Cinque generazioni condividono oggi lo spazio aziendale, portando sfide inedite e nuove opportunità. In occasione del suo decimo anniversario, SMI Group ha scelto di affrontare il tema con un evento dedicato al dialogo intergenerazionale e al ruolo abilitante della tecnologia. Tra reverse mentoring, AI etica e inclusione, l’impresa del futuro prende forma nella contaminazione
Nel 2025 il mondo del lavoro si trova a un crocevia inedito: per la prima volta nella storia, fino a cinque generazioni convivono sotto lo stesso tetto aziendale. È uno scenario che impone riflessioni urgenti e nuove strategie organizzative, ed è proprio a partire da questa consapevolezza che SMI Group ha scelto di celebrare il proprio decimo anniversario con un evento dal titolo emblematico: “Il Valore del Dialogo tra Generazioni nell’Impresa del Futuro”, tenutosi lo scorso 23 maggio a Roma, presso l’Hotel Aurelia Antica.
L’iniziativa ha trasformato un traguardo aziendale in un’occasione di confronto sui temi chiave del Generation Management: la gestione della coesistenza intergenerazionale in azienda, resa oggi sempre più complessa e necessaria dalla trasformazione digitale, dall’invecchiamento demografico e dall’evoluzione dei modelli di carriera.
SMI Group, un ecosistema multigenerazionale: numeri, differenze, potenzialità
Come emerso da una recente ricerca condotta dall’Osservatorio HR Innovation Practice in collaborazione con Doxa, le organizzazioni italiane devono oggi misurarsi con differenze valoriali e culturali profonde tra le generazioni. I Millennial e la Generazione Z privilegiano flessibilità, lavoro ibrido, inclusività e sostenibilità. Per loro la possibilità di operare da remoto non è un benefit, ma un requisito. Per altro, anche da un’analisi di LinkedIn conferma come oltre il 90% della Gen Z consideri il lavoro agile un criterio imprescindibile. Tuttavia, solo il 13% dei giovani si dichiara pienamente ingaggiato professionalmente, mentre il 48% prevede di cambiare presto impiego.
Al contrario, i Baby Boomer e parte della Generazione X sono più propensi a ricercare stabilità, sicurezza e strutture organizzative chiare. Una distanza che rischia di generare incomprensioni, se non gestita attraverso modelli di collaborazione che valorizzino le competenze di ciascuna generazione.
Il ruolo della tecnologia come anello di congiunzione
Ed è proprio qui che si inserisce la scelta strategica di SMI Group.
“La nostra azienda è nata con una visione chiara: crescere, evolvere e costruire qualcosa che duri nel tempo”, ha spiegato infatti Cesare Pizzuto, CEO della società. “Il dialogo tra generazioni è una risorsa strategica fondamentale, per cui ci impegniamo a valorizzare chi ha costruito la nostra storia e, al contempo, dare spazio a chi porta nuove idee”.
Il messaggio si inserisce in una più ampia riflessione su come la tecnologia possa facilitare – o ostacolare – la comunicazione tra generazioni.
Proprio per approfondire e focalizzare questi temi, nel corso della giornata si sono svolti anche due workshop tematici. Il primo, “Oltre le differenze: creare valore attraverso il dialogo generazionale”, ha coinvolto i partner tecnologici di SMI Group – Oracle, OpenText, Stormshield e WatchGuard – in un confronto sulle sfide organizzative e sulle pratiche virtuose per gestire team eterogenei.
Particolare attenzione è stata rivolta alle Academy aziendali, ai percorsi di reskilling, al reverse mentoring e ai team misti, come strumenti concreti per generare contaminazione positiva. Il reverse mentoring, in particolare, è emerso come risposta efficace al divario digitale: i giovani formano i colleghi senior nell’uso delle tecnologie emergenti, contribuendo alla costruzione di una cultura condivisa.
SMI Group: una visione che unisce persone e innovazione
Nel secondo talk, “Human tech, come la tecnologia amplifica il potenziale delle persone”, si è discusso del ruolo dell’AI nel contesto organizzativo e delle implicazioni legate allo smart working. La pandemia ha accelerato la transizione verso modelli ibridi, imponendo alle imprese una nuova attenzione all’inclusione e al benessere. In questo scenario, l’intelligenza artificiale viene letta come strumento abilitante, ma anche come possibile amplificatore delle distanze generazionali.
Proprio in questo ambito si inserisce un annuncio di rilievo: SMI Group è la prima azienda in Italia certificata UNI CEI ISO/IEC 42001:2024 da ACCREDIA, per la gestione dell’intelligenza artificiale. Una certificazione che sancisce l’impegno del gruppo verso pratiche trasparenti e responsabili. “È per noi un onore e una grande responsabilità”, ha affermato Pizzuto. “Questa tappa non rappresenta solo un traguardo, ma un punto di partenza”.
Stefano Tiburzi, Co-Founder & COO, ha aggiunto: “La collaborazione intergenerazionale non è solo un valore, ma una strategia vincente. È ciò che accade quando un neolaureato si confronta con un collega con trent’anni di esperienza. Ma la tecnologia, da sola, non basta: servono ascolto, collaborazione e formazione continua”.
Un’impresa inclusiva è un’impresa sostenibile
A sintetizzare la visione del gruppo è intervenuta anche Cinzia Mingiardi, Chief Marketing Officer: “In SMI Group l’innovazione non è solo tecnologica, ma soprattutto umana. Human-Tech, per noi, significa creare spazi di dialogo continuo, dove la tecnologia collega competenze e prospettive diverse. L’impresa di domani sarà intergenerazionale o semplicemente non sarà”.
Diverse, non opposte: il senso profondo della coesistenza
Il messaggio finale, condiviso da molti partecipanti, è netto: non esiste una generazione migliore, ma solo generazioni diverse. Perché la vera sfida non è uniformare, ma integrare. Accettare, comprendere e valorizzare le differenze è il primo passo per costruire un’impresa solida, reattiva e capace di affrontare le incognite del futuro.
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