Dazi Usa-UE, Tutto quello che serve sapare sul patto di Turnberry. Non è il risultato che Bruxelles auspicava, né il 10% ottenuto da Londra.
Ma alla fine l’intesa è stata trovata.
A pochi giorni dall’entrata in vigore dei dazi al 30% minacciati da Washington, l’Unione Europea ha raggiunto un accordo con gli Stati Uniti che pone fine a mesi di tensione commerciale. Annunciato dopo un incontro riservato tra Donald Trump e Ursula von der Leyen in Scozia, l’intesa prevede l’introduzione di un dazio generalizzato del 15% sulle merci europee in ingresso negli USA, in cambio di zero tariffe per molti prodotti americani e ingenti impegni economici da parte dell’UE.
La misura, definita da Trump “il più grande accordo commerciale mai raggiunto”, non rappresenta una guerra aperta, ma segna una nuova asimmetria nei rapporti transatlantici: per evitare impatti più gravi, Bruxelles ha accettato condizioni significativamente sbilanciate. Von der Leyen ha parlato di un “quadro di stabilità” da finalizzare nelle prossime settimane, ma molti analisti vedono nell’accordo un successo strategico per Washington e una concessione forzata per l’Europa.
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Dazi Usa. I termini dell’intesa: dazi, esenzioni e settori strategici
Il dazio del 15% entrerà in vigore il 1° agosto e interesserà la gran parte delle esportazioni europee, inclusi automobili, farmaci, semiconduttori, beni industriali e alimentari. Si tratta di un livello tariffario molto superiore agli standard pre-2020, ma inferiore al 27,5% già imposto sui veicoli e lontano dal 30% minacciato.
Alcune categorie strategiche restano escluse: aerei e componenti aeronautici, determinati prodotti chimici e farmaceutici generici, attrezzature per semiconduttori, materie prime critiche e alcune produzioni agricole saranno soggette a tariffe zero. Tuttavia, su acciaio e alluminio gli Stati Uniti manterranno il dazio punitivo del 50%, già in vigore dal 2018.
Non è chiaro se l’intesa includa tutte le tipologie di farmaci: Trump ha dichiarato inizialmente che sarebbero esclusi, ma la sua amministrazione ha poi confermato che saranno inclusi nel 15%. La mancanza di dettagli tecnici precisi apre il rischio di interpretazioni divergenti nei prossimi mesi.
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Dazi Usa. Energia, armi e tech: il costo politico dell’accordo
In cambio dell’allentamento tariffario, l’UE ha accettato di acquistare fino a 750 miliardi di dollari in prodotti energetici statunitensi nei prossimi tre anni — soprattutto gas naturale liquefatto — e di investire altri 600 miliardi nell’economia americana, tra cui rientrano commesse militari e progetti infrastrutturali. Si tratta di cifre molto elevate, annunciate da Trump come prova dell’impatto economico dell’intesa, anche se non è chiaro se includano investimenti già previsti da grandi gruppi europei.
A livello politico, uno degli elementi più rilevanti — e meno visibili — è la rinuncia della Commissione Europea all’introduzione della web tax sui colossi digitali americani. Bruxelles ha fatto sapere che la misura, oggetto di anni di dibattiti, sarà accantonata per non compromettere il clima negoziale. La mossa è stata interpretata da molti osservatori come un ulteriore segnale della forza negoziale statunitense.
Impatti economici e reazioni: un’Europa divisa
Se da un lato l’accordo ha scongiurato una guerra commerciale che avrebbe avuto impatti sistemici sull’economia globale, dall’altro il nuovo assetto tariffario avrà ricadute non trascurabili sul sistema industriale europeo. Secondo numerosi osservatori, l’Italia sarebbe tra i Paesi più esposti, subito dopo l’Irlanda: l’11% dell’occupazione italiana è legato a settori vulnerabili come meccanica, auto, moda e farmaceutica.
Confindustria stima una perdita di export fino a 23 miliardi di euro in tre anni, considerando anche l’effetto negativo del cambio euro-dollaro. Tra i comparti più colpiti: macchinari industriali (4,3 miliardi), farmaceutica (3,4), alimentari (1,8) e automotive (1,3).
Anche in Germania, cuore manifatturiero d’Europa, il compromesso ha suscitato malumori. Il BDI (Bundesverband der Deutschen Industrie) ha parlato di “compromesso inadeguato”, mentre il cancelliere Friedrich Merz ha riconosciuto che l’intesa evita danni peggiori per l’industria dell’auto. A Parigi, il ministro per gli Affari europei Benjamin Haddad ha definito l’accordo “temporaneamente utile, ma squilibrato”.
Una tregua fragile, con molti nodi ancora aperti
L’accordo è stato raggiunto in meno di un’ora, in un incontro informale al termine di una giornata di golf di Trump. Eppure, ha implicazioni geopolitiche ed economiche rilevanti. La sua natura volutamente politica, e non tecnica, lascia spazio a revisioni unilaterali, come Trump ha già fatto intuire. “Se l’Europa non manterrà gli impegni, i dazi potranno salire di nuovo”, ha dichiarato un alto funzionario USA.
Sul tavolo restano diverse questioni ancora aperte: dall’eventuale estensione delle esenzioni settoriali, alla definizione delle quote su acciaio e alluminio, fino alla gestione delle disparità interne alla UE, come quella tra Irlanda del Nord (soggetta al 10% grazie all’accordo UK-USA) e Repubblica d’Irlanda (15%).
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