Più sostenibilità, è la gente che lo chiede. Oracle ha presentato i dati della ricerca No Planet B, How Can Business And Technology Help Save The World, svolta in collaborazione con Pamela Rucker, CIO Advisor e docente di Harvard Professional Development. Lo studio ha coinvolto oltre 11mila consumatori e manager aziendali in 15 Paesi, evidenziando in particolare un solo messaggio: le persone esigono maggiori progressi nel campo della sostenibilità e dei temi sociali e un maggiore impegno da parte delle aziende.

Un J’accuse condito di opportuni bla-bla-bla, insomma, che proviene dal basso e che punta decisamente il dito su ciò che (non) è stato fatto. Interessante segnalare che il 72% del campione è composto da persone con un’età compresa tra 26 e 54 anni. In particolare, il 54% dei rispondenti ha meno di 37 anni. Sono dunque i giovani e i nuovi manager che chiedono sostenibilità, in totale accordo con il fatto che la tutela del Pianeta e la responsabilità sociale per quelle generazioni sono prioritarie.

Altre evidenze della ricerca No Planet B parlano di priorità sbagliate: il 42% sostiene che le persone sono troppo prese da altro, il 39% punta il dito sulla smania del profitto e il 37% sulla pigrizia e l’egoismo. E allora, si pretende un maggiore impegno da parte delle aziende. Ma le aziende sono fatte di persone, degli stessi manager che sono stati intervistati. Logica vorrebbe, dunque, che le persone esigano maggiori progressi in termini di sostenibilità da loro stesse.

No Planet B: Intelligenza Artificiale e bot per il programmi ESG

Ma, tant’è, quasi la metà degli intervistati è convinto che le aziende possano contribuire in modo significativo a favore della sostenibilità e dei fattori sociali rispetto a governi e singoli individui. Ancora più rilevante, invece, che l’89% del campione ritiene che non sia sufficiente che le aziende proclamino a parole il loro impegno verso le questioni ambientali, sociali e di governance (ESG): vogliono vedere più prove e fatti concreti e meno greenwashing.

Per raggiungere questi obiettivi, l’84% degli 11mila ritiene che le aziende potrebbero fare maggiori progressi grazie alla tecnologia. In particolare, grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale, mentre il 61% è convinto che i bot riusciranno in questa impresa, meglio degli esseri umani.

Se si è tutti d’accordo che si dovrebbe garantire (maggiore) concretezza ai programmi ESG, quando si chiede quali benefici possano portare alle aziende si risponde con: rafforzamento del brand (40%), aumento della produttività (39%) e opportunità di attrarre nuovi clienti (38%). E si torna a pensare all’ESG come un abilitatore di business.

D’altronde, la fascia d’età di coinvolta nella ricerca No Planet B rappresenta i nuovi consumatori, oltreché i nuovi manager. E i desiderata di questo cluster sono già ben noti. Oracle li conferma ed evidenzia, in particolare, che il 70% delle persone interromperebbe qualsiasi rapporto con i brand che non prendono seriamente in considerazione la sostenibilità e le iniziative sociali. Mentre il 69% lascerebbe la propria azienda attuale per lavorare per chi si impegna maggiormente su tali fronti. Di più? Se le organizzazioni aziendali riuscissero a dimostrare chiaramente i progressi che stanno facendo, le persone pagherebbero un sovrapprezzo per prodotti e servizi (87%). E investirebbero nei loro prodotti (83%), e lavorerebbero per loro (83%).

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Programmi ESG? Vorrei ma non riesco

Ancor più interessante riflettere sul fatto che la quasi totalità dei manager aziendali (91%) sta riscontrando enormi ostacoli nell’attuazione delle iniziative ESG e di sostenibilità. Le sfide principali riguardano l’ottenimento di parametri ESG da parte dei partner e delle terze parti (35%). Ma anche la mancanza di dati (33%), la reportistica manuale e il time spending (32%).

Ma l’89% degli intervistati ritiene che le organizzazioni che si affidano alla tecnologia per promuovere business sostenibile saranno quelle che a lungo termine cresceranno.

Il 93% dei manager aziendali farebbe affidamento su un bot rispetto a un essere umano per prendere decisioni in materia di sostenibilità e responsabilità sociale. Perché i bot svolgerebbero un lavoro migliore senza commettere errori (43%), prendere decisioni razionali e imparziali (42%) e prevedere risultati futuri (41%). Il tutto sempre con la supervisione di un essere umano. In definitiva, dalla ricerca No Planet B, How Can Business And Technology Help Save The World di Oracle trapela il messaggio “vorrei ma non riesco”. Ci riuscirei grazie alla tecnologia e, aggiungiamo noi, anche grazie a regolamenti e modelli universali, che tardano ad arrivare.

No Planet B di Oracle: la tecnologia salverà i programmi ESG ultima modifica: 2022-04-20T17:58:09+02:00 da Valerio Mariani

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