Nel cuore del Viola Park, il centro sportivo e tecnologico della Fiorentina alle porte di Firenze, poche settimane fa Cisco ha riunito la community dei propri clienti per una nuova edizione del suo Customer Community Club. Un appuntamento pensato per creare confronto e consapevolezza attorno alle sfide che attendono il mondo manifatturiero, in un anno cruciale per la trasformazione digitale e la sicurezza industriale.
E già la scelta del titolo — “La nuova era dell’industria manifatturiera: valore attraverso la digitalizzazione” — era una sintesi dell’obiettivo dell’evento: mettere in campo idee, casi d’uso e visioni concrete su come le tecnologie possano abilitare produttività, resilienza e sostenibilità, in uno scenario segnato da nuove normative e da un’accelerazione senza precedenti dell’intelligenza artificiale.

Dal campo alla fabbrica: un linguaggio comune

Il format, ispirato al linguaggio dello sport, ha scelto la metafora calcistica per parlare di industria.
Come in una partita, anche nel digitale contano il gioco di squadra, la tattica e la capacità di adattarsi: serve difendersi da rischi e minacce, ma anche costruire azioni efficaci per innovare e crescere.

Il “calcio d’inizio” è arrivato con Antonio Loborgo, che ha tracciato lo schema di gioco dell’industria 2025. Dal reshoring alla corsa all’AI agentica, fino al superamento del “cloud totalitario”, Loborgo ha mostrato come Cisco stia ripensando la propria proposta per aiutare le imprese a integrare AI, connettività e sicurezza in un’unica visione coerente.
Nel suo intervento ha sottolineato come “l’AI enterprise non sia un fenomeno riservato agli hyperscaler”, ma una leva competitiva concreta anche per le aziende italiane, grazie a modelli specifici di dominio, dati locali e infrastrutture di prossimità.

Cisco: digitalizzazione, normative e nuove regole del gioco

Con Marco Stangalino, il focus si è spostato sulle regole del campionato industriale: da Industria 4.0 a Transizione 5.0, fino alla direttiva NIS2, che nel 2025 entrerà nel vivo con nuovi obblighi per la sicurezza delle reti OT.
La digitalizzazione, ha spiegato Stangalino, “non è solo automazione o software”, ma la capacità di migliorare i processi produttivi grazie alla qualità dei dati generati da sensori, macchine e supply chain.
E se la Transizione 5.0 ha faticato a decollare, è perché “non basta installare tecnologie: bisogna saper misurare, leggere e correlare i dati per creare valore e ridurre sprechi”.

Il riferimento alla NIS2 ha segnato il passaggio dalla visione strategica a quella più operativa: la sicurezza, oggi, si gioca sull’intera catena del valore, coinvolgendo fornitori, impianti e processi di recovery.

L’OT come nuova frontiera della connettività

Da qui è partito Fabiano Locatelli, che ha raccontato come Cisco stia ridisegnando la propria “squadra OT” per rispondere alle nuove esigenze del manifatturiero: reti industriali più intelligenti, segmentate e pronte per l’intelligenza artificiale.
Il portafoglio Cisco Industrial IoT si estende oggi a contesti come porti, aeroporti, fabbriche, società energetiche e miniere, con l’obiettivo di semplificare la gestione, automatizzare i processi e garantire visibilità completa sugli asset industriali.

Locatelli ha presentato un portafoglio di 19 nuovi switch industriali e le soluzioni Ultra-Reliable Wireless Backhaul, pensate per connettere in modo sicuro macchinari mobili, robot e veicoli AGV anche in assenza di fibra.
La rete — “il sistema nervoso della fabbrica” — diventa così la base per l’automazione software-driven e per l’adozione di modelli AI distribuiti.

Dalla difesa all’attacco: la sicurezza come tattica

Nella seconda parte del suo intervento, Locatelli ha mostrato due casi concreti di utilizzo e applicazione per Secure Equipment Access (SEA), il sistema Cisco che consente accessi remoti sicuri alle reti OT.
La versione SEA Standard garantisce connessioni protette e monitorate senza aprire varchi, mentre SEA Plus abilita interazioni più avanzate — come il trasferimento file o l’uso di tool locali — mantenendo sempre una piena tracciabilità e il controllo dei privilegi.
Due approcci diversi ma complementari, che dimostrano come la sicurezza possa “blindare la difesa” e allo stesso tempo “liberare l’attacco”, permettendo di lavorare in continuità e senza rischi.

Cisco + Splunk: il valore dei dati, dal possesso palla al controllo del campo

Alla fine del “primo tempo”, la ripresa è stata affidata a Massimiliano Caranzano e Giulia La Rosa, che hanno presentato il framework Cisco–Splunk per il mondo industriale.
Un’integrazione nata per trasformare la mole di dati OT in insight operativi e predittivi, unendo l’esperienza Cisco sulle reti e la capacità di Splunk di analizzare, correlare e rendicontare dati in tempo reale.

Caranzano ha illustrato il concetto di AI di prossimità, dove l’elaborazione avviene vicino alla sorgente dei dati, riducendo latenza, consumo energetico e rischi di esposizione.
La Rosa ha mostrato invece come la piattaforma Splunk possa supportare le aziende non solo nella sicurezza e nella manutenzione predittiva, ma anche nella sostenibilità, grazie a dashboard che misurano consumi ed emissioni e correlano performance industriali e ambientali.

La demo live di Cisco: dalla reazione all’anticipo

A concretizzare questi concetti è arrivata una demo di Cristian Lotti, che ha presentato il “Data Box”: un dispositivo in grado di generare dati OT e visualizzarli in tempo reale su una dashboard Splunk personalizzata per un ipotetico cliente del settore manifatturiero.
L’obiettivo, come ha spiegato Lotti, non era mostrare funzioni o parametri tecnici, ma far vedere la semplicità e la flessibilità di una soluzione che può essere adattata a qualsiasi scenario produttivo.
Un esempio pratico di come la combinazione Cisco–Splunk consenta di passare “dalla reazione all’anticipo”, trasformando i dati in strumenti di decisione e prevenzione.

Viola Park: quando tecnologia e passione giocano insieme

A chiudere la mattinata, un racconto che ha unito simbolicamente tutti i temi della giornata: il progetto Viola Park, presentato da Denis Genna di Cisco insieme a Giuseppe Priore, ICT Manager di ACF Fiorentina.
Con i suoi 31 ettari, 12 campi, due stadi e quattro palestre, il centro è oggi uno dei complessi sportivi più moderni d’Europa, realizzato con infrastrutture Cisco SD-Access e due data center ridondanti.
Una rete intelligente collega e gestisce l’intero ecosistema: dai varchi di accesso alle telecamere con AI per l’analisi tattica, dai sistemi di building automation al media center, fino al monitoraggio digitale dei campi e alla fan experience.

Il risultato è un campus digitale che coniuga sostenibilità, sicurezza e innovazione, dimostrando come la tecnologia possa valorizzare non solo la performance sportiva, ma anche il territorio e le persone che lo vivono.

AI, dati e reti intelligenti: Cisco disegna il nuovo schema di gioco dell’industria 2025 ultima modifica: 2025-11-18T12:34:17+01:00 da Miti Della Mura

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