La corsa all’intelligenza artificiale e al cloud riporta al centro il tema della sovranità dei dati. Se ne parla il 30 ottobre, in un appuntamento dedicato a imprese, vendor e istituzioni per discutere come costruire infrastrutture sovrane, sicure e conformi alle nuove normative europee
Siamo pronti a cedere i nostri dati all’intelligenza artificiale senza sapere dove finiscono?
È una domanda che, in un mondo dominato da piattaforme globali e infrastrutture distribuite, diventa sempre più pressante e urgente.
La corsa all’AI, così come la trasformazione cloud che ha ridisegnato in questo ultimo decennio i sistemi informativi delle imprese, ha reso più che mai centrale il tema della sovranità digitale: chi possiede i dati, dove vengono custoditi, chi li governa, secondo quali regole e con quali garanzie di sicurezza.
È un tema che travalica anche le normative, che pure governano la gestione dei dati: è una riflessione di tipo culturale dalla quale nessuno è esente.
AI e sovranità dei dati al centro del dibattito
Nel cuore di questa trasformazione, due concetti appaiono sempre più interconnessi: AI e data sovereignty.
La sovranità dei dati stabilisce che le informazioni sono soggette alle leggi del Paese in cui vengono raccolte, archiviate e trattate. È una questione di diritto, ma anche di strategia industriale, perché i dati non sono solo una risorsa informativa: sono un asset economico, un vantaggio competitivo e un elemento identitario.
La Sovereign AI, invece, estende questo principio a tutto il ciclo di vita dell’intelligenza artificiale, assicurando che anche le fasi di addestramento, sviluppo e deployment dei modelli rispettino le normative e i valori del contesto nazionale o europeo in cui operano.
In pratica, significa costruire sistemi di AI che nascono e vivono entro confini regolatori chiari, basati su infrastrutture locali, dati protetti, processi trasparenti e controllabili. Significa garantire che le informazioni utilizzate per addestrare un algoritmo non finiscano in giurisdizioni soggette a leggi straniere, come il Cloud Act statunitense, che consente l’accesso ai dati da parte delle autorità USA anche se conservati all’estero.
E significa anche assicurare che i modelli siano allineati agli standard etici, sociali e culturali del Paese o della regione in cui vengono impiegati. Un tema che l’Europa ha messo al centro del proprio approccio all’intelligenza artificiale, definendo l’AI come un’infrastruttura di fiducia, sostenibile e human-centric.
Sovranità digitale: una questione di sicurezza, compliance e valore
Negli ultimi anni, la consapevolezza su questi temi è cresciuta in modo esponenziale. La Direttiva NIS2, il Data Act e l’AI Act europeo non rappresentano semplicemente nuovi adempimenti, ma disegnano una vera e propria architettura normativa in cui la gestione dei dati diventa una leva di sicurezza nazionale e competitività economica.
Per le imprese, questo significa dover ripensare le proprie strategie di governance dei dati: non solo per garantire la conformità alle leggi, ma per costruire modelli organizzativi che rendano il dato disponibile, sicuro e soprattutto utile al business.
La Sovereign AI si inserisce qui come un’evoluzione naturale: un paradigma che consente di sviluppare e distribuire applicazioni di intelligenza artificiale mantenendo il controllo completo su dati, infrastrutture e modelli.
I benefici sono evidenti:
- Compliance regolatoria, mantenendo i dati all’interno delle giurisdizioni richieste dalle normative come GDPR o NIS2.
- Sicurezza e controllo, evitando accessi indesiderati o trasferimenti verso Paesi non conformi.
- Integrità giurisdizionale, riducendo il rischio di dipendenza tecnologica e politica da soggetti esterni.
- Allineamento etico, promuovendo un’AI che rispetti le sensibilità locali e le regole europee su equità, trasparenza e responsabilità.
La sfida, oggi, è trasformare questi principi in pratica. E per farlo servono ecosistemi collaborativi, in cui vendor, partner tecnologici e imprese lavorino insieme per costruire infrastrutture cloud e piattaforme AI effettivamente sovrane, capaci di bilanciare apertura e controllo, innovazione e sicurezza.
Un evento per costruire il cloud sovrano del futuro
A partire da queste premesse nasce l’appuntamento “Cloud, AI e sovranità digitale: la sfida della governance dei dati”, in programma il 30 ottobre 2025 alle ore 14.00 presso Mazzetti d’Altavilla, ad Altavilla Monferrato.
L’incontro, organizzato in collaborazione con Lan Service Group e i principali vendor internazionali di tecnologia e cybersecurity, offrirà un momento di confronto concreto su come costruire un cloud sovrano, sicuro e pronto alle sfide dell’AI.
Attraverso testimonianze e tavole rotonde, i partecipanti potranno approfondire:
- le implicazioni normative e tecnologiche della sovranità dei dati;
- i modelli di governance e le best practice per la compliance alla NIS2 e alle nuove direttive europee;
- le strategie di sicurezza per proteggere i dati sensibili lungo l’intero ciclo di vita dell’intelligenza artificiale;
- le esperienze di aziende e partner che stanno già costruendo infrastrutture sovrane sul territorio europeo.
L’obiettivo è duplice: fare chiarezza su un tema spesso percepito come astratto e dare strumenti operativi alle organizzazioni per affrontare con competenza la sfida della digital sovereignty.
Perché, in un mondo dove i dati si muovono in tempo reale e le intelligenze artificiali apprendono continuamente, solo chi mantiene il controllo su infrastrutture, regole e conoscenza può davvero garantire innovazione sostenibile e valore di lungo periodo.
