I dati sono il nettare del business odierno, lo sentiamo dire spesso. Ecco che allora diventa un problema se essi spariscono e non riusciamo a individuarne subito il motivo.
Un canale abbastanza ricorrente possono essere gli screenshot che, in tempi di remote working, diventano uno strumento per acquisire codici, indirizzi mail e così via.

Come porre un freno a pericoli di tale portata? Al fine di dare risposte concrete entra in gioco, ancora una volta, Netskope, noto a livello mondiale per il modello SASE con cui vuole allargare i perimetri standard che confinano l’IT solamente all’interno degli uffici. Una visione nata dalla consapevolezza che, con la digital transformation, si deve guardare oltre e, parallelamente, bisogna intervenire sul discorso policy, in conformità con il GDPR, Regolamento Europeo valido dal 2018.

Per dare un seguito a quanto detto, Netskope può contare su nuovi brevetti per la protezione di immagini in formato .jpg, .png e .gif, i più usati da grafici e designer per computer e smartphone e che rappresentano il 20% del traffico e dei flussi aziendali. Il via libera arriva dall’U.S. Patent and Trademark Office e riguarda proprio documenti passaporti per viaggiare. Vediamo perché.

I rischi delle videocall

Partiamo da un caso pratico e particolarmente attuale in periodo di remote working.
Quando, durante una conferenza in web o un corso di formazione, condividiamo il nostro desktop con gli interlocutori, rischiamo di far intravedere informazioni sensibili e qualche partecipante potrebbe carpirle con un semplice “stamp” della schermata.

Che cosa propone Netskope a riguardo? Scopriamolo attraverso le parole del suo Chief Technology Officer e co-fondatore, Krishna Narayanswamy.Tutti i nostri brevetti – ha spiegato in una nota – hanno lo scopo di preparare i clienti ad un futuro che sia incentrato sull’archiviazione online. Nessun’altra impresa offre una combinazione ampia di funzionalità che comprenda espressioni attualissime come Secure Web Gateway e Zero Trust e, in aggiunta, algoritmi avanzati di machine learning. L’obiettivo è identificare le sottrazioni e, di conseguenza, proteggere l’universo business dalle minacce virtuali”.

Una missione possibile grazie a NewEdge, la più grande infrastruttura proprietaria di cloud security che esista al mondo. L’apparato descritto dal CTO è la base su cui si poggiano le 40 idee depositate da Netskope e le oltre 50 che sono in fase di approvazione e potrebbero aggiungersi presto.

Alcuni esempi

Le registrazioni effettuare da Netskope si affacciano a diversi ambiti. Iniziamo, prendendo in considerazione “Detecting screenshot images for protecting against loss of sensitive screenshot-borne data”, dicitura con cui il colosso americano garantisce l’immediata individuazione di screenshot non autorizzati.

In secondo luogo, troviamo “Detecting image-borne identification documents for protecting sensitive information”, che riguarda modalità di apprendimento automatico che sappiano riconoscere se si è davanti a patenti, carte d’identità e così via. Interessante il brevetto dal titolo “Remotely accessed controlled contained environment” che crea ambienti IT sicuri dove gli utenti possono interagire con software da remoto, senza rischi.

A completare il quadro c’è “Middleware security layer for cloud computing services” (n. 11.019.101) che media tra l’analisi delle richieste di accesso e gli archivi interni. Si viene a configurare una connessione veloce tra più attori, che è proprio la mission di Netskope che offre esperienze ottimali ai suoi clienti, tenendosi in contatto con loro tramite la community lanciata recentemente.

 

 

 

 

Remote working e furto di dati tramite screenshot, la risposta di Netskope ultima modifica: 2021-06-24T15:56:53+02:00 da Emanuele La Veglia

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