i principi ormai consolidati si trovano:

  • la regola 3-2-1-1-0, che prevede più copie dei dati, distribuite su supporti diversi, una delle quali immutabile e isolata (“air-gapped”);
  • l’automazione dei processi di backup e verifica, per evitare errori manuali e garantire copie sempre integre;
  • la segmentazione dei workload, per stabilire priorità di ripristino in base all’importanza delle applicazioni;
  • la definizione di obiettivi chiari di Recovery Point Objective (RPO) e Recovery Time Objective (RTO), per misurare tempi e tolleranza alle interruzioni.

Tutto ciò, però, non può prescindere da un’infrastruttura capace di integrare cloud, on-premise e ambienti SaaS in un unico modello operativo, scalabile e sicuro.

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Veeam Data Cloud: data resilience e controllo nel mondo ibrido

È questa la direzione nella quale si inserisce Veeam Data Cloud, la piattaforma SaaS che estende la protezione dei dati aziendali al cloud in modo nativo.
Progettata per ambienti multi-cloud e ibridi, la piattaforma combina backup, recovery, intelligenza e sicurezza in un unico ecosistema, semplificando la gestione e rafforzando le difese contro ransomware e perdite accidentali.

L’approccio si basa sul principio di Zero Trust Data Resilience (ZDTR): nessuna risorsa, nemmeno un backup, è considerata intrinsecamente sicura. Ogni accesso è autenticato, verificato e limitato da policy granulari. I backup vengono resi immutabili e isolati, proteggendoli da modifiche o eliminazioni non autorizzate, e la loro integrità è costantemente monitorata.

Tra i componenti principali spiccano:

  • Veeam Data Cloud Vault, servizio gestito di archiviazione sicura che garantisce protezione e conservazione dei backup in ambienti cloud verificati;
  • integrazione nativa con Microsoft 365 e Azure, per gestire la resilienza dei dati anche nei servizi SaaS più diffusi;
  • dashboard di analisi e threat intelligence in tempo reale, che consentono di individuare anomalie, valutare i rischi e ottimizzare i processi di recovery;
  • scalabilità automatica dei workload, senza necessità di gestire infrastrutture complesse o costose.

In questo modo, la resilienza diventa parte integrante del ciclo di vita dei dati, non un intervento d’emergenza. Le imprese possono concentrarsi sulla continuità dei servizi e sulla fiducia degli utenti, sapendo di poter contare su una base tecnologica solida e verificabile.

Appuntamento al 3 dicembre: strategie e best practice per la data resilience nel cloud

Questi temi saranno al centro del webinar “Massimizzare la resilienza dei dati con Veeam Data Cloud”, in programma martedì 3 dicembre 2025 dalle 11.00 alle 12.30 CET.
L’evento, organizzato da Veeam in collaborazione con Microsoft, offrirà una panoramica completa sulle sfide e le soluzioni più attuali per la protezione dei dati in ambienti cloud e ibridi.

Durante la sessione verranno approfonditi:

  • i trend più recenti e le minacce emergenti legate alla gestione dei dati nel cloud;
  • il funzionamento e i vantaggi di Veeam Data Cloud, con focus sull’integrazione con Azure e Microsoft 365;
  • le best practice per costruire strategie di backup e recovery efficaci e conformi alle normative europee;
  • una demo live delle funzionalità principali e una sessione di domande e risposte con esperti tecnici di Veeam e Microsoft.

L’evento streaming (qui i dettagli per partecipare) è rivolto a CIO, IT manager, responsabili della sicurezza e system administrator interessati a rafforzare la protezione dei dati e a sviluppare strategie di resilienza basate su standard riconosciuti a livello internazionale.

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Data resilience, dal backup alla strategia: come cambia la protezione dei dati nel cloud ultima modifica: 2025-11-13T15:38:03+01:00 da Miti Della Mura

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