DeepSeek cos’è e perché sta scuotendo i mercati tecnologici: l’AI cinese sfida i colossi americani

Con il suo modello di intelligenza artificiale capace di competere con le big tech occidentali a costi ridotti, la startup cinese DeepSeek agita il mercato tech e le borse, sollevando dubbi sugli investimenti nell’AI e preoccupazioni geopolitiche

Tech Stocks Sink in Broad AI Rout Sparked by China’s DeepSeek
Nasdaq falls more than 3%, Nvidia slides 16% as investors question AI spending outlook
Chinese artificial-intelligence upstart DeepSeek has trained high-performing models cheaply—and without the most advanced gear provided by chip maker Nvidia and others. Nvidia’s fall wiped out more than $400 billion in market value, weighing on the Nasdaq.

Poche righe, ma esemplificative di una situazione che rischia di sconvolgere, e non poco, l’assetto del mercato dell’Intelligenza Artificiale e delle imprese che vi operano.
“I titoli tech registrano un crollo significativo, trascinate da un’ondata di vendite scatenate dalla startup cinese DeepSeek. Il Nasdaq ha registrato una flessione superiore al 3%, mentre Nvidia ha subito un calo del 16%, bruciando oltre 400 miliardi di dollari in capitalizzazione di mercato”, titola, al momento in cui stiamo scrivendo, Wall Street Journal.
Di fatto, il mercato dell’intelligenza artificiale è stato scosso dall’arrivo di DeepSeek, startup cinese che ha dimostrato di poter competere con i giganti tecnologici occidentali utilizzando approcci più economici ed efficienti. I modelli di intelligenza artificiale di DeepSeek sono infatti sviluppati a costi contenuti e senza ricorrere ai chip avanzati prodotti da colossi come Nvidia. Un approccio che sta mettendo in discussione il futuro degli investimenti nell’AI, sollevando dubbi tra gli investitori sul valore delle spese previste in questo settore.
E l’impatto sui mercati è stato immediato.

Cosa è DeepSeek

Fondata nel 2023 da Liang Wenfeng, un gestore di hedge fund cinese, DeepSeek è un’ azienda cinese specializzata in intelligenza artificiale che ha avuto origine come unità di ricerca AI all’interno di High-Flyer dello stesso Wenfeng. La startup sta attirando l’attenzione globale grazie al lancio del suo modello AI, denominato R1. Presentato a novembre dello scorso anno e rilasciato il 20 gennaio 2025, R1 si distingue per le sue alte prestazioni in compiti di problem solving, comparabili a quelle dei modelli di punta statunitensi come il modello di ragionamento di OpenAI con ChatGPT.
Ma ciò che rende DeepSeek particolarmente interessante è la capacità di offrire risultati competitivi a un costo notevolmente inferiore.

La chiave del successo di DeepSeek risiede nell’uso di chip tecnologicamente meno avanzati, combinati con tecniche innovative di addestramento dei modelli. Questo approccio non convenzionale è dovuto anche alle restrizioni imposte dagli Stati Uniti sull’export di chip avanzati verso la Cina. Nonostante queste limitazioni, DeepSeek è riuscita a sviluppare un modello competitivo, quasi a riprova del fatto che l’accesso ai chip più sofisticati non sia poi così essenziale per ottenere performance di alto livello.

Il modello R1 è stato rilasciato in modalità open source, permettendo di conseguenza ad altre aziende di adattarlo e utilizzarlo per le proprie attività di sviluppo, aprendo la strada a soluzioni AI più economiche e accessibili.

Quali differenze tra DeepSeek e OpenAI?

R1 si distingue per le sue capacità di ragionamento avanzate e per la possibilità di effettuare ricerche web in tempo reale, a differenza dai modelli di OpenAI e Google, che si basano su dati preesistenti. Un’altra caratteristica chiave di R1 è quella di esplicitare i passaggi del suo ragionamento per risolvere problemi, il che migliora la comprensione del processo decisionale da parte degli utenti.
Secondo quanto riporta Forbes, DeepSeek avrebbe di fatto riscritto le basi dei modelli di intelligenza artificiale, puntando sull’ottimizzazione delle risorse tramite software piuttosto che sulla dipendenza dall’hardware. Per superare, come già accennato, le limitazioni dovute ai controlli sulle esportazioni imposti dagli Stati Uniti, che restringono l’accesso ai chip più avanzati, DeepSeek ha adottato innovazioni ingegneristiche come schemi di comunicazione personalizzati tra i chip per migliorare l’efficienza del trasferimento dati, tecniche per risparmiare memoria e metodi di apprendimento per rinforzo per ridurre al minimo il consumo di potenza computazionale. Queste ottimizzazioni consentono di abbassare drasticamente i costi rispetto ai tradizionali modelli di linguaggio di grandi dimensioni.
Questa efficienza nei costi si riflette nel prezzo delle API per DeepSeek-R1, che è di soli 0,55 dollari per milione di token in input e 2,19 dollari per milione di token in output, valori nettamente inferiori rispetto ai costi delle API di OpenAI, pari a 15 e 60 dollari rispettivamente.

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Un altro aspetto che differenzia DeepSeek dai suoi competitor, è la possibilità di utilizzare i suoi modelli in locale su PC e smartphone, riducendo la dipendenza da server centralizzati. Questo non solo migliora la privacy, consentendo agli utenti di conservare i propri dati sui dispositivi personali, ma democratizza l’accesso all’intelligenza artificiale, eliminando la necessità di una connessione costante a internet.
DeepSeek ha inoltre dimostrato di poter addestrare i suoi modelli a costi significativamente più bassi rispetto ai colossi tecnologici occidentali. L’azienda ha dichiarato infatti di aver speso solo 5,6 milioni di dollari in potenza di calcolo per il suo modello base, rispetto alle centinaia di milioni o miliardi di dollari che le aziende statunitensi investono nelle loro tecnologie di intelligenza artificiale.
Questa capacità di ottimizzare risorse limitate rappresenta un vantaggio competitivo strategico, soprattutto in un settore in cui i costi di addestramento continuano a crescere esponenzialmente.

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DeepSeek, lo scenario e le perplessità

Ed è chiaro che tutto questo non solo genera forte interesse, ma solleva anche parecchie preoccupazioni, dal momento che potrebbe ridimensionare il predominio delle grandi aziende tecnologiche americane nel settore, a partire, naturalmente, da Nvidia, che non solo ha visto crollare il valore delle sue azioni, ma che vede potenzialmente messa in dubbio la centralità dei propri chip per il futuro dell’intelligenza artificiale. Per molti, DeepSeek rappresenta una possibilità di riequilibrare il panorama globale dell’AI, offrendo opportunità anche a regioni come l’Europa e altri mercati emergenti. Tuttavia, segna anche un nuovo livello di competizione, poiché startup di ogni parte del mondo dovranno confrontarsi con il modello di efficienza e accessibilità introdotto da DeepSeek.
Ma non mancano perplessità, soprattutto per quanto riguarda i meccanismi di censura integrati e sulle implicazioni geopolitiche legate al suo utilizzo. La versione ufficiale dell’API del modello R1 utilizza sistemi di filtraggio per argomenti considerati sensibili dal governo della Repubblica Popolare Cinese. Come riportano in molti in queste ore, il modello si rifiuta di rispondere a domande sulle proteste e il massacro di Piazza Tiananmen del 1989. In alcuni casi, l’intelligenza artificiale genera inizialmente una risposta per poi cancellarla e sostituirla con un messaggio come: “Spiacente, questa è una tematica al di fuori del mio ambito attuale. Parliamo di qualcos’altro.” Anche nella versione open-source del modello R1, le restrizioni legate ai “valori socialisti fondamentali” definiti dalle autorità cinesi e a questioni come lo status politico di Taiwan rimangono difficili da rimuovere.

Questi elementi sollevano preoccupazioni sull’uso di DeepSeek per operazioni di influenza straniera, disinformazione, sorveglianza e cybersecurity.

DeepSeek cos’è e perché sta scuotendo i mercati tecnologici: l’AI cinese sfida i colossi americani ultima modifica: 2025-01-27T21:41:31+01:00 da Miti Della Mura

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