La trasformazione digitale sta portando le aziende ad adottare modelli organizzativi sempre più agili, creando dei piccoli e grandi terremoti nelle prassi gestionali e all’operatività quotidiana delle varie linee di business, che si riflettono in un modo differente di concepire il reparto IT, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista organizzativo.

Se il digitale, una volta che tutto funziona, è indubbiamente in grado di generare vantaggi enormi rispetto ai metodi tradizionali, non bisogna dare per scontata la fase di transizione che consiste nel mettere mano su ogni processo per modernizzarlo e renderlo più efficiente, grazie a nuove tecnologie e nuovi modelli sempre più basati su logiche event-driven e data-driven.

In questa situazione di stimolante cambiamento, per evitare il caos, si ricorre a discipline come l’Enterprise Architecture (EA) in modo da cercare di gestire gli aspetti conflittuali che separano un’organizzazione dall’intraprendere e portare a termine con successo una politica di cambiamento e modernizzazione, con l’obiettivo di rilanciare il proprio livello di competitività sul mercato.

Vediamo dunque come l’enterprise architecture può aiutare le aziende a raggiungere i loro obiettivi di business, con un approccio orientato da un utilizzo più efficiente delle risorse IT, capace di integrarsi in maniera trasversale in tutta l’organizzazione, superando quella visione tradizionale che vedeva nell’isolamento e nell’eccessiva specializzazione delle varie linee di business uno degli aspetti più limitanti nel confronto dell’innovazione.

Grazie alla tecnologia e ad un utilizzo più consapevole delle risorse, le varie figure aziendali devono crescere e diventare parte sempre più attiva nel conseguimento del successo generale dell’azienda.

Cos’è l’enterprise architecture

Secondo la definizione di Gartner, l’enterprise architecture (EA) è “Una disciplina che guida in modo olistico e proattivo le risposte di un’azienda agli eventi dirompenti per il business, identificando e analizzando l’attuazione del cambiamento verso la visione e i risultati desiderati. L’enterprise architecture crea valore presentando ai leader dell’azienda e ai responsabili IT suggerimenti pronti per adeguare politiche e progetti ai fini di ottenere i risultati di business desiderati”.

Una definizione piuttosto articolata, quella offerta da Gartner, che potremmo ulteriormente sintetizzare affermando che il ruolo dell’enterprise architecture si colloca concettualmente e operativamente tra lo stato attuale, o stato iniziale di un business e lo stato finale, quello che si desidera raggiungere in termini di obiettivi. In tale contesto suo compito risiede nel supportare le aziende nel raggiungimento di loro obiettivi, affinché eseguano correttamente le azioni utili ad avere successo.

All’atto pratico, come vedremo nel dettaglio tra qualche paragrafo, l’enterprise architecture definisce e supervisiona l’attuazione di un framework capace di far eseguire in maniera corretta i piani e le strategie di business, agendo sostanzialmente su tre pilastri fondamentali dell’azienda:

  • I processi di business
  • Le informazioni strategiche
  • Gli elementi tecnologici (IT)

Non si tratta quindi né di un’attività puramente gestionale, né tantomeno di coordinare semplicemente il reparto IT dell’azione. Si parla infatti di architettura, facendo riferimento agli schemi organizzativi, di vari elementi che concorrono a definire l’attività dell’azienda nel suo insieme. Convenzionalmente si riconoscono quattro livelli architetturali:

  • Technology Architecture: definisce gli aspetti IT utilizzati dall’organizzazione, quindi hardware, software, sistemi operativi, gestione di rete, metodologie di sviluppo e tutti gli aspetti tecnologici alla base dell’operatività dei processi funzionali al business;
  • Business Architecture: definisce i processi e gli standard con cui guida l’operatività quotidiana delle varie linee di business;
  • Information Architecture: definisce e classifica i dati di cui l’organizzazione necessita per lavorare in maniera efficiente (documenti, database, immagini, presentazioni, fogli di calcolo, ecc.)
  • Applications Architecture: definisce in modo pratico le interazioni tra i processi e gli standard utilizzati in azienda.

Questa classificazione rende in particolar modo evidente il concetto di architettura, che forse sarebbe più semplice esprimere come schema strutturale dei principali temi che regolano il funzionamento dei processi aziendali. L’enterprise architecture di fatto scompone l’azienda nei suoi singoli elementi, in modo da poterli gestire e riorganizzare nel modo più efficiente possibile ai fini di rimanere coerente con la visione d’insieme prospettata dal disegno strategico alla base dei processi.

