Smart working, intelligenza artificiale e nuovi modelli collaborativi stanno ridefinendo processi e ruoli nelle imprese. L’evento Get in the Game mette a confronto approcci organizzativi, tecnologie e casi applicativi per leggere il cambiamento in chiave operativa
Il mondo del lavoro sta attraversando una fase di trasformazione senza precedenti, dove convergono simultaneamente più rivoluzioni. I dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano fotografano una realtà ormai consolidata: 3,57 milioni di lavoratori italiani operano in modalità agile, con il 73% di loro che dichiara di non voler tornare indietro. Ma la vera sfida non è più il “dove” si lavora, quanto il “come” si collabora e si produce valore in un contesto in continua evoluzione.
L’intelligenza artificiale generativa rappresenta il cambiamento più dirompente: secondo McKinsey, il 65% delle organizzazioni la utilizza già regolarmente, quasi il doppio rispetto a pochi mesi prima. Gartner stima che entro il 2026 il 30% delle imprese avrà implementato una strategia di sviluppo e test potenziata dall’AI generativa, rispetto al 5% del 2021.
Parallelamente, la complessità organizzativa è esplosa. Le grandi imprese italiane vedono quasi 2 milioni di lavoratori operare in smart working, con il 96% delle grandi organizzazioni che hanno consolidato iniziative strutturate. I team sono distribuiti geograficamente, le competenze sempre più specializzate, mentre i mercati richiedono velocità e capacità di adattamento che mettono sotto pressione i modelli organizzativi tradizionali.
[Get in the game! 29 gennaio 2026, Bologna. Arriva l’evento più atteso per toccare con mano la rivoluzione dei team di lavoro nell’era dell’artificial intelligence. Un giorno, tante voci e storie di eccellenza da ascoltare. Qui tutti i dettagli per partecipare]
Get in the game, cambia il tessuto organizzativo delle imprese
Non si tratta solo di nuovi strumenti: è il tessuto stesso del lavoro che sta cambiando. Le decisioni vengono prese in modo diverso, i processi si automatizzano, le competenze richieste si trasformano rapidamente.
La questione cruciale riguarda dunque la capacità delle organizzazioni di integrare queste trasformazioni in una visione coerente che coinvolga persone, processi e cultura aziendale.
Il tema della leadership diventa centrale. Servono team coesi, capaci di navigare l’incertezza, di collaborare efficacemente anche a distanza, di prendere decisioni rapide in contesti complessi. Servono culture organizzative che favoriscano l’innovazione, la fiducia, la comunicazione trasparente. Servono modelli di leadership che sappiano bilanciare controllo e autonomia, direzione strategica e flessibilità operativa.
Le aziende più avanzate l’hanno capito. Stanno investendo non solo in tecnologia, ma anche in cultura organizzativa. Stanno sperimentando nuovi modelli di leadership meno gerarchici e più distribuiti. Stanno ripensando i loro processi per renderli più agili, più trasparenti, più orientati al risultato concreto piuttosto che alla conformità formale. E stanno scoprendo che le metafore e i modelli che vengono dal mondo dello sport – dove la collaborazione, la fiducia reciproca e l’allenamento costante sono la norma – possono offrire chiavi di lettura sorprendentemente efficaci.
Perché nello sport, come nelle organizzazioni moderne, non vince chi ha il singolo talento più forte, ma chi riesce a far giocare insieme il talento collettivo. Non vince chi ha il piano perfetto, ma chi sa adattarsi rapidamente quando il contesto cambia. Non vince chi evita gli errori, ma chi impara da essi e migliora continuamente.
Questa consapevolezza sta aprendo nuovi spazi di riflessione e confronto tra manager, responsabili HR, C-level e tutti coloro che hanno la responsabilità di guidare team e organizzazioni attraverso questa fase di transizione. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce Get in the Game, l’evento organizzato da GetConnected in collaborazione con Atlassian, in programma il 29 gennaio 2026 a Bologna presso il Sympò.
Get in the game, un format che prende sul serio la complessità del cambiamento
L’appuntamento bolognese si struttura attorno a un interrogativo che molti manager si pongono: perché alcune organizzazioni riescono a trasformarsi mantenendo coesione e performance, mentre altre si impantanano in resistenze, silos e progetti che non decollano? La risposta non sta solo negli strumenti adottati, ma nel modo in cui le persone li utilizzano e collaborano.
Per questo la giornata intreccia volutamente tre dimensioni: quella ispirazionale, che aiuta a vedere le cose da angolazioni inedite; quella analitica, che fornisce framework e modelli interpretativi; e quella concreta, che mostra implementazioni reali con i loro successi e fallimenti.
