Dopo il terremoto di Taiwan dei giorni scorsi, l’industria elettronica mondiale si interroga sui possibili impatti sulla produzione di semiconduttori, chip e display. Da TSMC, il più grande produttore al mondo, fornitore di Apple e Nvidia, arrivano rassicurazioni, ma qualche analista tiene alta l’asticella dell’attenzione

Oltre alle preoccupazioni primarie, legate all’incolumità delle persone, ai soccorsi ai feriti e dispersi, alla messa in sicurezza degli edifici e al ripristino dei servizi primari, ci sono altri motivi di apprensione che accompagnano le cronache del terremoto che ha colpito la costa orientale di Taiwan vicino alla contea di Hualien: un sisma di magnitudo 7,2, il più forte degli ultimi 25 anni sull’isola. 
Le preoccupazioni riguardano il possibile impatto del terremoto sulle industrie locali, e in particolare sulla capacità produttiva delle fabbriche di semiconduttori e display.

Il ruolo di Taiwan nell’industria dei chip

Va detto che l’isola di Taiwan riveste un ruolo preponderante nella catena di approvvigionamento globale di chip e semiconduttori.
Hanno sede a Taiwan TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Co), il più grande produttore di microchip al mondo, fornitore di aziende come Apple e Nvidia, così come UMC, Vanguard International Semiconductor e Powerchip Semiconductor Manufacturing, realtà più piccole ma comunque centrali nella supply chain del settore.
Consapevoli del rischio sismico dell’isola, tutte queste industrie hanno da tempo rafforzato le loro infrastrutture produttive, migliorando la propria resilienza di fronte ai disastri naturali e utilizzando tra altro sistemi di spegnimento automatico per minimizzare i danni alla produzione e ai macchinari.
E anche se molti degli impianti di produzione sarebbero distanti dall’epicentro del sisma, molte fabbriche hanno evacuato parte degli impianti di produzione e chiuso alcune linee per sottoporle ad accurate ispezioni. 

Terremoto di Taiwan, le dichiarazioni di TSMC

In particolare, TSMC ha reso noto di aver evacuato parte dei propri siti produttivi, sottolineando di non aver comunque riportato danni significativi, tanto che operai e impiegati sono tornati al lavoro poche ore dopo le scosse di assestamento. Secondo quanto comunicato dalla stessa TSMC nonostante un “piccolo numero” di strumentazioni danneggiate e un’ispezione in corso per valutare l’entità totale dei danni, l’azienda avrebbe ripristinato il 70% (l’80% nel caso delle apparecchiature più recenti) delle attrezzature entro 10 ore dal sisma, mantenendo intatti gli strumenti critici come le apparecchiature per la litografia ultravioletta estrema (EUV – Extreme Ultra Violet).

Le perplessità degli analisti

Nonostante le rassicurazioni, confermate per altro da Nvidia, da parte di TSMC, che non prevede interruzioni della catena di approvvigionamento, qualche perplessità in più viene sollevata da società di analisi che sottolineano come la vera sfida sia rappresentata dai tempi di ripristino dell’operatività dopo l’interruzione forzata. 
Secondo la società di ricerca canadese TechInsights, citata da Reuters, i macchinari che entrano in spegnimento automatico possono richiedere dalle 36 alle 48 ore per essere ripristinati e convalidati, mentre Isaiah Research, anch’essa citata da Reuters, “serve tempo per ripristinare la produzione e mantenere gli standard di qualità necessari”. E questo in particolare per gi impianti di Tainan, dove sono concentrate le produzioni a 4/5nm e 3nm e la litografia EUV.
Ancor più negativo è lo scenario disegnato da Barclays, secondo cui alcuni impianti di semiconduttori necessitano di operare senza interruzioni 24/7 in uno stato di vuoto per diverse settimane dopo il fermo.
Questo potrebbe impattare significativamente sulla produzione e di conseguenza sui prezzi.

Terremoto di Taiwan: quali effetti sul mercato dei chip ultima modifica: 2024-04-04T13:29:16+02:00 da Miti Della Mura

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