Per raggiungere il Nirvana della digital trasformation, un’azienda ha bisogno di un Digital Transformation Manager. Non è un vezzo, è un dato di fatto. Nei contesti internazionali può essere il CIO, Chief Innovation Officer, ma il suo ruolo all’interno dell’azienda è lo stesso.

Si tratta di un ruolo relativamente nuovo su cui in tanti puntano per costruirsi una carriera professionale. Può rappresentare un nuovo percorso per i giovani ma anche una ricollocazione per chi in passato ha rivestito un ruolo diverso in azienda. E tanti istituti di formazione hanno già all’attivo Master e corsi specifici che possono costare anche qualche migliaio di euro.

L’Osservatorio Competenze Digitali sulle ricerche di personale ICT gestito da diverse associazioni di categoria segnala che, dall’ultimo rilevamento, la domanda di Digital Transformation Manager ha subito una notevole accelerazione (+114%). Dunque, la richiesta cresce, l’opportunità è dietro l’angolo.

La descrizione del Master Innovation Strategy & Digital Transformation della 24Ore Business School ci può già fornire qualche indicazione preliminare su cosa fa un Digital Transformation Manager.

Si parla di “acquisire le competenze per guidare e gestire i processi di cambiamento di un’impresa”. Ed è già chiaro che non si tratta di un ruolo esclusivamente tecnico. Lo descriveremo nei dettagli non appena chiariremo qual è il ruolo del Digital Transformation Manager in azienda.

Cosa fa un Digital Transformation Manager

Il titolo ci viene d’aiuto. Un Digital Transformation Manager è colui che gestisce la trasformazione digitale in azienda. La promessa del Master della 24Ore Business School è di imparare a guidare e gestire i processi di cambiamento di un’azienda. Cambiamento che, nella fattispecie, si indirizza verso il digitale ed è fortemente abilitato dalla tecnologia, ma non solo.

Dunque, si tratta di una figura manageriale che, con la responsabilità di individuare e implementare i progetti di trasformazione digitale, e che dovrà gestire i rapporti con diversi interlocutori aziendali e non.

Si deve subito chiarire che è altamente sconsigliato imbarcarsi in un unico progetto di trasformazione digitale. L’esperienza degli ultimi anni ha insegnato che il rischio di fallimento è dietro l’angolo, perché digitalizzare un’azienda non si compie in un attimo. In primis perché le tecnologie oggi a disposizione delle aziende sono tante e complesse. E in seconda battuta perché la trasformazione digitale implica una rivoluzione nei processi aziendali e nel modello di business, con un impatto inevitabile nella cultura aziendale.

Per questo le interlocuzioni, e di conseguenza le competenze, di un Digital Transformation Manager saranno diverse e variegate. Ed è per questo che il Master della 24Ore Business School si rivolge a figure diverse. I responsabili dei sistemi informativi come i manager delle Risorse Umane o del Marketing e i Project Manager.

Il responsabile della digitalizzazione in azienda si rapporterà con tutte le figure manageriali di un’azienda. Sarà in stretto contatto con il team It, ma anche con le Risorse Umane e dovrà rapportarsi a ogni manager di divisione. Se il progetto di digitalizzazione impatta sulla produzione nel Manufacturing, per esempio, ci si rapporterà con i responsabili di produzione. E così sarà se il progetto riguarda il dipartimento commerciale o marketing.

LEGGI ANCHE: I TREND 2021 DELLA TRASFORMAZIONE DIGITALE

Le competenze necessarie

Sempre secondo l’Osservatorio Competenze Digitali sulle ricerche di personale ICT la componente di competenze digitali richieste è pari al 43% (Digital Skill Rate). Seguono le soft skills, che pesano per il 37,8%, e infine le altre competenze non digital (19,2%). Ed emerge una crescita progressiva della rilevanza delle soft skills anche all’interno dei profili più tecnici, e non solo in quelli manageriali.

Dunque, le competenze digitali, o tecniche, sono ancora fondamentali per il profilo. Ciò significa che essere un project manager, un tecnico di prevendita o un ex responsabile dei sistemi informativi può essere una buona base di partenza. Per competenze non strettamente digitali si intende la capacità a gestire i progetti e il budget. E quindi anche la capacità di negoziare con i fornitori, o di interfacciarsi con clienti e con tutti gli stakeholder aziendali è una skill necessaria.

