Quante energie e risorse devono essere spese da un’azienda per mantenere la propria infrastruttura IT perfettamente funzionante? Moltissime, sia da un punto di vista economico che umano, considerata anche la continua e sempre più rapida evoluzione della tecnologia.
Per questo motivo, parole come Virtual Workplace e cloud (qui tutto quello che c’è da sapere) sono entrate sempre più nell’agenda di tutte le organizzazioni.
Ne è ben consapevole un IT Service Provider del calibro di ACS Data Systems, come racconta Luca Altobel, Sales Account Manager: “Io credo che i motivi alla base di questa tendenza siano molto semplici: gestire un IT on premise significa essere consapevoli che è necessario avere un IT interno molto preparato e attento, in quanto si è sottoposti alla necessità di gestire i sistemi di infrastruttura, nonché di affrontare nuovi e molteplici problemi di sicurezza. In grado di fare danni che sino a qualche tempo fa sarebbero stati inimmaginabili. Inoltre, i “servizi tipo” devono essere ormai sempre disponibili, perché le aziende si confrontano in un mercato sempre più globale e devono essere capaci di adattarsi ai cambiamenti del business. Credo che avere il controllo di tutto l’IT sia molto difficile e molto oneroso: in questo senso l’esternalizzazione può essere un’ottima soluzione”.

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La spinta della pandemia

Ovviamente, la pandemia ha avuto l’effetto di accelerare questa corsa al cloud, dal momento che moltissime aziende hanno trovato in questa tecnologia la soluzione per continuare a lavorare e mantenere un contatto con i propri dipendenti, ma anche e soprattutto con clienti e fornitori. “Credo che le aziende abbiano riscoperto il cloud, magari riprendendo alcuni progetti che avevano messo nel cassetto già da qualche anno. Questo trend, per quello che posso vedere dai nostri clienti, si sta mantenendo”.

Il cloud fully managed

Ma su quale tipo di cloud occorre puntare? Questa la domanda legittima che si pongono tantissime aziende, vista la molteplicità di sigle: “Sia il cloud pubblico che quello privato prevedono comunque la necessità di avere all’interno dell’azienda delle persone con una certa competenza, per renderne possibile la gestione. Questo non succede con i Cloud Fully managed, poiché c’è il vantaggio di avere tutto quanto incluso attraverso il pagamento di un canone: il servizio, le competenze per gestirlo, accenderlo, spegnerlo, fare il backup, ecc. In poche parole, tutte le complessità che stanno dietro al cloud sono incluse all’interno di un servizio gestito. Quindi se un’impresa ha bisogno di un cloud facile – quasi come l’accensione della luce di una stanza – ma allo stesso tempo potente e affidabile, il cloud fully managed è la soluzione giusta”.

D’altra parte, però è innegabile che il cloud sia oggi un mercato affollatissimo: perché allora affidarsi proprio a un partner come ACS? “Dietro al cloud ACS ci sono delle persone, le nostre persone, ognuna con la sua competenza e la sua storia. Siamo in più di 300 che viviamo il nostro territorio e lavoriamo fianco a fianco con le imprese del Triveneto. Insieme abbiamo costruito i servizi cloud di ACS, che mettono sempre al centro ciò che i nostri clienti ci chiedono: dunque, affidabilità, presenza e vicinanza. Siamo insomma un partner che ascolta e parla la lingua delle imprese, con competenze di alto livello e che – grazie al nostro cloud – il cliente può fare anche sue”.

Le competenze software di INFOMINDS

Le competenze di ACS Data Systems non si limitano soltanto all’aspetto infrastrutturale: sul lato software è possibile contare sull’apporto di INFOMINDS, azienda consociata di ACS, nata 2017 dalla fusione della divisione Software di ACS Data Systems e dalla società Ergo Software.
In questo modo si vanno così ad intercettare a 360 gradi le esigenze di settori estremamente significativi come quelli del commercio all’ingrosso, al quale INFOMINDS fornisce gli strumenti e i software giusti per velocizzarne il lavoro: “Nel 2019 il mercato italiano valeva 48,5 miliardi, un dato pari a circa 17 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Dal 2020 in poi, visto tutto quello che è successo, c’è stata una spinta ulterioreracconta Andrea Zollo, Sales Account Manager presso INFOMINDS. Il commercio elettronico è un mercato sempre più in crescita e avrà dei numeri sempre più importanti, anche nel b2b, che è poi l’ambito su cui noi ci concentriamo”.
In questo contesto INFOMINDS punta a ottimizzare gli strumenti digitali dei propri clienti, consentendo loro di fare degli ordini in maniera autonoma e snellendo il processo di vendita del cliente, fidelizzandolo sempre di più.

Webshop e BI a supporto del commercio B2B

Il settore del commercio non ha necessità di chissà quale tecnologia avanzata: occorre piuttosto concentrarsi su strumenti che ci sono già da anni e che tantissime realtà non ancora utilizzano; l’esempio classico è quello del webshop, che consente di canalizzare le vendite in un processo preciso e velocizzare la finalizzazione, fidelizzando il cliente e creando dei servizi aggiuntivi.

Pensiamo al ristoratore che, una volta finita la sua serata, controlla quello che gli manca in dispensa ed effettua il suo ordine online, per trovarselo così già pronto per il giorno successivo. Il vantaggio è di velocizzare il suo processo di acquisto ma anche del fornitore, che deve soltanto evadere l’ordine e spedirlo. “Dietro a questo schema deve esserci un magazzino digitale ottimizzato, che consenta di velocizzare tempi di consegna delle merci, che a sua volta rappresenta un elemento fondamentale per competere sul mercato. Un’altra tecnologia, forse la più importante, è la BI (business intelligence): si tratta di uno strumento semplice che consente di leggere i numeri dai vari software e applicativi in azienda, elaborarli, vederli in maniera grafica e riuscire così a interpretarli correttamente, permettendo ai manager di prendere le decisioni corrette rapidamente”, conclude Andrea Zollo.

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Cloud computing al servizio di produzione e commercio, la rivoluzione IT di ACS Data Systems & INFOMINDS ultima modifica: 2021-10-06T17:20:59+02:00 da Sara Comi

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