Si è aperta ieri a San Francisco Microsoft Ignite, la conferenza annuale che Microsoft dedica a sviluppatori, professionisti IT e aziende, nel corso della quale vengono presentate le evoluzioni dell’ecosistema cloud, dati e intelligenza artificiale. È il momento in cui la società definisce la propria strategia tecnologica per l’anno successivo, introducendo nuove piattaforme, aggiornamenti e roadmap per il mercato enterprise.
L’edizione 2025, in programma fino al 21 novembre, si è dunque aperta in un clima che segna una fase nuova e più matura dell’intelligenza artificiale nelle imprese. Microsoft ha scelto infatti di mettere al centro una visione che supera la retorica dell’AI come strumento accessorio: l’AI diventa infrastruttura, metodologia e sistema operativo del lavoro moderno.
Il keynote inaugurale di Judson Althoff, CEO di Microsoft Commercial Business, ha introdotto una narrativa chiara: “l’AI è il catalizzatore dell’ambizione umana”. Una frase che racchiude la volontà di spostare l’attenzione dalle demo alle architetture, dai modelli isolati ai sistemi integrati, dalle promesse alla capacità di portare l’AI nei processi quotidiani con sicurezza, controllo e valore misurabile.
Dalle idee ai processi: a Microsoft Ignite 2025 nasce l’AI che si gestisce
Il punto di svolta di questa edizione è l’introduzione di una logica manageriale applicata all’intelligenza artificiale. Ignorare il ruolo degli agenti AI, spiega Microsoft, significherebbe prepararsi a una nuova forma di shadow IT. Governarli diventa quindi necessario quanto governare utenti, identità e applicazioni.
Il tema è sostenuto da un dato che rimbalza in ogni sessione: secondo IDC, entro il 2028 ci saranno 1,3 miliardi di agenti AI attivi nelle aziende. La scala del fenomeno impone un cambio di paradigma. Ed è qui che entra in scena uno degli annunci più significativi dell’evento.
Agent 365: l’AI che lavora, l’AI che viene amministrata
Microsoft ha presentato infatti Agent 365, il primo control plane pensato per osservare, controllare, mettere in sicurezza e orchestrare gli agenti AI distribuiti in azienda.
La logica è la stessa che negli anni ha portato all’adozione di sistemi avanzati per la gestione delle identità digitali: ogni agente ottiene un’identità tramite Entra ID, può essere monitorato, sospeso, analizzato, integrato o “quarantenato” in caso di comportamenti anomali.
Secondo quanto riportano le agenzie, l’idea nasce direttamente dalle richieste dei CIO: gli agenti proliferano, automatizzano processi critici come supply chain e operations, ma senza strumenti di governance è impossibile valutarne affidabilità, sicurezza e ritorno sull’investimento.
Con Agent 365, l’AI entra ufficialmente nel perimetro delle responsabilità IT. Non è più una tecnologia sperimentale: diventa un’entità da gestire.
Work IQ: il motore cognitivo che trasforma Copilot
Altro grande pilastro della strategia presentata a Ignite è Work IQ, il modulo che potenzia Microsoft 365 Copilottrasformandolo da assistente “reattivo” a sistema predittivo e contestuale.
Work IQ analizza i contenuti distribuiti tra email, file, documenti e chat aziendali, osserva i pattern collaborativi, riconosce abitudini e modalità operative e interpreta le relazioni interne e le dinamiche di team.
Questa comprensione permette a Copilot e agli agenti di anticipare esigenze, proporre azioni, contestualizzare attività e orchestrare flussi senza interventi manuali. Non risponde più a un prompt: interpreta un contesto.
È l’elemento che segna la differenza rispetto alla generazione precedente di assistenti basati solo su input diretti.
Foundry IQ e Fabric IQ: dati, contesto e conoscenza diventano un sistema unico
Sopra Work IQ si colloca un secondo livello architetturale composto da Foundry IQ e Fabric IQ, due piattaforme complementari che integrano dati e conoscenza in un modello coerente.
Foundry IQ è la “spina dorsale” di conoscenza aziendale: raccoglie e unifica informazioni provenienti da fonti eterogenee, garantendo governance, sicurezza e consistenza a tutti gli agenti distribuiti.
Fabric IQ, invece, nasce per orchestrare dati analitici, temporali e geospaziali, connessi direttamente ai sistemi operativi dell’organizzazione. Il risultato è una rappresentazione dinamica dell’azienda dove persone, flussi e agenti AI collaborano in un unico spazio semantico.
Questa infrastruttura riduce la distanza tra dati e azione: l’AI può prendere decisioni basate sul contesto reale, non su informazioni isolate.
Microsoft Agent Factory: democratizzare la costruzione degli agenti
A rendere il tutto accessibile arriva Microsoft Agent Factory, un programma che consente di costruire, addestrare e distribuire agenti AI senza ostacoli burocratici o tecnici.
È pensato per permettere a qualunque azienda — anche priva di team di sviluppo avanzati — di creare agenti basati su Foundry IQ e Copilot Studio, con un modello a consumo e senza necessità di licenze iniziali.
Per i progetti più complessi è previsto il supporto degli AI Forward Deployed Engineers, un’iniziativa che ricorda per ambizione la fase iniziale di Azure e delle sue prime adozioni enterprise.
Microsoft Ignite 2025: ridurre la distanza tra promessa e implementazione
A differenza delle edizioni precedenti, Microsoft Ignite 2025 non punta a colpire con singole funzionalità, ma a delineare un’architettura coerente che unisce agenti intelligenti, livelli cognitivi, integrazione dei dati, sicurezza e governance, insieme agli strumenti di sviluppo e alle nuove capacità infrastrutturali che sostengono l’intero ecosistema.
È una strategia che riduce la distanza tra promessa e implementazione, e che prova a dare risposte concrete alle aziende che, negli ultimi due anni, hanno faticato a portare l’AI dal prototipo alla produzione.