Un paragone piuttosto frequente quando si tratta di spiegare i concetti di base dell’enterprise architecture è quello riferito alla pianificazione urbana, che analizza singolarmente i vari elementi della città (trasporti, illuminazione, parcheggi, distribuzione energia, servizi pubblici, ecc.) per dare forma alla visione unitaria prevista dal pianificatore, da cui dipende a stretto giro l’efficienza del modello urbano e la qualità di vita dei cittadini.

Come il lettore più attento avrà certamente intuito, la sintesi divulgativa che vi proponiamo mira ad enfatizzare i concetti chiave, ma non rende particolarmente giustizia alla complessità, alla varietà e al livello di dettaglio dell’enterprise architecture, oltre a non entrare nel merito di discipline parallele come la solution architecture, indispensabile per bilanciare sul piano operativo l’azione dei quattro livelli architetturali della EA, il cui focus tende spesso a rimanere di natura prevalentemente strategica, eccezion fatta per la technology architecture.

Perché l’enterprise architecture è così importante

Chiunque abbia una significativa esperienza nella gestione aziendale sa benissimo che quando non si raggiunge un obiettivo di business, le responsabilità sono prevalentemente da imputare alla cattiva esecuzione di un piano, piuttosto che alla scarsa qualità del piano stesso. La pratica è infatti ben più complessa della teoria, in quanto coinvolge un numero incredibilmente più elevato di variabili, che vanno necessariamente combinate tra loro per ottenere il miglior amalgama tra le risorse previste, fermo restando che queste siano adeguate al raggiungimento dello scopo.

Facendola breve, è importante ribadire come il ruolo centrale dell’enterprise architecture consista nel guidare in maniera corretta l’attuazione dei processi e delle attività che concorrono al raggiungimento degli obiettivi di business. Il suo ruolo è pertanto centrale in qualsiasi organizzazione e lo è in particolar modo in quelle realtà che vantano un elevato livello di complessità dal punto di vista delle linee di business e dei processi attivi, sia dal punto di vista delle numeriche che degli standard tecnologici e organizzativi richiesti.

Tra i principali vantaggi che l’implementazione di una metodologia di enterprise architecture può innescare in azienda:

  • Miglioramento del supporto decisionale;
  • Facilitare la percezione delle risorse IT necessarie per raggiungere determinati obiettivi, a breve, medio e lungo termine;
  • Ottimizzazione dei processi IT, al netto di eventuali fusioni e accorpamenti;
  • Supporto concreto ai processi di riorganizzazione e modernizzazione dell’azienda;
  • Capacità di adattarsi in maniera più agile e veloce ai cambiamenti imposti dall’evoluzione del mercato;
  • Miglior gestione delle risorse umane e a tutte le attività relative al HR;
  • Eliminazione dei processi obsoleti, inefficienti e ridondanti;
  • Ottimizzazione delle risorse ai fini di un impiego più efficiente degli asset aziendali;
  • Facilitazione divulgativa degli aspetti IT nei confronti di figure decisionali non specialistiche, come i manager delle varie LoB e le varie figure designate nell’eventuale CdA;
  • Facilitazione interpretativa degli aspetti IT per i team finanziari, chiamati a tradurli in voci di bilancio;
  • Agevolare la comunicazione tra i vari reparti aziendali ed in particolare tra i project manager cui fa capo la responsabilità dei vari progetti.

Il ruolo dell’enterprise architect

L’enterprise architect è il responsabile della EA aziendale ed assume un ruolo cardinale nel definire l’infrastruttura IT di un’azienda, oltre a pianificare l’aggiornamento dell’hardware, del software e dei servizi IT utili a supportare le attività pianificate per raggiungere gli obiettivi di business stabiliti.

L’enterprise architect è nello specifico responsabile per quanto concerne la gestione e la manutenzione delle reti e dei principali servizi IT soprattutto per quanto riguarda l’attività di definizione e supervisione, demandando alle risorse presenti in azienda le fasi puramente operative e specialistiche sui sistemi hardware e software.

Nella sua natura di supervisore, l’enterprise architect assume un ruolo fondamentale nel dare forma ad una strategia di miglioramento continuo delle risorse IT, nella cui attività rientra anche la definizione dei report che dimostrano nello specifico l’efficienza dell’enterprise architecture, per convincere i decisori aziendali ad investire progressivamente in maniera sempre più significativa nelle sue dotazioni e attività. L’enterprise architect deve quindi svolgere un’azione analitica molto puntuale, individuando per ogni linea di business gli strumenti necessari affinché i dipendenti coinvolti possano lavorare al meglio delle loro possibilità.

