Il 2025 segna la nascita della Quantum Scaling Alliance, una nuova alleanza internazionale promossa da HPE insieme a sette organizzazioni di riferimento nei settori dei semiconduttori, nell’HPC e nella ricerca quantistica con un obiettivo chiaro e ambizioso al tempo stesso: trasformare il calcolo quantistico da promettente frontiera sperimentale a tecnologia scalabile, affidabile e applicabile su larga scala nei principali settori industriali.
La nuova alleanza, con sede scientifica e operativa distribuita tra Stati Uniti ed Europa, punta ad affrontare uno dei problemi più complessi dell’informatica contemporanea: la transizione dai prototipi di laboratorio a sistemi quantistici in grado di integrarsi con il supercalcolo tradizionale, garantendo stabilità, correzione degli errori, costi sostenibili e reale impatto nei casi d’uso industriali.
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Quantum Scaling Alliance: un’iniziativa che unisce scienza, industria e progettazione avanzata
La Quantum Scaling Alliance nasce dalla convergenza di competenze che raramente si trovano riunite all’interno di un unico programma: fisica quantistica, ingegneria dei semiconduttori, supercalcolo, algoritmi avanzati, architetture ibride quantistico-classiche, strumenti EDA, correzione d’errore su larga scala.
L’iniziativa è coordinata da Masoud Mohseni, a capo dei programmi quantistici di HPE Labs, e co-guidata da John Martinis, Premio Nobel 2025 e figura centrale nello sviluppo dei qubit superconduttivi. A rappresentare la diversità di competenze sono gli otto membri fondatori:• HPE: integrazione quantistico-HPC e software stack• Qolab: architetture di qubit e circuiti• Applied Materials: materiali avanzati e produzione di semiconduttori• Synopsys: simulazione fisica e strumenti EDA• Riverlane: correzione d’errore quantistica• 1QBit: algoritmi, compilatori e simulazione fault-tolerant• Quantum Machines: controllo ibrido quantistico-classico• Università del Wisconsin: ricerca accademica su algoritmi e benchmark
Si tratta, di fatto, di una struttura full-stack che copre ogni livello della catena del valore quantistica, dalla fisica hardware ai protocolli di controllo, dagli strumenti per la modellazione alla progettazione di un supercomputer quantistico realmente scalabile.
Perché nasce la Quantum Scaling Alliance
Il messaggio che i membri fondatore lanciano per raccontare il progetto e le ragioni della sua nascita è chiaro: il calcolo quantistico, da solo, non è sufficiente. Per diventare una tecnologia capace di offrire vantaggi concreti — nelle simulazioni chimiche, nella modellazione dei materiali, nell’ottimizzazione industriale, nella progettazione di semiconduttori — deve essere integrato con l’infrastruttura HPC esistente.
La possibilità di combinare supercomputer classici, acceleratori, reti a bassissima latenza e processori quantistici è la chiave che può trasformare un settore ancora acerbo in una piattaforma operativa realmente utilizzabile dalle imprese.
Come afferma Martinis, i sistemi quantistici hanno la capacità unica di affrontare problemi “intrinsecamente quantistici”, che superano i limiti dei metodi classici. Ma per farlo serve una roadmap condivisa, che riduca la distanza tra capacità attuali e obiettivi futuri. L’Alleanza vuole proprio colmare questo spazio, accelerando la maturità tecnologica dei qubit e costruendo un ponte diretto verso gli use case che più beneficeranno del nuovo paradigma.
L’obiettivo: un supercomputer quantistico scalabile e utilizzabile
Il primo grande traguardo tecnico — e al tempo stesso il cuore dell’iniziativa — è lo sviluppo di un supercomputer quantistico progettato per essere realmente scalabile. L’obiettivo è combinare architetture fault-tolerant con qubit prodotti attraverso processi industriali, integrare nativamente il controllo ibrido quantistico-classico e mettere a disposizione una software stack aperta e accessibile. Tutto questo deve avvenire mantenendo costi di produzione e gestione sostenibili, così da rendere l’infrastruttura utilizzabile in applicazioni scientifiche e industriali su larga scala.
Un approccio che parte dalla convinzione che solo una grande alleanza, con un’integrazione orizzontale tra industrie e ricerca, possa affrontare sfide come l’errore quantistico, la stabilità dei qubit o la necessità di simulare e validare architetture con milioni di qubit logici.
HPE e il ruolo dell’integrazione con il supercalcolo
Per HPE, che negli ultimi anni ha consolidato una posizione centrale nel supercomputing mondiale, la Quantum Scaling Alliance rappresenta un ulteriore tassello verso la costruzione di infrastrutture ibride in cui Quantum e HPC coesistono e si rafforzano reciprocamente.
Le applicazioni più immediate citate dall’azienda riguardano la scoperta di nuovi materiali e di nuovi farmaci, le simulazioni avanzate per il settore dei semiconduttori, i modelli di ottimizzazione combinatoria e le attività legate alla sicurezza e alla crittografia post-quantum. A queste si aggiunge il calcolo distribuito ad alte prestazioni, che rappresenta uno dei campi in cui l’integrazione tra HPC e tecnologie quantistiche può generare i maggiori benefici.
Questi ambiti non richiedono solo nuove architetture quantistiche, ma anche software avanzato, strumenti di orchestrazione, modelli matematici e un’infrastruttura di interconnessione che consenta ai diversi livelli di comunicare in modo efficiente.
Preparare le imprese all’era post-quantum
Oltre alla ricerca e allo sviluppo hardware e software, l’alleanza vuole accompagnare le organizzazioni verso una nuova fase della trasformazione digitale. Una fase in cui l’arrivo di sistemi quantistici scalabili avrà implicazioni anche sulla sicurezza crittografica, sulla protezione dei dati, sui processi industriali e sui percorsi di innovazione aziendale.
È un messaggio che l’Alleanza ribadisce chiaramente: non basta costruire computer quantistici, serve costruire un ecosistema in grado di adottarli in modo responsabile, produttivo e sicuro.
Un progetto globale, aperto e collaborativo
Il sito ufficiale della Quantum Scaling Alliance mette subito in evidenza la natura aperta, collaborativa e internazionale del progetto. L’obiettivo è favorire la partecipazione di aziende, università, startup e istituti di ricerca interessati a contribuire a una roadmap comune.
La visione è semplice ma radicale: rendere il calcolo quantistico un paradigma industriale diffuso, e non una tecnologia di nicchia confinata ai laboratori.
Per questo l’Alleanza si presenta come una piattaforma di convergenza tra ricerca, semiconduttori e supercomputing, capace di coordinare risorse e competenze in modo strutturato. Vuole essere un catalizzatore di progetti su larga scala, affrontando sfide che singoli attori non potrebbero sostenere da soli, e allo stesso tempo uno spazio di sperimentazione per modelli ibridi quantistico-classici destinati a evolversi nei prossimi anni.








