L’approccio distribuito di Mediterra DataCenters propone un’alternativa ai grandi hub europei: un modello modulare, sostenibile e orientato alla prossimità che parte dall’Italia per estendersi nel Sud Europa.
La questione è semplice, almeno sulla carta.
Nel settore dei data center, il paradigma dei grandi hub digitali centralizzati, cresciuto intorno a poli consolidati come Francoforte, Londra e Amsterdam, sembra oggi mostrare segnali di saturazione. A fronte di un rallentamento degli investimenti nei tradizionali mercati FLAPD (vale a dire lungo l’asse Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi e Dublino), l’interesse deli imprenditori si sposta oggi verso aree in precedenza considerate periferiche rispetto alla geografia digitale europea. Tra queste, l’Italia occupa una posizione sempre più rilevante, non solo per ragioni di mercato, ma anche per la sua collocazione geografica e per il potenziale di sviluppo nelle regioni centro-meridionali.
In questo contesto si inserisce Mediterra, un progetto industriale sostenuto dal fondo infrastrutturale PEIF III, gestito da DWS Infrastructure, che non nasce per rafforzare i grandi hub esistenti, bensì con l’obiettivo di costruire una rete di data center regionali, capaci di portare servizi digitali avanzati anche nelle aree finora escluse dalle grandi direttrici dell’infrastruttura europea.
Il primo, significativo passo, per la concretizzazione di questo progetto è stato fatto a Roma, con l’acquisizione di un sito già attivo e certificato Tier IV, situato nel Tecnopolo Tiburtino: il data center di Cloud Europe. E già la scelta della Capitale è indicativa di un cambio di logica: non si punta solo alla concentrazione in pochi nodi strategici, ma all’integrazione nei tessuti produttivi ed economici locali.
Prossimità come leva per la competitività
La prossimità dell’infrastruttura digitale ai territori non è un tema secondario.
Come spiega Emmanuel Becker, CEO di Mediterra, “Non vogliamo costruire un altro grande hub, ma portare l’infrastruttura dove serve davvero: vicino alle imprese e alle comunità. Vogliamo contribuire alla crescita dei territori, attivare nuovi modelli di sviluppo, creare valore reale”.
In un contesto industriale frammentato come quello italiano, caratterizzato da una forte presenza di PMI e distretti produttivi regionali, la distanza fisica tra le imprese e l’infrastruttura cloud o dati incide direttamente su prestazioni, costi e affidabilità. La proposta di Mediterra è costruita su questa esigenza: realizzare poli locali in grado di offrire servizi evoluti a bassa latenza, ma anche accesso a un ecosistema connesso di soluzioni cloud, edge, sicurezza e AI.
A differenza dei modelli orientati esclusivamente alle grandi aziende, l’approccio di Mediterra considera anche le necessità delle piccole e medie imprese specializzate, che richiedono ambienti digitali agili, sicuri e con possibilità di scalabilità, ma non necessariamente collocati all’interno di data center iper-massivi. L’obiettivo è fornire una piattaforma aperta, accessibile e integrabile, capace di supportare anche settori verticali con forti esigenze di disponibilità continua del dato: dall’automotive alla farmaceutica, fino all’agroalimentare.
Questa impostazione implica un’infrastruttura modulare, basata su tempi di attivazione ridotti e capacità di adattamento alle condizioni locali, sia in termini di domanda sia di condizioni energetiche e urbanistiche. La prossimità diventa così non solo un valore tecnico, ma un fattore competitivo per l’intero sistema produttivo.
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Un progetto infrastrutturale con una dimensione sistemica
Mediterra non nasce come operatore commerciale focalizzato sulla sola offerta di spazio e potenza di calcolo. La missione dichiarata è favorire il consolidamento infrastrutturale in ambito nazionale, accompagnando le imprese in una razionalizzazione dei propri asset digitali. L’Italia è oggi caratterizzata dalla presenza di migliaia di CED aziendali spesso obsoleti, inefficienti e ad alto impatto. La sostituzione progressiva di queste strutture con data center regionali moderni, efficienti e interconnessi rappresenta un passo importante verso la digitalizzazione sostenibile.
Il piano industriale prevede investimenti su più fronti. Dopo Roma, sono in corso interlocuzioni per lo sviluppo di nuovi siti nel Centro-Nord e nel Sud Italia, con una pipeline da oltre 150 milioni di euro nei prossimi due anni. La prospettiva è estendere il modello oltre i confini nazionali, partendo dai Paesi del Sud Europa – Spagna, Francia, Portogallo – dove il tema della prossimità e della sovranità del dato è sempre più rilevante.
Per quanto riguarda invece gli ambiti nei quali Mediterra pensa di focalizzare i propri piani di sviluppo, Becker sottolinea come “L’intelligenza artificiale e le applicazioni specialistiche nei settori automotive, chimico, farmaceutico e finanziario rappresentano aree prioritarie di sviluppo, dove l’accesso locale ai dati, l’alta disponibilità e la possibilità di espandere rapidamente le risorse giocano un ruolo determinante”.
Nello sviluppo delle sue attività, òa sostenibilità ambientale rappresenta un asse strategico per Mediterra, i cui data center utilizzano energia rinnovabile e tecnologie ad alta efficienza, con un focus specifico sulla riqualificazione di spazi esistenti, per evitare ulteriore consumo di suolo e impatti urbanistici. Secondo le stime dell’azienda, un data center regionale ottimizzato può garantire consumi energetici fino a dieci volte inferiori rispetto ai CED tradizionali.
Mediterra DataCenter, assetto internazionale e direzione industriale
A garanzia della solidità del progetto c’è il sostegno di PEIF III, fondo di investimento infrastrutturale da 3,1 miliardi di euro, parte della piattaforma di DWS Infrastructure. Il fondo, attivo in numerosi progetti energetici e digitali in Europa, controlla interamente Mediterra ed è presente in Italia con un team senior dedicato. DWS, asset manager con oltre 1.000 miliardi di euro in gestione complessiva, ha già operato nel settore dei data center attraverso la creazione di NorthC, principale provider regionale di colocation nei Paesi Bassi.
La governance operativa dell’azienda è affidata a un management internazionale con esperienza trasversale. Il CEO Emmanuel Becker proviene da precedenti incarichi in Equinix; la Chairwoman Alexandra Schless guida anche NorthC e ha ricoperto ruoli di vertice in Equinix e Telecity; Mike Tobin, Non-Executive Director, è stato CEO di TeleCity Group. L’insieme delle competenze copre l’intero spettro strategico: infrastrutture, tecnologia, finanza, operations.