Competenze e certificazioni richieste

Il quadro delle competenze di cui un enterprise architect necessita è molto ampio e soprattutto stratificato, in quanto la sua figura prevede il costante interfacciamento con un’ampia tipologia di soggetti, che svolgono ruoli totalmente differenti, spaziando da quelli più tecnici a quelli puramente commerciali. È dunque importante sapersi relazionare con tutti ai fini di comprendere le loro esigenze operative e dotarli degli strumenti necessari per operare al meglio.

Nel corso della loro formazione, gli aspiranti enterprise architect difficilmente nascono come tali dal loro primo giorno di lavoro. Quel che intendiamo dire è che non si esce dall’università come enterprise architect, se intendiamo la figura effettivamente responsabile per svolgere questa mansione. Dopo aver seguito uno dei classici percorsi didattici che formano un professionista in ambito IT, come la classica laurea in informatica, è possibile specializzarsi attraverso alcuni master tematici, ma è soprattutto fondamentale aver maturato una solida esperienza nell’ambito di un reparto IT aziendale o in una società di consulenza.

L’enterprise architect, oltre ad un significativo bagaglio tecnico nella gestione dei dati e delle strategie aziendali, deve essere necessariamente dotato di una serie di soft skills fondamentali, dimostrando facilità di comunicazione, analisi, teamworking e soprattutto problem solving. Inutile girarci attorno. Ad alti livelli, il ruolo dell’enterprise architect non è alla portata di tutti.

Anche se ciò non costituisce necessariamente un prerequisito, è sempre apprezzato leggere sul curriculum di un enterprise architect l’ottenimento di una o più certificazioni. L’elenco è piuttosto ampio e la lista che seguirà a breve, per quanto possa apparire decisamente nutrita, rappresenta una visione parziale di ciò che il fenomeno dell’enterprise architecture attualmente rappresenta.

Le certificazioni, come quasi sempre avviene in ambito informatico, sono legate a stretto filo con la soluzione tecnologica utilizzata, garantendo per l’appunto una competenza qualificata da parte dell’enterprise architect:

  • Professional Cloud Solutions Architect Certification
  • The Open Group TOGAF 9.2 Certification
  • The Virtualization Council Master Infrastructure Architect Certification
  • AWS Certified Solution Architect
  • EC Council Certified Network Defense Architect (CNDA)
  • CISSP Information Systems Security Architecture Professional (CISSP-ISSAP)
  • The Open Group Certified Architect (Open CA)
  • Dell EMC Proven Professional Cloud architect training and certification
  • Axelos ITIL Master Certification
  • Google Professional Cloud Architect
  • Red Hat Certified Architect
  • Salesforce Certified Technical Architect

I framework

Tra i principali framework di enterprise architecture possiamo sintetizzare:

  • Zachman Framework for Enterprise Architecture
  • The Open Group Architectural Framework (TOGAF)
  • The European Space Agency Architectural Framework
  • Unified Architecture Framework (UAF)
  • Agile Enterprise Architecture
  • Federal Enterprise Architecture Framework (FEAF)
  • SAP Enterprise Architecture Framework
  • Gartner’s Enterprise Architecture Framework

Tali framework differiscono anche significativamente nei modelli e nelle metodologie adottate ma perseguono sostanzialmente il medesimo obiettivo nel guidare le aziende a raggiungere con successo i loro obiettivi. La scelta del framework da adattare al caso specifico dipende dai risultati dell’analisi che l’enterprise architect effettua prima di redigere un vero e proprio piano strutturato di enterprise architecture. Alcuni si prestano ad esempio meglio ad aziende di piccole, altri a grandi realtà con molte sedi e processi attivi.

Non esiste pertanto a priori un framework migliore di un altro. Per avere un buon indirizzamento iniziale è molto importante l’esperienza dell’enterprise architect, che grazie al know how acquisito nelle precedenti esperienze professionali dovrebbe essere in grado di restringere il campo rispetto al grande numero di opzioni di cui è possibile avvalersi, per definire pertanto la scelta del modello di riferimento, adattandolo infine allo specifico caso aziendale.

Le best practice

Oltre ad avere la completa visione dell’IT aziendale e seguire un percorso metodologico strutturato con l’implementazione di un framework, l’enterprise architect è colui che dovrebbe assicurarsi che in azienda vengano seguite una serie di best practice, basate innanzitutto sul buon senso e sulla collaborazione reciproca, oltre alla volontà comune di raggiungere determinati obiettivi per far crescere il valore complessivo dell’azienda.

