Jump Computer: il nuovo capitolo per il progetto #RealSecurityRealWorld. Video, testi, storie, voci di eccellenza nel cuore di uno degli ecosistemi collaborativi di maggior successo del mercato ICT internazionale, quello che ruota intorno ad un brand come WatchGuard e alla sua idea di security. Alcuni dei più importanti e talentuosi partner di WatchGuard racconteranno senza filtro il proprio business, la propria idea di security al servizio del loro territorio e delle imprese con cui quotidianamente si confrontano.
Puntate precedenti:
– Dal prodotto al servizio: Vicsam l’ha fatto con WatchGuard
– Quarant’anni di Sistemi Cuneo, tra radici locali e nuove sfide digitali
Nel dibattito sulla trasformazione digitale delle imprese italiane, il tema della sicurezza informatica occupa senza alcun dubbio uno spazio centrale. Non è più un capitolo tecnico da delegare al reparto IT, ma una questione che riguarda la resilienza stessa del tessuto produttivo. Lo sa bene Eddy Mattiello, co-founder e CEO di Jump Computer, realtà veneta che negli ultimi anni ha scelto di evolvere dal ruolo tradizionale di system integrator a quello di fornitore di servizi di sicurezza gestita (MSSP).
Una traiettoria che non riguarda solo un’azienda, ma un intero segmento di operatori che stanno riscrivendo le regole del rapporto con le PMI. In un contesto in cui le minacce digitali si moltiplicano e le normative si fanno più stringenti, la sicurezza “come servizio” diventa non un’opzione, ma un approccio necessario.
Jump Computer, dal system integration alla gestione continua
Jump Computer nasce come system integrator radicato nel territorio veneto, con l’obiettivo di supportare le piccole e medie imprese nel governo dell’IT. Negli anni, la crescente esposizione delle aziende locali agli attacchi informatici ha spinto il team a ridefinire il proprio modello.
“Abbiamo fatto questo switch già da un paio d’anni” racconta Mattiello. “Essere un MSSP significa prendere in gestione l’intera infrastruttura del cliente, monitorarla costantemente e fornire report aggiornati sullo stato di salute. In pratica è come diventare l’IT manager interno dell’azienda, ma con la flessibilità di un servizio esterno”.
Il passaggio da un modello di intervento “a progetto” a uno di gestione continua ha richiesto nuove competenze e investimenti in strumenti di monitoraggio remoto, patch management e piattaforme di automazione. “Non basta reagire agli incidenti: serve una preparazione tecnica solida e aggiornata, perché solo così il servizio gestito diventa realmente efficace” sottolinea.
Le richieste delle imprese: costi certi e resilienza
Se da un lato cresce la complessità tecnologica, dall’altro le imprese chiedono semplicità. Per Mattiello, il mercato sta cambiando: “Certo, le aziende vogliono costi certi e contenuti. Ma sempre più spesso chiedono anche tranquillità operativa e certezze. Gli imprenditori si sono resi conto che non è più questione di se subiranno un attacco, ma di quando accadrà. E la vera sfida sarà gestirlo senza mettere a rischio l’intera attività”.
Questa consapevolezza sposta il discorso dal tema della prevenzione generica a quello della resilienza. La sicurezza non è vista solo come un insieme di barriere, ma come la capacità di resistere e ripartire in tempi rapidi. E per una PMI, spesso priva di team interni specializzati, la partnership con un fornitore esterno affidabile diventa vitale.
Gli errori da evitare: sottovalutare il monitoraggio
Non tutte le aziende sono pronte a compiere il salto verso la sicurezza gestita. Spesso il primo ostacolo è culturale: la difficoltà ad affidarsi a un partner esterno per funzioni considerate sensibili.
Secondo Mattiello, l’errore più grave che si può commettere è proprio sottovalutare l’importanza del monitoraggio continuo. “Il cuore del servizio gestito è la capacità di osservare in tempo reale lo stato dei sistemi e di intervenire prima che i problemi diventino incidenti. Per farlo servono piattaforme RMM, visibilità completa sui device e un piano rigoroso di patch management”.
