A ogni generazione il suo modo di lavorare? Lo Smart Working sembra appartenere agli under 45 mentre ai manager più navigati spesso la questione della flessibilità lavorativa proprio non va giù.

La settimana del 20 maggio a Milano è stata la settimana del lavoro agile, il lavoro indipendente dal luogo, lo Smart Working. Giusto per far quadrare il cerchio attorno al concetto di “agilità” che si sta insinuando, con non poche difficoltà, all’interno della cultura aziendale.

Ora, in questa nuova e attesa puntata dell’esclusiva rubrica multipiattaforma #RallyVideo, costruita da Sergentelorusso.it in collaborazione con franzrusso.it, Logitech e un system integrator di valore come Impianti, è tempo di elevare il concetto di Smart Working sfatando i luoghi più comuni. Già perché Smart Working e videoconferenza, evidentemente, vanno a braccetto.

Una battaglia culturale

È una questione generazionale, dicevamo, che influisce sulla diffusione dello Smart Working. Mentre gli over 50, combattono ancora per un ufficio singolo all’interno delle sicure mura aziendali, ed evitano gli open space, tra gli under 45 si insiste per inserire l’opzione “lavoro agile” nel contratto di lavoro.

Messo in chiaro che Smart Working non vuol dire “lavorare da casa”, e sembra ancora necessario fare questo distinguo, riassumiamo qui quali sono gli ostacoli al cambiamento. Le obiezioni che il responsabile delle risorse umane fa a un candidato in fase di colloquio. Prima di scartarlo, ovviamente, visto che ha osato chiedere se nel contratto fosse contemplata l’opzione Smart Working. E ricordiamo che questa opzione è sempre più presente nei contratti aziendali e che in diversi Paesi del mondo è considerato un diritto del lavoratore.

Le 5 obiezioni più comuni allo Smart Working

1. Come facciamo a sapere che stai lavorando.
Se sei a casa, non puoi timbrare il badge, o no? No. Il badge, virtuale, lo puoi timbrare utilizzando una qualsiasi funzionalità di un qualsiasi programma di collaboration. Nel caso, è sempre possibile usare una app o un widget apposito che registri il momento in cui hai acceso il computer. Quando ti sei connesso alla rete aziendale o quanto hai utilizzato i programmi di collaborazione e di produttività.

2. In mobilità avrai molti motivi per distrarti.
Esistono diverse ricerche che sostengono il contrario. Anzi, le nuove filosofie del lavoro promuovono il “lavoro da casa” o da un luogo diverso dalla propria azienda. È stato dimostrato che sul luogo di lavoro, in un open space ma anche in un ufficio singolo, le distrazioni sono numerose, di diverso tipo e imprevedibili. C’è la riunione improvvisa, il collega che ti interrompe, la telefonata del vicino di scrivania, giusto per citarne qualcuna.

3. Se non sei in ufficio non dimostri attaccamento all’azienda.
Forse non dimostri attaccamento alla propria scrivania, e questo dovrebbe essere un bene. Non ti preoccupi della tua reputazione aziendale, di coltivare quelle dinamiche extraprofessionali che, forse una volta, ti avrebbero fatto fare carriera. Piuttosto preferisci dimostrare di contribuire al business aziendale raggiungendo i tuoi obiettivi. Già, perché, lo Smart Working è lavorare per obiettivi, non per orari.

4. E per le riunioni come si fa, c’è bisogno di un contatto visivo.
Lo Smart Working non preclude il fatto di presenziare alle riunioni. Non è e non deve essere una scelta definitiva. Si può e si deve essere presenti in azienda nei momenti più opportuni. Ma, se si sceglie di presenziare a una riunione attraverso un sistema di videoconferenza professionale e avanzato (come quelli di Logitech), la qualità sarà più che soddisfacente e, tra l’altro, si eviterà l’”effetto mangiatoia”.

5. Il tuo lavoro non permette lo Smart Working.
Certo, lavorare al desk di un ufficio postale da casa è un po’ complicato. È evidente che le categorie professionali che richiedono un contatto diretto con il pubblico, o con un macchinario, dovranno rassegnarsi. Per loro la presenza continua a essere fondamentale. Ma quante sono le mansioni di questo tipo in un’azienda?

Potremmo aggiungere altro. Per esempio che un’azienda potrebbe risparmiare sui costi scegliendo una sede più piccola. Oppure con la stessa spesa, un ufficio in centro più prestigioso. Ancora, potremmo citare gli studi che sostengono che allontanarsi dalla routine aziendale stimola la creatività. E, infine, ricordare che all’interno delle mura aziendali è difficile fare networking pro business.

Smart Working? Non in questa azienda. 5 obiezioni e 5 modi per smontarle ultima modifica: 2019-05-23T23:05:17+02:00 da Valerio Mariani

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