Con l’approvazione definitiva da parte del Cipess, il Ponte sullo Stretto di Messina entra nella fase esecutiva. Proviamo ad analizzare il ruolo delle tecnologie digitali nella progettazione, costruzione e gestione dell’opera. Dal BIM ai digital twin, fino alla sperimentazione di Open Fiber, il ponte si inserisce in un sistema infrastrutturale e informativo più ampio, connesso alla rete transeuropea TEN-T

In questo articolo, la premessa è necessaria, non vogliamo dare alcuna valutazione di merito rispetto all’opera.
Perfettamente consapevoli del dibattito che da sempre si crea quando si parla del ponte sullo Stretto di Messina, non abbiamo la presunzione di inserirci in un confronto che oggi più che mai ha un impatto politico importante, in termini di scelte strategiche e investimenti economici, opportunità e priorità.
Cerchiamo, dal nostro punto di osservazione, di proporre invece una riflessione di stampo più tecnologico, cercando di comprendere quale ruolo e pso le tecnologie digitali avranno nella realizzazione dell’opera.

Veniamo, dunque, ai fatti.

Con la delibera approvata il 5 agosto 2025, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (Cipess) ha dato il via libera al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina. La decisione, annunciata al termine della riunione presieduta dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rappresenta un passaggio formale decisivo nel percorso di realizzazione dell’opera, che era stata riavviata nel 2023 dopo la sospensione del 2012.
Il progetto approvato comprende una documentazione tecnica articolata, presentata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e prevede la costruzione del ponte sospeso a campata unica, oltre a oltre 40 chilometri di infrastrutture connesse. Il valore complessivo dell’investimento pubblico è stimato in circa 14,6 miliardi di euro.

L’apertura dei cantieri è prevista tra settembre e ottobre 2025, subordinata al completamento delle procedure di controllo da parte della Corte dei Conti, mentre l’entrata in esercizio dell’infrastruttura è attesa tra il 2032 e il 2033.

Secondo i dati forniti nel corso della presentazione del progetto, l’opera genererà fino a 120.000 unità lavoro l’anno e coinvolgerà un’ampia filiera produttiva, con aziende e professionisti da tutto il territorio nazionale. La realizzazione è affidata al consorzio Eurolink, guidato da Webuild, che ha confermato l’impiego di tecnologie avanzate per la sicurezza, la manutenzione e la gestione operativa del ponte e delle opere collegate.

Il Ponte sullo Stretto nel quadro delle reti transeuropee TEN-T

Il Ponte sullo Stretto di Messina si inserisce all’interno della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T, Trans-European Transport Network), un’iniziativa strategica promossa dall’Unione Europea per migliorare l’integrazione, la mobilità sostenibile e la competitività del continente. Nata negli anni Ottanta e riformulata più volte, la rete TEN-T comprende infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali, aeroportuali, logistiche e digitali, oltre a sistemi di gestione del traffico e servizi di trasporto intelligenti.

Accanto ai collegamenti fisici, le reti transeuropee includono anche le reti di telecomunicazione trans-europee (eTEN) e le reti energetiche trans-europee (TEN-E), a conferma di un approccio integrato che mette al centro l’interconnessione digitale e infrastrutturale tra Stati membri.
Questo significa che interventi come il Ponte non sono e non dovrebbero essere concepiti solo come opere di trasporto, ma come snodi cruciali all’interno di un sistema intermodale e interconnesso, che abilita anche lo sviluppo delle reti digitali, della sensoristica e dei sistemi di monitoraggio remoto.

In particolare, il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria rappresenta un tassello fondamentale del corridoio Scandinavo-Mediterraneo, uno degli assi principali della rete TEN-T. Si tratta di un’infrastruttura strategica lunga oltre 7.500 chilometri che unisce Helsinki a Palermo, attraversando otto paesi europei: Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania, Austria, Italia, e con diramazioni verso il Mediterraneo e il Nord Africa. L’obiettivo del corridoio è colmare i divari esistenti nelle reti europee di trasporto e comunicazione, potenziando gli scambi commerciali, le relazioni geopolitiche e le sinergie economiche lungo l’asse nord-sud.

