L’annuncio della prossima apertura di una local zone a Milano offre a OVHcloud l’occasione per fare il punto su iniziative strategiche e progetti in corso. Attenzione a sicurezza e sostenibilità, con uno sguardo attento anche alla Space Economy.

John Gazal

C’è anche l’Italia nel piano di sviluppo delle local zone di OVHcloud. Un piano ambizioso, che prevede 150 aperture in Europa e Stati Uniti nei prossimi tre anni.
Siamo già partiti in questo mese di febbraio con Madrid e Bruxelles – spiega John Gazal, Vice President Southern Europe e Brasile – e proseguiremo nei prossimi mesi con un totale di 15 aperture, tra le quali c’è anche quella italiana, a Milano, prevista entro l’estate”.

L’apertura delle local zone è un tassello importante di una strategia di rafforzamento su tutti i mercati, in competizione diretta con i grandi hyperscaler.
Nel 2023 – prosegue Gazal – ci siamo da un lato consolidati sui mercati sui quali eravamo già ben posizionati, come private e web cloud, dall’altro abbiamo spinto l’acceleratore su aree quali Public Cloud e Move to PaaS, che rappresentano oggi il punto chiave della nostra strategia”. 

Sicurezza e sostenibilità al centro delle strategie di OVHcloud

Una strategia che richiede anche investimenti importanti, come i 30 milioni di euro che OVHcloud ha messo sul tavolo per aumentare la sicurezza dei 40 data center in Europa.
O come l’effort che l’azienda dichiara sul fronte della sostenibilità, non solo adottando un “business model sostenibile by design”, come viene definito, non solo implementando su larga scala soluzioni “energy savy” come il watercoooling, ma anche rendendo disponibili a tutti i clienti strumenti che consentono di calcolar l’impatto end-to-end della loro infrastruttura cloud.
Lo scorso autunno OVHcloud ha lanciato infatti un Carbon Calculator, disponibile gratuitamente a tutti i suoi clienti, attraverso il quale è possibile analizzare il consumo elettrico stimato dei server, mappandolo in base all’equivalente in termini di emissioni di CO2 e tenendo conto di tutte le componenti coinvolte, come le apparecchiature di raffreddamento e di rete, il trasporto, la produzione, il trattamento e la gestione dei rifiuti, così da per offrire un quadro completo dell’impronta di carbonio effettiva. 

Tutto questo nel quadro di una strategia di sostenibilità che punta a utilizzare entro il 2025 il 100% di energia a basse emissioni e a raggiungere il Net Zero sugli Scope 1-2 e 4 entro il 2030.

Focus su AI, Quantum, Space

Sul fronte dell’innovazione di prodotto, in ambito Private Cloud la società parla di un significativo miglioramento delle prestazioni e dei servizi bare metal, mentre forte è il focus su tutto quello che riguarda gli ambienti multicloud, con una particolare attenzione ai temi della cloud sovereignty.

Ma non basta.
Nella strategia di OVHcloud rientra anche l’attenzione a tecnologie di frontiera, a partire dall’Intelligenza Artificiale, passando da Quantum, per arrivare all’ambito Space. 

Per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale, la parola d’ordine per OVHcloud è democratizzazione.
Abbiamo deciso di approcciare questo mercato con soluzioni accessibili a tutti in termini di tecnologie e pricing. Abbiamo un portafoglio di servizi che parte dall’AI Training per arrivare all’AI Deploy, al Notebook e alla Data Generation e risorse che spaziano dal computing alla data platform fino allo sviluppo, grazie anche alla forte collaborazione in essere con Nvidia”. 

Alessandro Di Felice


Sul fronte Quantum Computing, dopo aver acquisito il suo primo computer quantico lo scorso anno dalla società francese Qandela, OVHcloud sta definendo la propria strategia anche in questo ambito. 
Il nostro obiettivo è arrivare ad offrire il calcolo quantistico as a service”, spiega ancora Gazal. 

Per quanto riguarda lo Space, viene definito “l’ambito perfetto per accogliere i principi di OVHcloud, è la palestra per testare tutta la nostra innovazione”, come spiega Alessandro Di Felice, Key Account Manager della società.

In effetti, per capire come si muove l’azienda in questo ambito è sufficiente guardare alle progettualità in corso con l’ESA (l’Agenzia Spaziale Europea), in collaborazione con il partner Serco. 
Una collaborazione nata sette anni fa, nel quadro del programma Copernicus e via via ampliatasi negli anni. 
Una collaborazione che si gioca su tre pilastri fondamentali (i datalake di dati satellitari, i modelli e una piattaforma per l’accesso ai dati e ai modelli) e, soprattutto, affonda le proprie radici sugli imperativi legati alla sovranità dei dati e alla compliance con le normative europee. 

Il ruolo dell’ecosistema

I lavori in corso sul fronte Space sono comunque un importante termometro di quanto OVHcloud sta facendo anche nell’ambito di un ecosistema che, al di là delle partnership tecnologiche, vede attori diversi, dalle startup agli ISV fino ai partner della new space economy.
Verso le startup, che hanno bisogno di crescere e possono farlo solo attraverso il cloud, OVHcloud ha messo a punto un programma che concede alle realtà selezionate crediti cloud da 10.000 a 100.000 euro per un anno e che ha finora toccato 120 realtà, 70 delle quali attualmente a bordo. 
Nei confronti dei software vendor e degli ISV, la value proposition di OVHcloud passa per “open and trusted cloud”, vale a dire passa dalla garanzia di utilizzare un cloud sovrano e aperto. Perché, ricorda Gazal, “bisogna stare attenti a non confondere il luogo dove sono i dati con la sovereignty. Il Data Act impone trasparenza sulle regulation cui ciascun provider fa riferimento. Ed è a questo che bisogna guardare, così come è importante chiedere trasparenza anche sulle egress fee, ovvero i costi richiesti per spostare i dati dall’uno all’altro cloud”. 

Dionigi Faccenda

Per quanto riguarda infine i partner più tradizionalmente intesi, vale a dire MSP e system integrator, è Dionigi Faccenda, Partner Program Manager Italia di OVHcloud a fare il punto.
“Abbiamo una community di 1350 partner a livello mondiale, un centinaio dei quali in Italia. Per loro abbiamo messo a punto un programma senza fee di ingresso che prevede incentivi e formazione gratuita su tutti i nostri prodotti”.
Se è vero che i system integrator restano particolarmente attenti a tutto quanto riguarda le tematiche di migrazione e gestione dell’infrastruttura e alla modernizzazione, è anche vero che in molti guardano a nuove sfide, rappresentate dalle architetture a microservizi, a Kubernets, all’Intelligenza Artificiale, al Database as a Service. 
Ed è per questo che OVHcloud ha organizzato su tutto il territorio nazionale un ciclo di incontri, dei Tech Lab e dei Sales Lab, che fungono da incontri di “evangelizzazione” sulle nuove frontiere della tecnologia.
Per quanto riguarda il programma di canale vero e proprio – conclude Faccenda – le novità sono rappresentate dall’introduzione del nuovo livello Elite, che si aggiunge ai livelli Standard, Advanced e Strategic del nostro Partner Program, con attività di marleketing specifiche e dedicate, e l’avvio di un programma di referral per i partner della nostra community”. 

OVHcloud, entro l’estate la prima local zone in Italia ultima modifica: 2024-02-15T09:53:05+01:00 da Miti Della Mura

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