Gli organizzatori hanno scelto di aprire con Maurizia Cacciatori (nella foto), figura non scontata in un evento su innovazione e digitale. Ex capitana della Nazionale di pallavolo, oggi impegnata come Ambassador federale e speaker nel mondo corporate, Cacciatori porta un bagaglio di esperienze su cosa significhi tenere insieme un gruppo sotto pressione, gestire momenti di crisi, mantenere la motivazione quando i risultati tardano ad arrivare. Il parallelo con le dinamiche aziendali è meno forzato di quanto possa sembrare: anche in un team sportivo ad alto livello bisogna integrare personalità diverse, bilanciare obiettivi individuali e collettivi, prendere decisioni rapide con informazioni incomplete.
Accanto a lei, Massimiliano Ghini della Bologna Business School rappresenta il contrappunto accademico e strutturato. Specializzato in intelligenza emotiva applicata al management, Ghini lavora su come le emozioni – spesso rimosse dal discorso organizzativo – influenzino concretamente decisioni, relazioni e risultati nei team.
A guidare la plenaria sarà Nicoletta Boldrini, giornalista e divulgatrice specializzata in innovazione, che da oltre vent’anni racconta l’impatto delle tecnologie emergenti su business, competenze e modelli di lavoro.
Oltre la retorica: le domande operative delle aziende
Il programma prevede due sessioni di confronto che affrontano il tema da angolazioni diverse. La prima è dedicata a questioni organizzative che incidono in modo diretto sul lavoro quotidiano: come si costruisce fiducia in contesti distribuiti, come si preserva l’allineamento strategico senza ricorrere a forme di controllo eccessivo, come si favorisce l’emersione di iniziative dal basso in strutture ancora gerarchiche.
Si tratta di interrogativi diffusi tra chi guida team e organizzazioni, ma che trovano raramente spazio in contesti di discussione aperta, spesso orientati alla presentazione di modelli già definiti. In questo caso il taglio appare più orientato allo scambio tra pari su problemi concreti.
La seconda sessione è invece focalizzata sugli strumenti digitali – intelligenza artificiale, automazione, piattaforme collaborative – con un approccio orientato all’impatto operativo. L’attenzione è rivolta a come queste tecnologie entrano nei processi quotidiani, alle competenze che richiedono, alle resistenze che possono emergere e ai compromessi organizzativi che rendono necessari. In questo quadro si inserisce il contributo di Atlassian, che porta il punto di vista di un fornitore di piattaforme utilizzate da un ampio numero di aziende, mostrando come l’efficacia degli stessi strumenti dipenda in larga parte dalle modalità di adozione e di governo. Simone Pancaldi, responsabile per il mercato italiano, illustrerà casi che evidenziano questa variabilità di risultati a parità di tecnologia.
Get in the game. Il pomeriggio: dal metodo ai casi applicativi
La sessione pomeridiana è dedicata ai casi di adozione. L’obiettivo non è presentare esperienze idealizzate, ma ricostruire percorsi reali, evidenziandone criticità, scelte intermedie e aggiustamenti progressivi. GetConnected, in qualità di partner implementativo di Atlassian, porta l’esperienza maturata in numerosi progetti di digitalizzazione dei processi, dove il passaggio dal disegno iniziale all’operatività è spesso complesso.
L’ascolto diretto delle esperienze aziendali consente di affrontare aspetti che difficilmente emergono nei contesti più istituzionali: tempi effettivi di adozione, resistenze interne, dinamiche tra funzioni diverse, gestione dei conflitti e delle differenze generazionali. Informazioni che risultano particolarmente utili per chi sta valutando iniziative analoghe.
Il filo conduttore è il rapporto tra tecnologia e organizzazione: l’introduzione di piattaforme collaborative senza un adeguato lavoro su comportamenti e meccanismi organizzativi tende a produrre inefficienze; allo stesso modo, un cambiamento culturale privo di strumenti di supporto difficilmente si traduce in processi operativi stabili.
Un’occasione di confronto in una fase di forte accelerazione
Get in the Game si propone come momento di confronto per chi è coinvolto nella gestione dei team e nei percorsi di trasformazione organizzativa. In una fase in cui le imprese sono sottoposte a una forte pressione operativa, l’iniziativa offre uno spazio di riflessione e di scambio tra professionisti attivi su problemi simili.
L’evento si terrà il 29 gennaio 2026 presso il Sympò di Bologna. La partecipazione è gratuita, previa approvazione della segreteria organizzativa, con iscrizioni disponibili sul sito di GetConnected. In un contesto in cui cultura organizzativa, competenze e tecnologie collaborative sono sempre più interdipendenti, l’incontro è pensato come occasione di aggiornamento e networking per chi opera su questi fronti.
[Get in the game! 29 gennaio 2026, Bologna. Arriva l’evento più atteso per toccare con mano la rivoluzione dei team di lavoro nell’era dell’artificial intelligence. Un giorno, tante voci e storie di eccellenza da ascoltare. Qui tutti i dettagli per partecipare]











