Perimetri dissolti, utenti e workload ovunque, applicazioni distribuite tra cloud pubblici, privati e on-premise: la sicurezza non può più essere un “punto” della rete, ma un servizio diffuso. Il modello SASE unifica networking e protezione dei dati in chiave cloud-delivered, mentre Zero Trust diventa il principio operativo che governa ogni accesso. L’8 ottobre a Bardolino il Netskope SASE Summit Italy 2025 offre una giornata di analisi, use case e confronto concreto su come trasformare le architetture in valore operativo

Dalla fine del perimetro alla sicurezza “come servizio”

Negli ultimi anni l’IT enterprise ha compiuto un salto strutturale: la rete non è più un luogo, è un insieme di percorsi dinamici tra utenti mobili, dispositivi eterogenei, applicazioni SaaS e carichi di lavoro distribuiti. Il traffico si sposta dai data center verso Internet e servizi cloud, cresce la componente east-west, gran parte delle comunicazioni è cifrata e la user experience diventa un requisito di business, non un elemento accessorio. In questo contesto, modelli centrati su appliance on-premise e perimetri rigidi mostrano i propri limiti: costi di gestione elevati, policy incoerenti tra ambienti, scarsa visibilità sull’attività degli utenti e sulla postura dei dati.

La sicurezza deve quindi avvicinarsi a chi usa le risorse e a dove vivono i dati, essere distribuita, ispezionare il traffico senza penalizzare le prestazioni, applicare policy omogenee ovunque. Serve un’architettura capace di coniugare connettività intelligente, ispezione avanzata e protezione dei dati lungo l’intero percorso applicativo, con governance centralizzata, telemetrie ricche e automazione delle risposte. È qui che la sicurezza “come servizio” diventa un fattore abilitante: riduce attriti operativi, accelera l’evoluzione tecnologica e riallinea sicurezza e performance agli obiettivi di continuità e di esperienza dell’utente.

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Che cos’è il SASE e perché è un trend strutturale

Il Secure Access Service Edge (SASE) è un’architettura cloud-delivered che porta funzionalità di rete e sicurezza su un’unica piattaforma. Non è la somma di prodotti, ma un modello in cui SD-WAN, Secure Web Gateway, CASB, Firewall-as-a-Service, Zero Trust Network Access e protezione dati lavorano in modo coerente, orchestrati da policy unificate e da un piano di controllo centrale. L’identità (dell’utente, del dispositivo, del servizio) e il contesto (posizione, rischio, stato del device, sensibilità del dato) diventano il perno delle decisioni di accesso, che sono continue e adattive, non più binarie.

Il valore è duplice: da un lato si semplifica la governance — meno silos, meno integrazioni fragili, una visibilità end-to-end su ciò che accade —; dall’altro si eleva la qualità della protezione, perché le stesse regole seguono l’utente e i dati ovunque, con enforcement vicino ai punti di scambio e con ottimizzazione del percorso (latency, affidabilità, disponibilità globale). L’integrazione con analisi comportamentali (UEBA), Digital Experience Monitoring (DEM) e Data Security Posture Management (DSPM) consente inoltre di leggere il rischio in chiave dinamica: non solo “chi accede a cosa”, ma “come si comporta, a quale dato tenta di arrivare, con quale impatto sull’esperienza”. Per questo il SASE non è un’etichetta di mercato passeggera, bensì una risposta architetturale alla natura distribuita dell’IT contemporaneo, con Zero Trust come regola di ingaggio permanente.

Italia: lavoro ibrido, compliance e sovranità del dato

Nel contesto italiano, l’accelerazione verso il lavoro ibrido e la diffusione di applicazioni SaaS si intrecciano con obblighi di compliance (NIS2, GDPR) e con la necessità di garantire accountability e resilienza operativa. Filiali, siti produttivi e supply chain digitalizzate impongono protezioni coerenti tra fabbrica, uffici e cloud; la gestione del dato — dalla classificazione alla prevenzione delle perdite — richiede strumenti integrati che evitino policy disallineate e lacune nella visibilità.

Per molte organizzazioni, l’eredità di investimenti stratificati ha creato un mosaico di soluzioni: costoso da mantenere, lento da evolvere, difficile da governare. Un’adozione SASE ben progettata consente di razionalizzare componenti, standardizzare processi, abilitare automazione e single-pane-of-glass per il controllo. In settori regolamentati o con esigenze di localizzazione del dato, modelli architetturali che coniughino protezione, tracciabilità e opzioni di deployment aiutano a conciliare innovazione e requisiti di sovranità. Risultato: continuità del servizio, riduzione del rischio e basi più solide per iniziative data-driven.

Netskope SASE Summit Italy 2025: contenuti, relatori, obiettivi

In questo scenario si inserisce il Netskope SASE Summit Italy 2025, l’8 ottobre 2025 all’Hotel Caesius Terme & SPA Resort di Bardolino (VR), una giornata rivolta a CIO, CISO, responsabili IT e team di sicurezza.
Ricco il palinsesto della giornata.
Dopo il welcome di Alessandro Fontana (Country Manager Italy) e Stefano Mesiti (Sales Manager Italy), il keynote di Bob Gilbert (Vice President Strategy & Chief Evangelist) introdurrà Netskope One e la visione di piattaforma.
A seguire, l’introduzione ai tre “Netskope Pillars” con Alessio Agnello (SE Manager Italy, Greece, Malta & Israel) e altrettanti approfondimenti specifici: Network con Matteo Arrigoni (SD-WAN, SASE Branch, NewEdge), Analytics con Walter Doria (DEM, Advanced Analytics, UEBA, DSPM) e Data Security con Paolo Passeri (protezione dati e CASB inline).

Lo spazio dedicato a “L’evoluzione delle minacce informatiche in Italia” con Matteo Macina (CyberSecurity Foundation) offrirà una lettura del panorama locale e delle tattiche emergenti, mentre nel pomeriggio, la sessione “Benessere in Cloud” con la coach Anna Rana introdurrà una riflessione sulla sostenibilità del lavoro nei team tecnici.
Non mancheranno nemmeno una customers roundtable per confrontarsi su priorità, risultati e ostacoli reali dei progetti e una technology roundtable con Commvault, SentinelOne e NetApp per esplorare integrazioni e sinergie operative.
Oltre ai contenuti tecnici, l’evento si pone l’obiettivo di valorizzare il networking professionale: dalle interazioni durante la giornata al Networking Party serale presso la Dogana Veneta di Lazise, pensato per proseguire il confronto in un contesto informale.
Soprattutto si one l’obiettivo di offrire ai partecipanti una bussola per valutare lo stato dell’arte della propria rete e della protezione dei dati, indicazioni pratiche su policy unificate e identity-centric, idee per migliorare user experience e telemetrie, spunti per razionalizzare l’ecosistema di sicurezza e collegare investimenti a obiettivi di compliance e resilienza.

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SASE e Zero Trust, dall’urgenza alla normalità operativa ultima modifica: 2025-09-25T15:22:18+02:00 da Miti Della Mura

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