Ha preso ufficialmente il via il Silicon Valley Tech Tour, progetto promosso da Hewlett Packard Enterprise che riunisce nella Bay Area un gruppo di imprese italiane per un’esperienza diretta nei luoghi dove si progetta l’evoluzione dell’IT enterprise. 
Come previsto dal programma, di cui abbiamo scritto in questo servizio, il tour si articola in un percorso di i visite e incontri incentrati sull’innovazione infrastrutturale, la trasformazione edge-to-cloud, la sicurezza, la sostenibilità e l’automazione spinta dalle nuove generazioni di AI.

La tre giorni si snoda tra San Jose, Santa Clara e Palo Alto, con tappe pensate per entrare in contatto con gli hub dell’innovazione californiana. HPE guida questa missione con la partecipazione attiva di aziende italiane rappresentative del mondo manifatturiero, industriale e dei servizi, insieme a partner del suo ecosistema distributivo e system integrator, in questo caso V-Valley e Jump Computer, oltre al contributo tecnologico di AMD.
Coinvolte nel tour sono amministratori delegati e responsabili IT di imprese come Bottazzi & Vancini, Building Management Group, Him Co Industry e Pasta Zara. La “voce” dell’ecosistema HPE è rappresentata da Paolo Delgrosso, Channel, Alliance, OEM and SP Director, ed Eleonora Tediosi, SMB Opportunity Manager di HPE, Luigi Cherubino, Enterprise Channel Sr Manager Commercial Sales Emea, Marco Robbiani, HPE Business Developer – V-Valley ed Eddy Mattiello, CEO di Jump Computer.


Giorno 1 – il Customer Innovation Center HPE: visione, piattaforme e architetture distribuite

Intensa la prima giornata del Silicon Valley Tech Tour che si è svolta presso il Customer Innovation Center di HPE, centro nevralgico dove prende forma la visione edge-to-cloud della società, uno spazio progettato per favorire il confronto tra esperti HPE e imprese, con l’obiettivo di esplorare casi d’uso reali, soluzioni tecniche avanzate e strategie operative che rispondano a esigenze concrete di business. 
Un vero e proprio “hub dell’innovazione”, pensato per favorire l’incontro tra tecnologia e progettualità con l’obiettivo di generare valore misurabile.
Per una intera giornata, il gruppo italiano si è confrontato con i team locali di HPE, su tematiche oggi cruciali per la maggior parte delle imprese: il ruolo delle infrastrutture distribuite, l’evoluzione dell’edge computing, la gestione intelligente dei dati, la virtualizzazione semplificata e il modello GreenLake come piattaforma operativa.

Denis Vilfort, Chief Story Teller e Director of Business Development di HPE, ha aperto i lavori con un intervento dedicato alla strategia edge-to-cloud, sottolineando la crescente complessità dell’IT moderno e la necessità di spostare capacità computazionale in prossimità dei dati. 
Spiegando in modo chiaro e coinvolgente il concetto di data gravity, Vilfort ha evidenziato quanto oggi sia cruciale garantire resilienza e continuità operativa anche in assenza di connettività, e come la piattaforma GreenLake possa trasformare l’infrastruttura in un modello unificato, scalabile e sempre più automatizzato. “Il tuo ruolo cambia – ha spiegato rivolgendosi in particolare a chi ha in mano la gestione dell’infrastruttura IT aziendale -. Non sei più solo un amministratore, sei un cloud builder per la tua azienda. Offri esperienze cloud-like, ma sotto il tuo controllo.”

Dalla visione ampia e di lungo respiro, si è passati poi ad analizzare uno dei temi critici nell’ambito delle infrastrutture IT enterprise: virtualizzazione e iperconvergenza.
Sul tema ha parlato Elias Alagna, Chief Technologist, ha presentato HPE VM Essentials, soluzione di virtualizzazione iperconvergente pensata per offrire un’alternativa semplice ed economica agli ambienti VMware. Il sistema è integrabile con lo stack open source di HPE, compatibile con ambienti misti e già predisposto per il disaster recovery continuo grazie all’integrazione con Zerto, che consente ripristini in tempo reale, fino a pochi secondi prima di un incidente.

Sanjay Jagad, Executive per Product Management e Marketing, ha invece delineato il nuovo paradigma dello storage componibile con HPE Alletra MP, una piattaforma che abbandona l’architettura rigida per abbracciare modelli modulari, scalabili e software-defined. Ogni nodo può essere configurato per carichi block, file, object o AI, con la possibilità di far evolvere il sistema senza downtime. Jagad ha anche illustrato le capacità predittive e auto-correttive dell’intelligenza integrata nella piattaforma, in grado di prevenire errori, identificare anomalie e proteggere i dati in modo nativo.

Nel suo secondo speech della giornata, Elias Alagna ha poi illustrato l’integrazione tra HPE ProLiant Gen11 e Gen12 e Microsoft Azure Local, l’estensione del cloud Azure per ambienti on-premise e edge. Il modello consente di gestire workload distribuiti in modo coerente, mantenendo la governance centralizzata tramite Azure Arc, anche in ambienti disconnessi. HPE offre l’intero stack – hardware, software, licensing e supporto – in modalità semplificata, anche attraverso il modello as-a-service di GreenLake, con opzioni OEM e subscription.