Tra le buone prassi che un enterprise architect deve incoraggiare all’interno di un’azienda possiamo ad esempio citare:

  • Stabilire un set il più possibile standardizzato di attività;
  • Procedere in maniera progressiva, iniziando a lavorare sui processi prioritari, per estendere successivamente il lavoro a tutte le attività funzionali al raggiungimento degli obiettivi di business prefissati;
  • Utilizzare le più efficaci tecnologie di data visualization per illustrare in maniera immediata ed intuitiva ai decisori come l’enterprise architecture possa aiutare a risolvere problemi concreti dell’azienda;
  • Parlare la stessa lingua dell’interlocutore con cui si trova ad interagire. Più tecnica nel caso in cui debba interfacciarsi con un responsabile di sviluppo o di un project manager, più improntata al business quando ci si relazione con un manager o un responsabile commerciale;
  • Integrare il più possibile l’integrazione di fonti di dati automatizzati;
  • Cercare di mantenere la più elevata data quality possibile, seguendo tutte le buone prassi della data governance e della data preparation;
  • Redigere con regolarità report e insight che possano informare adeguatamente tutti gli stakeholder;
  • Cercare di coinvolgere direttamente più colleghi possibili, o avere almeno un referente attivo per ciascuna linea di business (LoB) dell’azienda

L’enterprise architecture as a service

Sebbene le attività di enterprise architecture siano sempre più diffuse nel contesto della pianificazione del business aziendale, molto spesso le PMI sono quelle che fanno più fatica ad implementarla in maniera concreta, per una serie di motivi che vanno dalla difficoltà di sostenere economicamente un enterprise architect dedicato, fino alla scarsa flessibilità dei framework, se non si dispone di esperienza ed adeguate competenze per adattarli al caso specifico. Dal momento che il secondo aspetto è una conseguenza diretta del primo, per ovviare alle difficoltà di assumere full time un enterprise architecture hanno iniziato a diffondersi soluzioni di Enterprise Architecture as a Service (EAaaS).

L’EAaaS è per molti versi equiparabile a molti altri modelli di distribuzione di servizi di consulenza che vedono una realtà assistere in qualità di fornitore più aziende clienti, dedicando loro soltanto l’impegno e le risorse di cui necessitano per risolvere le proprie esigenze. Un fornitore EAaaS in sostanza centralizza la pianificazione, l’analisi e la gestione dell’architettura, esattamente come farebbe una tradizionale figura di enterprise architect.

Essendo basata su un modello a servizi, la EAaaS si rivela capace di ottimizzare fortemente le risorse necessarie, soprattutto nel caso delle PMI, che spesso e volentieri non necessitano di una figura a tempo pieno. Una volta che la pianificazione è ben strutturata, è possibile avvalersi di pacchetti di consulenza spot, da attivare secondo necessità per accettarsi che tutto proceda per il meglio, oltre a coordinare le fasi di riepilogo dell’attività svolta, per informare e supportare in maniera compiuta i più importanti momenti decisionali previsti dall’amministrazione dell’azienda. Per il resto, i processi coinvolti vengono monitorati praticamente in tempo reale dal fornitore EAaaS medianti appositi strumenti, in grado automatizzare buona parte delle attività di gestione.

Da questo punto di vista, possiamo evidenziare quella che è con ogni probabilità la principale differenza tra la enterprise architecture svolta internamente a livello IT e la consulenza EAaaS. Si tratta soprattutto di una questione di mindset. Mentre l’abitudine generale della leadership IT di un’azienda è quello di tirare le somme dopo la conclusione di un processo, una soluzione EAaaS è in grado di garantire una visibilità in tempo reale durante l’intero ciclo di vita del processo stesso, con la possibilità di generare report e insight in qualsiasi momento. Si tratta ovviamente di un approccio più moderno e coerente con l’attività dei più avanzati sistemi di data visualization attualmente disponibili sul mercato.

Al di là del fatto che si decida di avvalersi o meno di soluzioni EAaaS è opportuno considerare come negli ultimi anni il tradizionale concetto di enterprise architecture, basato sui classici piani triennali o quinquennali viene progressivamente superato da logiche più agili e dinamiche, anche perché l’IT stesso cambia in continuazione, per adattarsi ad esempio alle metodologie DevOps con cui vengono gestiti i progetti di sviluppo. L’IT stesso amplia progressivamente i propri orizzonti, facendo propri quei principi di flessibilità e scalabilità delle risorse che oggi vengono garantite dalle soluzioni cloud.

Pur mantenendo ben saldi i propri punti di forza, come l’organizzazione e la standardizzazione garantita dai framework su cui si basa, l’enterprise architecture si sta progressivamente modernizzando verso una visione più matura e dinamica di tutti e quattro i principali livelli architetturali che la strutturano.

 

 

Enterprise architecture, cos’è e perché è fondamentale ultima modifica: 2022-01-10T17:41:32+01:00 da Francesco La Trofa

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