Venticinque anni nel mondo della cybersecurity rappresentano quasi un’era geologica: eppure Watchguard è riuscita a raggiungere questo traguardo e guarda con notevole fiducia al futuro, anche sul mercato italiano.

Come racconta Ivan De Tomasi, Country manager per Italia e Malta di WatchGuard Technologies, “La nostra storia parla per noi, siamo nati con l’obiettivo di creare e offrire prodotti a valore di sicurezza e non ha mai deviato da questo obiettivo. Come WatchGuard è sopravvissuta in questi 25 anni? Semplicemente perché è stata molto reattiva di fronte ai numerosi cambiamenti del mercato. Riuscendo a evolversi, mutare la propria proposizione, aggiungere nuovi prodotti a portafoglio, figli di tutta una serie di acquisizioni”.

Ma in questi 25 anni, qual è stata la minaccia che ha più cambiato il settore della sicurezza informatica?

“Ogni minaccia ha portato con sé cambiamenti e anche paure. Se devo citarne una cito il ransomware: è quella minaccia che ha cambiato la percezione della minaccia informatica da parte delle aziende.

Noi abbiamo sempre cercato di diffondere il verbo della sicurezza, con il fine di sensibilizzare le aziende, ma c’era spesso poca voglia di investire, anche da parte degli IT manager. Il ransomware è stata la minaccia che ha cambiato il paradigma degli attacchi, perché non nasce per fare danni, ma con il fine di fare i soldi. Questo ha spaventato tanto le aziende e anche i media ci hanno aiutato tanto a diffondere più consapevolezza: così gli IT manager hanno finalmente aperto gli occhi. Per noi è stato così più semplice lavorare, anche se ovviamente ci siamo scontrati con una minaccia di tipo diverso”.

È dunque possibile affermare che oggi le organizzazioni abbiano a che fare con un contesto informatico più sicuro?

“Di certo siamo più sicuri nella misura in cui le aziende hanno finalmente capito che occorre mettersi in sicurezza. Difficilmente oggi non si trova un’azienda che non mette a budget investimenti sulla security, anche se c’è sicuramente ancora tanto da fare. Abbiamo insistito per anni sulla difesa del perimetro, mentre ora invece con lo smart working oggi tutti corrono a proteggere l’endpoint, dimenticandosi però del perimetro. Ci si dimentica troppo velocemente di dare continuità a quello che è stato fatto e ci si preoccupa soltanto del problema contingente. Bisogna avere una visione più a 360 gradi, ma quello è anche un po’ il nostro compito come vendor”.

Ma quali sono gli errori che le aziende continuano a commettere relativamente alla sicurezza?

“Errori li facciamo tutti. L’anello debole è ancora il fattore umano, considerato anche che la tecnologia se configurata adeguatamente funziona. Ci sono IT manager che sottovalutano problemi, oppure osserviamo sempre più spesso di IT manager e tecnici che pagano il riscatto senza dire niente e poi vengono anche riattaccati. Oppure i dipendenti: bisogna ancora lavorare tanto sulla loro educazione, investendo sulla loro formazione, perché spesso sono primo veicolo attraverso cui le minacce entrano in azienda”.

In questo contesto di continua evoluzione della sicurezza informatica WatchGuard ha fatto una scelta chiara, quella cioè di puntare su una strategia 100% canale. Una scelta che ha decisamente pagato, con i partner che sono adeguatamente supportati e che sono diventati il vero e proprio braccio armato del vendor sul territorio.

Inoltre, WatchGuard è stata tra i primissimi operatori a scommettere anche sul modello Msp:

“Avevamo notato che moltissimi nostri rivenditori non andavano a rivendere il prodotto ma lo noleggiavano ai clienti, fornendo tutta una serie di piccoli servizi in ousourcing. E ci avevano visto bene, considerato che le aziende italiane hanno spesso e volentieri staff IT sottodimensionati. Osservando questo fenomeno abbiamo deciso di proporre questo programma per gli MSP in maniera lungimirante. Oggi siamo gli unici ad avere un vero e proprio programma pensato per gli Msp, non solo in termini di approvvigionamento prodotti, ma anche di servizi e incentivi; in questi anni abbiamo avuto anche tutto il tempo di migliorarlo”.

WatchGuard e il 2022 della sicurezza

Per quanto riguarda il 2022, i trend della sicurezza, secondo il vendor sono chiari:

“Dato il periodo di pandemia in cui ci troviamo, continuerà lo smart working: questo forzerà le aziende a pensare a come mettere in sicurezza questo modo di lavorare. Sicuramente l’attenzione degli attaccanti si sposterà sempre di più verso gli endpoint. Il cloud sarà target molto gettonato, dal momento che più prodotti informatici sono fruiti in questa modalità. Però non dobbiamo dimenticarci di tutto il resto: piuttosto, dobbiamo dare continuità alla protezione del perimetro”.

In definitiva, secondo De Tomasi, le ragioni per scegliere WatchGuard sono chiare:

La nostra storia parla per noi, abbiamo 25 anni di storia alle spalle, se lo share nostro è aumentato è perché abbiamo fatto bene con investimenti adeguati. Siamo un player credibile sul mercato, che ha messo tante aziende in sicurezza e può raccontare cosa ha intenzione di fare da qui ai prossimi 25 anni. In futuro la nostra filosofia aziendale non cambierà, continueremo a evolverci, sempre con l’obiettivo di mettere in sicurezza i nostri clienti”.

WatchGuard, i 25 anni di vita e il sostenibile valore della sicurezza ultima modifica: 2021-12-27T14:04:40+01:00 da Sara Comi

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