GreenLake come piattaforma di controllo e automazione intelligente

A chiudere la sessione, l’intervento di Prasad Annapareddi, Senior Director Product Management, ha approfondito l’evoluzione della piattaforma GreenLake, oggi capace di orchestrare oltre 20 servizi IT – dallo storage alla sicurezza, dalla virtualizzazione all’intelligenza artificiale – attraverso un’unica interfaccia. Annapareddi ha posto particolare enfasi sul nuovo AI assistant integrato, pensato per semplificare la gestione operativa quotidiana, e sull’approccio zero-trust adottato per garantire la sicurezza a livello infrastrutturale e operativo. Tutto è tracciato, configurabile per tenant multipli e disegnato per rispettare le normative di data residency.

La visione espressa è quella di un IT ibrido, scalabile, modulare e intelligente, capace di adattarsi in tempo reale ai carichi e alle priorità del business. Una visione condivisa anche nell’intervento di Ronald Lu, Senior Solutions Architect, che ha illustrato le potenzialità dei nuovi server HPE con processori AMD e chip di gestione iLO 7, progettati per affrontare le sfide della sicurezza post-quantistica, della sostenibilità e dell’efficienza energetica, con strumenti avanzati per la visibilità centralizzata e l’automazione distribuita.

Un confronto concreto tra innovazione e necessità quotidiane

Il valore del Silicon Valley Tech Tour non risiede soltanto nella qualità delle tecnologie presentate, ma nella capacità di mettere queste innovazioni in relazione diretta con i bisogni reali di chi gestisce oggi ambienti IT sempre più complessi e distribuiti. È questo un punto sottolineato con chiarezza da Paolo Delgrosso, Channel, Alliance, OEM and SP Director di HPE, a margine della prima giornata di lavori.

«Abbiamo avuto il piacere di vivere questa esperienza all’interno del Customer Innovation Center, un luogo dove l’innovazione si tocca con mano – ha dichiarato –. La presenza congiunta di partner come V-Valley e Jump Computer, insieme a clienti finali che operano in settori differenti, ha reso il confronto ancora più efficace. Abbiamo trattato temi molto concreti, legati a esigenze che le aziende affrontano ogni giorno».

Durante le sessioni, è emerso come le nuove proposte HPE puntino a risolvere nodi operativi reali. In particolare, Delgrosso ha evidenziato l’importanza di soluzioni come HPE VM Essentials, pensate per semplificare e rendere economicamente sostenibile la virtualizzazione anche in contesti dove le risorse sono limitate o la continuità operativa è critica. «È un prodotto che risponde a problematiche quotidiane. Non parliamo solo di roadmap e visioni, ma di strumenti utilizzabili subito, che fanno la differenza nei contesti reali», ha sottolineato.

Un altro passaggio centrale è stato il confronto sull’evoluzione dello storage enterprise, con approfondimenti dedicati alla famiglia HPE SimpliVity e alle prospettive future delineate da HPE per la gestione intelligente del dato. «Anche qui il messaggio è stato chiaro: i dati non devono solo essere conservati, ma resi vivi, operativi, protetti e disponibili dove servono – ha detto Delgrosso –. Il tema non è più solo “dove sono i dati?”, ma “come li muovo in modo sicuro ed efficiente?”, ed è su questo che HPE sta lavorando».

In questo scenario, la collaborazione con due attori strategici come AMD e Microsoftassume un ruolo chiave. Da un lato, AMD offre oggi soluzioni ad altissima densità e ottimizzazione energetica che stanno ridefinendo l’equilibrio tra potenza di calcolo e sostenibilità. Dall’altro, Microsoft, con progetti come Azure Local, porta il cloud nei luoghi dove si generano i dati, offrendo continuità e controllo anche negli ambienti più periferici. «Stiamo collaborando con due dei protagonisti più influenti della scena tecnologica globale – ha osservato Delgrosso –. E lo facciamo non solo a livello di prodotto, ma all’interno di un disegno condiviso, che porta valore concreto a partner e clienti».

La prima giornata del Silicon Valley Tech Tour si è quindi chiusa con una consapevolezza: le sfide che le imprese si trovano ad affrontare oggi – dalla protezione dei dati alla gestione dei workload distribuiti, dall’adozione dell’AI alla compliance – richiedono piattaforme aperte, soluzioni interoperabili e alleanze forti. Ed è proprio questo il senso del Tech Tour: costruire ponti tra tecnologia e operatività, tra visione e impatto quotidiano, tra chi sviluppa e chi ogni giorno governa l’evoluzione digitale.

Silicon Valley Tech Tour: l’ecosistema italiano dell’innovazione nella Bay Area per confrontarsi sul futuro dell’IT ultima modifica: 2025-06-11T10:18:57+02:00 da Miti Della Mura

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