Senza questi elementi, il rischio è trasformare la sicurezza in un’illusione. Ed è qui che il ruolo del partner diventa determinante: tradurre la complessità tecnologica in processi affidabili e misurabili.
Jump Computer e WatchGuard, partnership e visione globale
In questo percorso Jump Computer non è sola. La collaborazione di lungo periodo con WatchGuard ha rappresentato un tassello fondamentale. “Il confronto continuo con i loro account e con i team tecnici è la risorsa più grande che abbiamo” spiega Mattiello. “Ci supportano non solo sul pricing, ma anche nell’interpretare le esigenze dei clienti e nel trovare le soluzioni più adatte. Avere a disposizione una visione globale di ciò che accade nel mondo della sicurezza è un valore che difficilmente potremmo costruire da soli”.
Il rapporto con vendor focalizzati al 100% sul canale, come WatchGuard, consente ai system integrator e agli MSSP di sentirsi parte di una comunità. Non semplici rivenditori, ma co-protagonisti di una strategia più ampia, in cui la sicurezza viene pensata come piattaforma integrata e scalabile.
Jump Computer e l’evoluzione del ruolo degli MSP
La trasformazione di Jump Computer riflette un trend più ampio. Negli ultimi anni, i Managed Service Provider sono passati dall’essere fornitori di supporto IT a veri consulenti strategici.
Ne è convinto in primis Ivan De Tomasi, Country Manager di WatchGuard Italy & Malta, che da tempo sostiene come il DNA dell’MSP debba evolvere per restare rilevante, offrendo più capacità di integrazione, più consapevolezza normativa e più valore consulenziale.
Questo cambiamento è accelerato da due fattori: da un lato la sofisticazione degli attacchi, che sfruttano anche strumenti di intelligenza artificiale; dall’altro l’impatto delle normative, che rendono indispensabile garantire tracciabilità, auditabilità e resilienza.
Per gli MSP, la vera sfida diventa la scalabilità: come offrire servizi avanzati a clienti con dimensioni, maturità e budget molto diversi? La risposta, secondo Watchguard, passa da tre direttrici: centralizzare, integrare, automatizzare. Una logica che riduce la complessità e rende sostenibile l’erogazione della sicurezza anche per chi non può permettersi strutture interne.
Sicurezza reale per il mondo reale
Alla domanda su cosa significhi per lui “Real Security for the Real World”, Mattiello risponde con pragmatismo: “Vuol dire offrire tecnologie enterprise a un prezzo accessibile e con una facilità di integrazione e utilizzo. Le PMI non hanno bisogno di soluzioni iper-elaborate che restano sulla carta. Serve qualcosa che funzioni davvero, ogni giorno, senza costringerle a rivoluzionare la loro organizzazione”.
Un concetto che riecheggia nella visione più ampia di WatchGuard, che nel proprio roadshow globale insiste sul valore della semplicità, dell’orchestrazione e della scalabilità. Perché la sicurezza non è fatta di acronimi, ma di continuità operativa garantita a chi deve mandare avanti un ambulatorio, una scuola o una piccola manifattura.
Uno sguardo al futuro
Il percorso di Jump Computer mostra come il ruolo dei system integrator stia cambiando. Non più meri fornitori di infrastrutture, ma partner capaci di assumere la responsabilità della sicurezza quotidiana delle aziende. È una trasformazione che richiede competenze nuove, strumenti avanzati e una rete di alleanze solide.
Per Mattiello, la sfida dei prossimi anni sarà continuare a conciliare tre esigenze: costi sostenibili per le PMI, tecnologie sempre più sofisticate e una relazione di fiducia basata sulla trasparenza. “Le aziende non cercano solo fornitori, cercano qualcuno che sappia assumersi il peso delle loro preoccupazioni digitali” conclude.