Batteria al grafene, Smartphone e batterie al litio… Avete presente quelle processioni di manager che, come tossici, alle Fiere o ai mega evento vagano tra i padiglioni in cerca di una presa della corrente? Ecco a breve potremmo dimenticare questa tragicomica visione. Nel corso del recente Mobile World Congress, nel mazzo di mille luci e novità, una, più di altre, ha destato interesse. L’Itt, italianissimo Istituto Italiano di tecnologia ha infatti alzato il sipario su un prototipo di batteria al grafene capace di immagazzinare energia rinnovabile e usarla per ricaricare più velocemente smartphone, tablet. Una batteria flessibile, che non si degrada nel tempo e che offre la possibilità di essere cucita sulla manica di una camicia ed è in grado di ricaricare un dispositivo, completamente, non nel giro di ore ma di pochi minuti.

Batterie al grafene, una rivoluzione

«Si tratta di soluzioni più veloci – spiega Vittorio Pellegrini, direttore di  IIT Graphene in una intervista con Business Insider Italia – perché nelle batterie litio la carica è legata a ioni che devono migrare da un elettrodo all’altro, gli ioni litio sono pesanti e questa operazione richiede tempo. Nei supercapacitori al grafene invece, dipende solo dalla migrazione degli elettroni, che sono molto più rapidi».

La produzione di questo tipo di prototipo si basa su processi a basso costo e scalabili e la più grande fabbrica d’Europa si trova a Como. «Queste batterie – racconta ancora il ricercatore – sono state realizzate producendo il grafene in forma di inchiostri, attraverso una “esfoliazione” della grafite che è stata brevettata dall’IIT».

Una rivoluzione che promette di aprire una nuova strada di fronte a vicolo cieco in cui sembra finito il mercato delle batterie al litio tra costi enormi di produzione (il prezzo del Litio è in continua ascesa), impatto ambientale e degrado (tra gas tossici su cui di discute da sempre e diminuzione delle prestazioni dopo un tot di ricariche) fino ad arrivare allo sfruttamento minorile nelle miniere in Congo dove viene estratto il cobalto (elemento base per la costruzione di batterie al Litio).

Batterie al grafene un futuro sottocutaneo

Flessibili e resistenti, queste batterie si apprestano a conoscere, nel prossimo futuro anche declinazioni impensabili fino a qualche tempo fa. « Potremmo arrivare a integrare il grafene in un tessuto – spiega Pellegrini – o anche a inserirlo nella pelle. In questo caso l’energia potrebbe derivare da quella generata dal movimento del corpo, e potrebbe servire anche per mettere in moto apparecchi elettro medicali come un pace maker o un auricolare».

 

 

 

 

 

Addio alle batterie al litio, dall’Italia arriva una batteria al grafene: veloce e lavabile ultima modifica: 2018-03-25T22:50:21+02:00 da Marco Lorusso

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