BeeCyber, business unit firmata Infor ha fatto il suo debutto, sul mercato italiano, proprio nel pieno di un anno, il 2022, fatto della forma degli allarmi più gravi a livello di sicurezza e protezione dello spazio digitale. Un allarme di fronte al quale le imprese italiane si sono trovate spesso impreparate. 

Focus totale sulla fornitura di servizi di sicurezza gestita, abilitò nel farsi carico di tutte le complessità di gestione, capacità di rispondere alle esigenze più specifiche delle imprese del territorio e soprattutto una storia lunga e di successo sviluppata sulle spalle di una eccellenza della tecnologia ICT italiana come Infor. 

Il dna su cui BeeCyber ha costruito il suo debutto 2022 sul mercato è tutto, o quasi, qui (qui invece la rubrica esclusiva che SergenteLorusso ha dedicato proprio alle aree strategiche e di eccellenza firmate BeeCyber). Dopo averne seguito i primi passi (qui il report di debutto sul modello security as a service), ora SergenteLorusso torna ad ascoltare la voce dei protagonisti di questo progetto per capire come e con quali riscontri è andata questa storia. Un caso tutto da leggere e ascoltare perchè perfettamente in linea con quanto ogni forma e dimensione di azienda oggi sta cercando, la risposta “si” alla domanda delle domande “Siamo sicuri?”.

«Quest’anno le aziende innanzitutto hanno cercato consapevolezza sul tema cyber – racconta Massimiliano Belletti, Senior Cybersecurity Sales Engineer at BeeCyber (Infor) –, hanno cercato di identificare insieme a noi quali sono i rischi che corrono, quali sono le minacce che minano la continuità dei loro business e quindi il percorso che abbiamo tracciato insieme a loro è stato un percorso di condivisione di quelli che sono le problematiche che possono attaccare le realtà e poi di conseguenza capire anche come contestualizzarlo e come portarlo verso i decisori. Quindi il primo step è stato quello della condivisione di un messaggio di consapevolezza e poi di un messaggio concreto di valutazione continuativa del loro stato di sicurezza».

Sulla stessa linea d’onda anche un altro manager chiave del progetto come Massimo Germi, Massimo Germi, Cyber Security Manager at BeeCyber (Infor).

«È stato un anno molto intenso, siamo molto contenti, sai benissimo che quando sei ai nastri di partenza con un progetto si è ricchi di ambizioni, di intenzioni che però poi vanno misurate con la realtà e la realtà di oggi è un mondo molto competitivo che ti mette alla prova e soprattutto i clienti hanno sviluppato fortunatamente molte abilità anche nel riconoscere chi è bravo e chi è utile. Quindi un indicatore che è molto importante per noi oggi, che siamo verso la fine dell’anno, è che nessun nostro cliente ha avuto impatti gravi relativi alla cyber o incidenti importanti. Questo per noi è un grande indicatore che ci dice che siamo sulla strada giusta»

Il successo della security as a service, perchè e come

Uno dei vostri cavalli di battaglia nell’affrontare questa sfida della cyber security è stato quello di proporvi e proporre un modello a servizio, modello innovativo come dicevamo nelle interviste precedenti estremamente contemporaneo rispetto alle esigenze delle aziende. Che cosa hanno capito le aziende di questo modello e ha funzionato?