Il responsabile del progetto di digitalizzazione, infatti, dovrà supportare e coordinare i team aziendali coinvolti, realizzare protocolli e modelli operativi e garantire la necessaria formazione per il cambiamento.

Nella fattispecie, i soft skill apprezzabili sono una certa cultura di base, l’apertura mentale, una curiosità e una passione per i temi dell’innovazione, le forti capacità di relazione. Bisogna, poi, essere in grado di gestire situazioni complesse, anche dal punto di vista umano, ed è fondamentale diplomazia, visione di insieme e gestione dello stress.

Non basta, dunque, essere tecnologicamente competenti. La trasformazione digitale impatta soprattutto sulle persone, per questo è determinante essere in grado di “vendere” il progetto internamente, con passione e determinazione.

E, inoltre, è determinante sapersi destreggiare tra normative, bandi e compliance per non perdere eventuali opportunità, come i finanziamenti del PNRR per esempio. Ma anche per fare in modo che le norme, come il GDPR, siano rispettate.

Come diventare un Digital Transformation Manager

Abbiamo già detto che i corsi di formazione per avviare a questa professione si stanno moltiplicando, segno di una forte richiesta da parte del mercato italiano.

È consigliabile scegliere un percorso di formazione che colmi le lacune di base. Un responsabile dei sistemi informativi, per esempio, dovrà migliorare le proprie competenze commerciali e di gestione delle risorse umane. Al contrario, chi proviene da ambiti non tecnici dovrà allinearsi ai trend tecnologici. In particolare, relativi al mercato verticale in cui ci si sente più adeguati per competenze pregresse o agli specifici ambiti di applicazione.

Per intenderci: sviluppare un progetto Industria 4.0 richiede delle competenze tecniche relative alle architetture informatiche nel Manufacturing. Mentre, sviluppare un progetto per la digitalizzazione e il miglioramento del rapporto con i clienti, significherà sapere come funzionano le moderne piattaforme di CRM, collaboration e interazione.

In ogni caso, bisogna essere dei buoni venditori all’interno dell’azienda e dei buoni buyer dell’offerta disponibile sul mercato.

Quanto guadagna un Digital Transformation Manager

Non esiste una retribuzione standard per un responsabile della trasformazione digitale in azienda. Ciò che si può affermare è che si tratta di una figura strategica e necessaria, che prevede la gestione di un budget. Una figura, dunque, manageriale, che dovrebbe riferire direttamente al Consiglio di Amministrazione. Inoltre, è possibile che la retribuzione preveda un variabile legato agli obiettivi da raggiungere. Se il progetto si conclude felicemente, nei tempi e nel budget previsto e con un impatto misurabile sul business aziendale, è prevedibile un ulteriore compenso.

L’incarico potrebbe anche essere a progetto, delineando per il responsabile della trasformazione digitale un contratto di consulenza. In quel caso il compenso dovrebbe essere più alto rispetto all’equivalente di una figura assunta.

Infine, si tenga conto che la trasformazione digitale non è un progetto a tempo. Se, infatti, è vero che ha un inizio e una fine, è anche vero che di progetti di questo tipo ce ne possono essere diversi, da sviluppare in successione. Inoltre, l’innovazione tecnologica che si introduce in azienda oggi non è un’attività mordi e fuggi. Spesso si tratta di implementazioni lunghe, che hanno i loro tempi di integrazione nel contesto aziendale. E sono attività in continuo fine tuning, a seconda delle criticità che si possono manifestare a seguito del loro impatto.

Il panorama in Italia

È estremamente complicato calcolare il numero di Digital Transformation Manager già presenti in Italia. Perché nel nostro Paese la figura non è ancora stabilmente inquadrata ed è molto probabile che un’azienda medio piccola l’abbia già senza neanche accorgersene. Molto spesso, poi, il progetto di trasformazione digitale viene delegato in toto a un partner It, che è in grado di svolgere anche tutta l’attività consulenziale.

Ciò che si può affermare è che oggi le aziende di media dimensione siano le più interessate a seguire l’esempio delle grandi, multinazionali e locali. Ed è comunque chiaro che si tratta di una professione con una domanda che supera l’offerta attuale.

 

 

 

Digital Transformation Manager: chi è, cosa fa e quanto guadagna ultima modifica: 2021-10-20T15:20:30+02:00 da Valerio Mariani

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui