Multicloud cos’è, quando serve e, soprattutto, come si orchestra, gestisce, controlla prima di… perdere la testa tra le nuvole. Veloce, pratica, multipiattaforma, ecco una nuova ed esclusiva puntata della speciale rubrica #SmartDatacenter costruita in collaborazione con NPO Sistemi e VMware.

Una bussola decisiva per orientarsi nella corsa verso la rivoluzione del Data Center e delle infrastrutture IT al tempo della ripartenza e della nuova normalità digitale.

Multicloud, croce e delizia

Nel variegato lessico IT che contraddistingue l’affascinante mondo della trasformazione digitale, il multicloud indica la compresenza di servizi cloud based, in prevalenza di tipo pubblico, offerti almeno da due provider differenti.

Cerchiamo quindi di capire perché sul mercato va affermandosi questo tipo di esigenza, per quale motivo il multicloud diventa croce e delizia per l’IT aziendale e, soprattutto, quali sono le soluzioni per gestire al meglio l’orchestrazione di questa straordinaria varietà di servizi.

Le aziende tendono a servirsi sempre più spesso di soluzioni in cloud, facendo riferimento ad un catalogo di offerta sempre più ampio e competitivo, che vede affacciarsi sulla scena sia i big tech che una serie di player minori, abili nel puntare con gran decisione sulla verticalizzazione e sulla personalizzazione dell’offerta.

In altri termini, quando un’azienda cerca in cloud le risorse IaaS / PaaS su cui poggiare la propria infrastruttura IT, piuttosto che ambienti containerizzati per sviluppare le proprie applicazioni, si apre un mondo di possibilità.

È dunque piuttosto frequente che le differenti linee di business aziendali ricorra, spesso indipendentemente, a soluzioni di provider differenti, scegliendo le più congeniali alle proprie esigenze. Questa varietà si traduce in uno scenario piuttosto eterogeneo e per certi versi caotico per il reparto IT aziendale, chiamato a dover gestire con logica e soluzione di continuità il tutto.

Del resto, il multicloud porta con sé una varietà di vantaggi oggettivi tutt’altro che indifferenti, tra cui:

  • Scalabilità dei sistemi e dei sottosistemi IT (es. Storage, Network, Computing);
  • Riduzione dei costi, selezionando di volta in volta i servizi più convenienti in relazione gli SLA;
  • Riduzione del lock in che la dipendenza da un singolo cloud provider potrebbe generare;
  • Convenienza tecnica, selezionando le soluzioni più funzionali alle proprie esigenze operative;
  • Compatibilità con l’approccio ibrido, che consente di mantenere parte dei servizi on-premises e parte su cloud pubblico;
  • Erogazione dei servizi in differenti aree geografiche, con elevate garanzie di resilienza (business continuity)

Preso atto del fatto che non abbia alcun senso rinunciare alle opportunità concesse dal multicloud, si rende opportuno capire come gestire ed orientare a proprio vantaggio la complessità che interfacce e soluzioni tecniche differenti necessariamente comportano. Se l’IT dell’azienda moderna è descrivibile nella metafora di una grande orchestra, occorre pertanto capire come orchestrare al meglio gli strumenti che la compongono, per garantire a tutte le LoB il concerto sinergico.

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Risolvere la complessità: l’orchestrazione dei servizi multicloud

I dati dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, fortemente orientato sul mercato italiano, ci dicono come il 68% delle imprese utilizzi più cloud provider, ma soltanto il 24% di questi dichiara di aver implementato una strategia integrata con logiche e strumenti di orchestrazione dedicati. Questo vuol dire che il caos buono, cui abbiamo fatto riferimento nel precedente paragrafo, rischia di trascinare con sé una serie di inefficienze nella gestione, che possono tradursi in evidenti criticità, almeno per quanto concerne i seguenti aspetti:

  • Gestione dei costi operativi;
  • Gestione della sicurezza e coerenza con le policy aziendali;
  • Permanenza dei sistemi legacy in oggetto di migrazione;
  • Limiti dovuti alla scarsa interoperabilità tra i servizi di provider differenti;

Nel complesso di un livello di controllo problematico anche in termini di visibilità delle risorse, un fattore, quest’ultimo, che potrebbe generare non pochi problemi al reparto IT, oltre che ai singoli reparti operativi dell’azienda. È evidente che, senza una valida orchestrazione dei vari cloud impiegati, la disconnessione tra i servizi rischia di accumulare molte situazioni potenzialmente ostative. Si pensi, ad esempio, al differente livello di aggiornamento di servizi che non sono tra loro coordinati, con tutte le conseguenze del caso per le applicazioni che si basano su un ampio parco di tecnologie.

A prescindere dai fattori frenanti, le aziende dovrebbero attuare quanto prima una strategia di orchestrazione dei propri servizi multicloud, che comporta l’adozione di metodi e strumenti finalizzati ad offrire un controllo centralizzato della complessità eterogenea che il multicloud comporta. La condizione ideale, sia teorica che pratica, coincide con la gestione di tutti i servizi attraverso un’unica dashboard, rendendo di fatto del tutto trasparente il fatto che vi sia alla base una pluralità di tecnologie offerta da fornitori differenti.

Per migliorare la gestione IT, l’orchestrazione dei servizi multicloud può fare carico almeno su tre leve fondamentali:

  • Governance: il multicloud va gestito in modo che sia le applicazioni migrate che quelle cloud native rispondano in maniera puntuale e coerente a tutte le policy aziendali, a cominciare da quelle in materia di sicurezza e protezione dei dati. L’orchestrazione deve rendere questa complessità quanto più gestibile attraverso un’unica dashboard.
  • Automazione: l’impiego di modelli a servizio comporta un elevato livello di automazione dei servizi stessi, sia nell’ambito di applicazioni migrate che nell’ambito di applicazioni cloud native. Si pensi alla capacità dei sistemi serverless di gestire in modo trasparente i carichi di lavoro, piuttosto che ai sistemi di backup e disaster recovery che i provider cloud sono in grado di garantire in funzione della resilienza.
  • Visibilità: può apparire il fattore più scontato, ma molto spesso la visibilità finisce per risultare l’aspetto cruciale dell’orchestrazione del multicloud, soprattutto se operiamo in termini di aziende in forte crescita, capaci di generare un elevato numero di applicazioni, sempre più ampie ed articolate nella struttura, appoggiandosi ai servizi di fornitori differenti. Una buona orchestrazione deve saper monitorare lo stato delle applicazioni a prescindere dal loro livello di sviluppo e dall’ubicazione delle risorse, nei cloud pubblici piuttosto che privati.

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I vantaggi dell’orchestrazione dei sistemi ibridi e multicloud

Il ricorso ai servizi multicloud fa spesso il paio con un approccio al cloud ibrido (Hybrid Cloud) che spesso scaturisce in maniera organica dati i lunghi tempi migratori che l’attuazione di una strategia di trasformazione digitale comporta. Le aziende trasferiscono progressivamente nella nuvola i loro servizi, generando una condizione operativa che vede le risorse e i data center sia in locale che in cloud. Questo percorso di transizione può durare anche diversi anni.

Una corretta strategia di orchestrazione dei servizi ibridi e multicloud può comportare una serie di vantaggi cui diventa oggettivamente difficile saper rinunciare, nell’ottica di rendere l’IT aziendale davvero “self service”:

  • Pannello di controllo unificato: una sola dashboard personalizzabile per gestire tutti i servizi e tutte le risorse IT in locale e in cloud: il sogno di qualsiasi responsabile IT;
  • Approccio votato al miglioramento continuo: uno dei capisaldi della trasformazione digitale è costituito dal poter gestire in tempo reale tutte le modifiche, nell’ottica di crescere in termini di efficienza nei singoli processi;
  • Crescita agile e flessibile: dato dal progressivo abbandono dei sistemi legacy e delle infrastrutture on-premises a favore dei servizi in cloud, in particolar modo per quanto concerne i modelli a servizio;
  • Piattaforme di gestione open-source; per evitare i rischi di lock-in che il software proprietario di un provider potrebbe inevitabilmente comportare.

Oltre ai vantaggi intrinseci del cloud, una corretta strategia di orchestrazione dei servizi è dunque determinante per incrementare in termini generali i vantaggi del business, senza rinunciare all’opportunità di rendere le risorse in cloud sinergiche e perfettamente funzionali rispetto all’operatività dei sistemi in locale. In tal senso, oltre ai data center on-premises, non possiamo trascurare il crescente impatto delle architetture Edge, indispensabili per implementare i sistemi IoT che si basano sui dispositivi interconnessi.

NPO Sistemi e VMware: strategie e soluzioni di eccellenza per l’orchestrazione del multicloud

I fattori precedentemente espressi ci portano a sviscerare come per gestire in maniera efficiente un ambiente multicloud si renda necessario un approccio end-to-end, capace di individuare e personalizzare sia la gestione dei servizi esistenti che l’integrazione di ulteriori soluzioni garantite da più fornitori. In tale scenario emerge il know how pratico di una realtà come NPO, che da molti anni affianca le aziende nel loro percorso di trasformazione digitale.

La capacità di analizzare in maniera puntuale gli scenari IT di un’azienda consente agli specialisti di NPO di adottare soluzioni e strategie capaci di ottimizzare i carichi di lavoro, per rendere operativa una strategia di orchestrazione dei servizi necessari per eseguirli al meglio. Uno degli aspetti più rilevanti della gestione dei servizi cloud risiede nel bilanciamento delle risorse.

Per semplificare la complessità delle soluzioni multicloud, non bisogna infatti correre il rischio di sovraccaricare la gestione IT, con il rischio di rendere oltremodo laboriosa una buona strategia generale di controllo dei costi e delle prestazioni.

NPO Sistemi si avvale di un partner tecnologico cruciale nell’ambito dell’orchestrazione: VMware, il cui straordinario know how nell’ambito della virtualizzazione e delle infrastrutture iperconvergenti è alla base di prodotti come vRealize e CloudHealth, che consentono di interfacciarsi, monitorare e gestire nel modo più efficiente i servizi dei principali cloud provider presenti sul mercato.

Le soluzioni che VMware garantisce alle aziende per l’orchestrazione dei servizi multicloud consentono di avere il pieno controllo delle funzionalità operative per utilizzare qualsiasi cloud per ogni app, tra cui le macchine virtuali e i container su cloud privato e pubblico (AWS, Oracle, Azure, Google Cloud, ecc.) ai fini di ottimizzare e rendere sempre più performante la gestione dei carichi di lavoro.

Multicloud le regole dell’orchestrazione ultima modifica: 2021-08-31T15:30:45+02:00 da Francesco La Trofa

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