«Questo modello di security come servizio – spiega Belletti – è una rivoluzione perfettamente in linea con le esigenze delle imprese in questa fase così complessa. Grazie a questo modello le soluzioni di sicurezza non vengono più fornite localmente, dove il reparto IT installa software di protezione antivirus, software di filtro antispam e altri strumenti di sicurezza su ogni macchina o sulla rete o sul server del posto di lavoro, mantenendo il software aggiornato. Si supera dunque quello che fino a oggi era un modello costoso: costi iniziali per l’hardware e costi continui per le licenze per consentirti di utilizzare il software. Dal canto suo, la sicurezza come servizio consente di utilizzare gli stessi strumenti servendosi solo di un browser Web, rendendo il tutto diretto e conveniente. In un simile scenario e a fronte di una simile opporunità le imprese hanno capito – continua Belletti – che sicuramente che la tecnologia da sola non basta. L’effort, le risorse e le competenze che devono essere messe sul campo sono troppe o comunque sono impegnative per quanto riguarda le realtà del tessuto economico e produttivo italiano. Quindi in questo senso il poter spostare fuori tutte queste gestioni, potersi affidare ad un partner che fa della propria quotidianità la capacità di affrontare questi argomenti e mette a fattor comune anche problemi di diverse realtà, può essere sicuramente un vantaggio perché loro possono rimanere concentrati sul loro business. Quindi è sicuramente un modello che sta funzionando perché parte appunto da un aspetto di consapevolezza delle proprie risorse, delle proprie capacità e capisce che una partnership vincente è quella che esternalizza questo servizio, lo mette in mano a dei professionisti che di mestiere costruiscono la security… Noi, le imprese, gli hacker stessi abbiamo tutti capito che se una impresa è sicura non solo è sana ma è anche più competitiva e, allo stesso tempo, se lo spazio digitale non viene protettio adeguatamente oggi una impresa rischia di non esistere più…. Per questo – continua il manager – abbiamo investito da tempo competenze dedicate e su una capacità unica di costruire soluzioni personalizzate, una sicurezza su misura e a servizio, una scelta vincente»

Entrando nel dettaglio, su quali tipologie di progetti siete stati coinvolti? E quali sono i vantaggi che hanno percepito in maniera prioritaria le aziende con cui vi siete interfacciati?

«È stato molto utile – spiega Germi – vedere che il nostro piano di battaglia è stato recepito bene. Noi prima di tutto abbiamo cercato di costruire un offering utile per il cliente, quindi non basato su una tecnologia precisa ma basato sulle necessità che di volta in volta i clienti ci hanno esposto. Il nostro approccio consulenziale è stato un approccio vincente perché è stato capito. Il nostro approccio è un approccio umile e consulenziale, capace di ascoltare i nostri clienti e offrire una risposta in linea con le loro necessità. Siamo molto contenti di aver visto che prima di tutto i clienti hanno avuto ragione nell’aumentare il proprio grado di consapevolezza attraverso tutti quei servizi chiamati di assesment che hanno la finalità di mettere in luce quelle che sono le fragilità delle strutture cyber. E poi ovviamente tutta la parte di remediation e di servizi più specialistici sono stati a corollario e al termine dei primi mesi siamo felici di sperimentare e di avere feedback molto positivi dai nostri clienti». 

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BeeCyber tra prospettive e consigli pratici

Adesso, dopo il debutto di quest’anno, dove volete arrivare, quali sono gli obiettivi per i prossimi mesi? 

«L’obiettivo – conclude Belletti – è sicuramente quello di portare questo tipo filosofia, questo tipo di approccio continuativo alla security all’interno della realtà dei nostri clienti al pari di quello che sono altre tipologie di investimenti strategici. Continuità del business, competitività, fare in modo che le aziende si concentrino su quello che sanno fare bene e lascino ad un partner l’onere di poter governare tutto quello che purtroppo non è alla loro portata… eccole le nostre priorità in favore dei nostri clienti. Quindi il nostro obiettivo è quello di portare ancora di più un modello che sia premiante, che possa portare dei risultati, delle evidenze che anche agli occhi del management identifichino questi livelli di investimento al pari di qualunque tipo di investimento che punta alla competitività dell’azienda».

Chiudiamo con qualche consiglio pratico visto che a detta dei più importanti analisti ci aspetta un altro anno di vera passione di fronte alla pioggia di truffe e attacchi cyber in arrivo. Per quella che è la vostra esperienza quali sono ancora oggi gli errori più gravi che fanno le aziende nel gestire lo spazio digitale? 

«L’errore più grave – conclude Germi – è quello di confrontare i fornitori di tecnologia e di servizi cyber esclusivamente sul prezzo. Il nostro è un ambito molto tecnologico che richiede delle forti competenze e soprattutto una forte esperienza. Esperienze che si fanno con i diversi clienti e si mettono a fattor comune per il cliente singolo. Chi ha un approccio costless rinuncia alla qualità e alla lunga non credo che sia un approccio vincente». 

BeeCyber e l’anno, record, della cybersecurity. Un caso di straordinaria eccellenza ultima modifica: 2023-01-10T10:00:00+01:00 da Marco Lorusso

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