AI e cybersecurity, la sfida bivalente delle imprese. Gli analisti, italiani e internazionali, sul punto sono concordi: 
il 2025 è l’anno nel quale l’intelligenza artificiale smette di essere un laboratorio sperimentale, per diventare parte integrante delle strategie aziendali. Le imprese la prendono in considerazione nello sviluppo di progettualità che guardano all’automatizzazione dei processi, al miglioramento del decision making, all’ottimizzazione dell’analisi dei dati. 
E i numeri parlano chiaro. 
Secondo un’analisi pubblicata da Deloitte, già quest’anno il 25% delle aziende avvierà quest’anno programmi per lo sviluppo di AI Agents, percentuale destinata a salire al 50% nell’arco dei prossimi due anni.

Va detto, tuttavia, che questa accelerazione non è neutrale. Ogni nuovo agente, ogni modello generativo, ogni sistema connesso alle infrastrutture IT aziendali amplia la superficie di attacco. Perché l’AI accede a dati, applicazioni, identità digitali: asset centrali che, se compromessi, possono mettere a rischio l’intera operatività di un’organizzazione.

Il doppio volto dell’AI nella cybersecurity

C’è un aspetto interessante di cui tenere conto: il legame tra AI e sicurezza informatica è segnato da una natura bivalente. Da un lato, le tecnologie di intelligenza artificiale sono ormai indispensabili per rafforzare i sistemi di difesa. Dall’altro, gli stessi strumenti alimentano nuove minacce.

Secondo un’analisi pubblicata da Forbes la scorsa primavera, già oggi l’87% dei professionisti della sicurezza ha sperimentato attacchi basati su AI nell’ultimo anno. Non è altro che la conferma di un trend: i criminali informatici stanno usando gli stessi strumenti adottati o in fase di adozione da parte delle aziende, questa volta in chiave offensiva.

Gli esempi non mancano:

  • Malware capaci di mutare in tempo reale, aggirando le difese tradizionali.
  • Phishing potenziati da AI generativa, con un click-through medio del 54%, ben superiore alle campagne manuali.
  • Ransomware autonomi: il 38% dei professionisti prevede che diventeranno la principale minaccia del 2025 (Solutions Review, 2025).

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AI come alleato: i benefici in difesa

Come sempre, c’è l’altro lato della medaglia da prendere in considerazione. Nonostante i rischi già menzionati, se applicata alla cybersecurity l’AI è in grado di offrire benefici tangibili. L’elaborazione di grandi volumi di dati consente di individuare anomalie invisibili all’occhio umano, e la risposta automatizzata riduce i tempi di contenimento di un attacco.

Già lo scorso anno, l’IBM Data Breach Report evidenziava come le organizzazioni che utilizzavano in modo esteso funzionalità AI avessero ridotto i costi medi di violazione di 1,76 milioni di dollari rispetto a chi non le impiega.

Il punto sul quale vale dunque la pena riflessere, quindi, non è se adottare l’AI, ma come governarla.

Identità digitali e agenti autonomi

Parlando di adozione di sistemi di intelligenza artificiale nelle imprese e nelle organizzazioni, un capitolo particolarmente delicato riguarda gli agenti AI: sistemi autonomi che accedono a basi dati, API e applicazioni per prendere decisioni operative. L’efficienza che ne deriva è evidente, ma i rischi sono altrettanto alti.

Se un agente è manipolato o compromesso, può diventare un “insider” inconsapevole, con accesso privilegiato a informazioni e processi critici.

In un ulteriore articolo pubblicato da Forbes lo scorso mese di febbraio, si sottolinea come l’AI stia già migliorando l’accuratezza delle analisi antifrode, riducendo rischi di compliance e aumentando la fiducia dei consumatori. 

AI e cybersecurity, impatto sul lavoro e mancanza di competenze

La trasformazione non riguarda solo la tecnologia, ma anche i ruoli professionali. In un articolo pubblicato su Solutions Review lo scorso mese di maggio, i cybersecurity specialist saranno sempre meno “decision maker” e sempre più “supervisori” delle decisioni prese dai sistemi di intelligenza artificiale, chiamati a calibrare le decisioni stesse e intervenire quando necessario.

Il problema è che le competenze disponibili non bastano. L’ISACA State of Cybersecurity Report 2025 evidenzia che il 62% delle organizzazioni non dispone di professionisti con skill in AI e machine learning.

La pressione economica del cybercrime

Il quadro è aggravato dai costi crescenti della criminalità informatica. Per citare fonti internazionali e definire il quadro globale, secondo Statista, i danni globali del cybercrime raggiungeranno i 15600 milioni di dollari entro il 2029. Un’economia parallela che cresce più rapidamente del PIL di molti Paesi industrializzati.

Eppure, secondo alcuni osservatori, meno di un terzo delle imprese europee si sente preparato ad affrontare le minacce future. Il gap tra rischio percepito e strumenti disponibili resta quindi ampio.

Cosa devono fare le imprese

In questo scenario, le raccomandazioni convergono:

  • integrare soluzioni AI nella difesa, senza rinunciare alla supervisione umana;
  • rafforzare i piani di incident response;
  • investire in programmi di formazione e upskilling;
  • bilanciare automazione e governance.

Come sottolineano diversi analisti, l’AI non sostituisce l’intelletto umano: ne moltiplica la portata. Ma senza controllo, rischia di diventare un moltiplicatore di vulnerabilità.

Reaction: l’AI Innovation Experience di Infonet Solutions

Questi e altri temi saranno al centro di REACTION: AI Innovation Experience, evento organizzato da Infonet Solutions il 10 ottobre presso il campus di H-FARM AI a Roncade (TV).

Dalle 9 alle 18, la giornata offrirà un percorso immersivo tra scenari, casi reali e tecnologie da toccare con mano.

  • Scenario e ricerca: l’analisi dei trend a cura di Giorgia Dragoni, Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.
  • Testimonianze aziendali: Danieli & C. Officine Meccaniche, Dab Pumps e Cavagna Group porteranno le proprie esperienze di trasformazione e sicurezza.
  • Sponsor Experience Zone: demo interattive, piattaforme avanzate e ambienti simulati.
  • Networking e workshop verticali: confronto diretto con esperti ICT, partner e innovatori.

Ad aprire i lavori saranno Massimo Tecchio, co-founder di Infonet Solutions, e Diego Pizzocaro, CEO di H-FARM AI.

Un evento per riflettere e agire

REACTION non è pensato solo come un momento di aggiornamento tecnologico, ma come un punto di confronto su un tema cruciale: la natura bivalente dell’intelligenza artificiale applicata alla sicurezza.

Opportunità e rischi viaggiano insieme, e la differenza la fa la capacità delle imprese di governare questa complessità. Il 10 ottobre a Roncade, esperti, aziende e innovatori proveranno a tracciare la rotta.

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AI e cybersecurity, la sfida bivalente delle imprese: difesa e rischio corrono insieme ultima modifica: 2025-09-01T10:40:08+02:00 da Miti Della Mura

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