La prossima volta che andate a prelevare a un bancomat, dedicate un secondo al COBOL e alla signora Hopper. Uno dei più longevi programmi di navigazione è ancora il cervello di quasi la totalità degli sportelli per il prelievo di contante.

Il COBOL, acronimo di Common Business-Oriented Language, è stato progettato nel 1959, esattamente sessant’anni fa, in gran parte grazie al lavoro di Grace Murray Hopper, una grandissima pioniera dell’informatica, ex militare in Marina. Grace è stata, tra l’altro, la prima a introdurre il termine “bug” per indicare un errore di programmazione, in questa nota:

“1545. Relay #70 Panel F (moth) in relay. First actual case of bug being found”.

La sua caratteristica principale, un linguaggio compilato, come per esempio Java e C++, è che permette di realizzare software indipendentemente dalla macchina su cui gira. Una caratteristica che, al tempo, vista la varietà delle architetture, fu particolarmente apprezzata. Soprattutto da IBM che realizzò il miglior compilatore per Cobol.

Quella volta che il Cobol ci ha salvato

Per le sue qualità – per dire il Cobol ci ha salvato dal Millennium Bug – è stato utilizzato, e continua a essere utilizzato, in applicazioni mission critical in ambito militare, governativo e nella finanza.

Oggi, a distanza di 60 anni, il Cobol vive e lotta ancora insieme a noi. In particolare, secondo un famoso sondaggio, un americano medio usa software scritto in Cobol almeno 13 volte al giorno.

E poi, circa 200 miliardi di linee di codice Cobol girano ancora nei software di tutto il mondo e ogni anno se ne aggiungono circa 5 miliardi. Insomma, lunga vita al Cobol, e ai circa 2 milioni di programmatori che ancora ci sanno mettere le mani. Già perché sembra che l’esistenza del Cobol possa essere a rischio proprio per la mancanza di nuovi sviluppatori specializzati.

A Cobol e al suo valore, Micro Focus dedica dedica il prossimo 3 giugno un esclusivo evento streaming. COBOL per accendere l’agilità del business e rivoluzionare la programmazione software? Ecco come. La guida pratica e il caso Utilia

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3 giugno ore 14.30
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D’altronde Micro Focus stessa, nel 1981, rilasciò l’ottimo e molto diffuso compilatore CIS Cobol.

Al Micro Focus Summit 2019 quattro temi per la Digital Company

Saranno quattro i temi ideati da Micro Focus per aiutare a rendere un’azienda una Digital Company a trazione integrale, capace di parlare il linguaggio dell’innovazione in ogni aspetto chiave del business. Si tratta di Enterprise DevOps, Hybrid IT, Management, Security, Risk and Governance e, infine, Predictive Analytics.

Evidentemente, il contesto perfetto per il Cobol sarà Enterprise DevOps, il nuovo modo di progettare e sviluppare software. Nessun paradosso, perché il DevOps è una metodologia indipendente dal linguaggio di programmazione utilizzato. E anche perché, nel corso di questi 60 anni, il Cobol ha saputo rinnovarsi adeguatamente.

La metodologia DevOps permette di automatizzare l’interazione tra gli sviluppatori e i team It delegati al rilascio e alla gestione dei software con l’obiettivo di costruire, testare e rilasciare un software migliore e più velocemente.

Per questo è utile sfruttare ambienti specifici di AMC, ovvero Application, Modernization and Connectivity che utilizzano il DevOps per ottimizzare flussi di codice vecchi e nuovi. E Micro Focus è il leader assoluto in quest’ambito. Vale la pena di dedicare una giornata al Micro Focus Summit 2019, basta registrarsi su questa pagina.

Cobol: un linguaggio che ha ancora molto da dire ultima modifica: 2019-11-04T22:24:12+01:00 da Valerio Mariani

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