Le tecnologie previste per la realizzazione e gestione del ponte sullo Stretto di Messina

Ma quale ruolo, dunque, avrà il digitale nella realizzazione dell’opera e nel suo esercizio?
Come detto, il Ponte sullo Stretto sarà una struttura sospesa a campata unica di circa 3.300 metri, con torri in acciaio alte 399 metri e un impalcato largo 60 metri, progettato per ospitare sei corsie stradali e due binari ferroviari. La configurazione strutturale è stata studiata per resistere a condizioni ambientali e sismiche estreme, con l’obiettivo di garantire stabilità e continuità operativa in un’area geologicamente complessa. Accanto al ponte, come già accennato all’inizio, sono previste opere complementari come viadotti, gallerie, stazioni e raccordi per un totale di oltre 40 chilometri di nuove infrastrutture stradali e ferroviarie.

Alla complessità ingegneristica si affianca un impianto tecnologico articolato che interesserà tutte le fasi del progetto, dalla progettazione alla gestione operativa. Il sistema di controllo definito da Stretto di Messina SpA prevede una struttura multilivello basata su verifiche incrociate e coinvolgimento di soggetti con competenze specifiche, tra cui Ministero delle Infrastrutture, Comitato Scientifico, contraente generale, project management consultant, fornitori e monitori ambientali. Per garantire coerenza delle informazioni e continuità operativa, il progetto si basa su un ambiente collaborativo digitale (ACDat SdM), fulcro di un sistema di gestione BIM orientato al controllo, alla validazione e all’archiviazione dei dati secondo flussi approvativi strutturati.

L’adozione estesa della metodologia BIM è accompagnata da un sistema di digital twin che integrerà dati strutturali, operativi e di manutenzione. I tre modelli digitali previsti – Structural, Service Life e Operation Digital Twin – consentiranno rispettivamente il monitoraggio del comportamento dell’opera, la valutazione della vita utile residua dei singoli componenti e la simulazione operativa in tempo reale, compresa la gestione del traffico e delle condizioni ambientali. Questo approccio, integrato con piattaforme SCADA, GIS e sistemi di manutenzione (MMS), è pensato per supportare le decisioni gestionali e ottimizzare l’intero ciclo di vita dell’infrastruttura.

La modellazione tridimensionale delle fasi costruttive, unita alla progettazione parametrica, consente di coordinare le numerose interfacce tra discipline e soggetti coinvolti, individuare tempestivamente interferenze e ridurre il rischio di ritardi o criticità. Il modello As-Built, infine, rappresenterà un riferimento dinamico e aggiornabile per l’asset management nel lungo periodo, contribuendo a una manutenzione più efficiente e programmata.

In parallelo allo sviluppo dell’infrastruttura fisica, il territorio dello Stretto sta assistendo a una importante trasformazione anche dal punto di vista digitale. Lo scorso mese di marzo Open Fiber ha completato con successo una sperimentazione di trasmissione dati da 81,6 Terabit al secondo lungo la tratta che attraversa lo Stretto, diventando il primo operatore wholesale a livello globale a raggiungere questa capacità su una singola fibra ottica. Il test, condotto sulla rete nazionale di trasporto Zion, ha dimostrato la possibilità di ridurre il numero di apparati necessari, i consumi energetici e gli spazi occupati, rispondendo così in modo efficace alla crescente domanda di capacità dovuta alla diffusione di edge data center e all’incremento annuo del traffico internet.

Il potenziamento delle reti di telecomunicazione, in coerenza con gli obiettivi della rete transeuropea TEN-T, rappresenta un elemento cruciale per garantire servizi stabili, a bassa latenza e ad alta capacità lungo un asse che unisce fisicamente e digitalmente Nord e Sud Europa.

Tecnologie digitali per un progetto complesso: cosa sappiamo del ponte sullo Stretto di Messina ultima modifica: 2025-08-08T13:10:00+02:00 da Miti Della Mura

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