Un UPS, o gruppo di continuità, è un dispositivo che consente a un computer di continuare a funzionare almeno per un breve periodo quando l’alimentazione in ingresso viene interrotta. Finché l’energia elettrica circola, riempie e mantiene anche l’accumulo di energia. Maggiore è l’energia immagazzinata, più a lungo la potenza potrà essere mantenuta.

Continuità, dunque, a dispetto di problemi, disastri, interruzioni. 

Business continuity ma anche e soprattutto capacità di fare e garantire costantemente qualità di funzionamento a tutta l’infrastruttura ICT. Un UPS, infatti, lavora 24/7 anche quando l’energia a monte è presente, proteggendo dispositivi e impianti da picchi o cali di energia grazie al lavoro che svolgono filtri, raddrizzatori e inverter.

Una serie di sfide chiave al tempo di servizi digitali che possono e devono assolutamente “continuare” per non mettere a rischio processi aziendali, salute dei dati trattati, compliance normativa di una impresa, business… denaro, reputazione.

Un tema, quello della business continuity che è diventato oggi il “Tema” con la T puntualmente maiuscola anche e soprattutto perché, negli anni immediatamente successivi alla fase più acuta della pandemia, abbiamo prima toccato con mano e poi imparato i vantaggi, enormi, di affidare proprio al mondo digitale processi, dati, parti sempre più critiche del nostro lavoro della nostra vita quotidiana.  

Questione di agilità, immediatezza, semplicità… provate anche solo a pensare alla differenza tra una carta di identità cartacea e una carta di identità abilitata ai servizi digitali…

Una serie di vantaggi senza precedenti che però serve poter vivere in totale sicurezza garantendosi proprio la “continuità” di accesso a questo spazio digitale e, ancora, la sua disponibilità, affidabilità, sicurezza.

Nasce proprio da qui questa nuova guida multimediale costruita in collaborazione con Schneider Electric (qui la prima guida dedicata ai Partner Program). 

Una guida multimediale, concreta e, si spera, utile, che aggiorneremo in tempo reale con novità, integrazioni legate ad una piattaforma tecnologica che ha visto aumentare a dismisura la sua centralità nelle imprese.

[Scopri la “sostenibile” rivoluzione del valore al servizio del canale. Guarda e ascolta la video guida formata APC Schneider Electric. Marco Ruggiero, Responsabile Marketing UPS @Schneider Electric, in questa prima video intervista ci racconta cosa sono gli UPS e perché proprio la continuità oggi è il cuore della trasformazione digitale]   

Tipologie di UPS

Tornando al cuore, al DNA di queste soluzioni, la differenza tra i sistemi UPS risiede nella tecnologia che consente loro di svolgere il proprio lavoro. L’energia può essere immagazzinata in diversi modi. Le batterie ricaricabili sono le più comuni.

Tuttavia, l’energia cinetica può anche essere immagazzinata in volani rotanti oppure l’energia può essere immagazzinata come combustibile. 

Il tipo di UPS più comunemente utilizzato è anche il più efficace, generalmente chiamato UPS Online a doppia conversione.

Per qualsiasi UPS, l’alimentazione di rete in ingresso è corrente alternata (CA), che è anche quella richiesta dalla maggior parte delle apparecchiature informatiche (ITE). Le batterie, d’altro canto, sono dispositivi a corrente continua (CC), quindi tutti gli UPS a batteria devono convertire, o rettificare, l’alimentazione CA in ingresso in CC per caricare le batterie. L’UPS deve inoltre continuare a fornire CA all’ITE, quindi la potenza CC deve essere riconvertita in CA tramite un dispositivo noto come inverter.

​In un UPS a doppia conversione, la potenza fluisce continuamente attraverso l’inverter fino all’ITE. La tensione e la frequenza di uscita sono completamente isolate e indipendenti dalla tensione e dalla frequenza di ingresso. Possono anche essere completamente diversi dall’ingresso, quindi questo sistema è tecnicamente classificato come indipendente dalla tensione e dalla frequenza (VFI). 

In questi UPS l’inverter e la batteria sono sempre in funzione; quindi, l’onda sinusoidale in uscita viene sempre ricreata e i disturbi presenti nella tensione in ingresso non si ripercuotono sull’uscita. È chiaro che questo genere di gruppi di continuità sono quelli che, oltre a garantire la continuità, forniscono la maggior pulizia e qualità della tensione.

Una seconda tipologia, sono gli UPS Line Interactive: in questi UPS quando c’è tensione in ingresso, questa viene riportata in uscita ma passando per un dispositivo stabilizzatore di tensione (AVR, Automatic Voltage Regulator) . L’inverter e le batterie vengono coinvolte quando la tensione di rete è assente (o esce da un determinato range di parametri). Rispetto agli UPS offline, questi gruppi di continuità operano quindi una “pulizia della tensione”, ma riguarda soprattutto la tensione (contro sovratensioni e sotto tensioni (brown out), meno la frequenza e altri disturbi. 

Esistono infine gli UPS Offline o Standby: questi gruppi di continuità sono i più semplici e al tempo stesso i più economici, perché finché c’è tensione in ingresso, la forniscono direttamente all’uscita così com’è. In caso di assenza di tensione, commutano invece sull’uscita la tensione prodotta tramite batterie e inverter. Si intuisce facilmente che questo genere di UPS può garantire continuità ma non qualità di tensione al carico, perché eventuali disturbi vengono riportati anche all’uscita.

C’è poi una norma generale che regola questa classificazione: la CEI EN 62040-3. Tale norma prevede una classificazione degli UPS in base tre sigle: 

1) La prima sigla definisce la relazione fra uscita e ingresso.

1A) Si parla di UPS VFI (Voltage and Frequency Independent ) quando sia la tensione che la frequenza dell’uscita sono indipendenti da tensione e frequenza dell’ingresso. È chiara la relazione fra UPS VFI e UPS Online Doppia Conversione. 

1B) Si parla di UPS VI (Voltage Independent), quando solo la tensione in uscita è indipendente da quella in ingresso. È appunto il caso degli UPS Line Interactive

1C) Si parla di UPS VFD (Voltage and Frequency Dependent) quando né la tensione né la frequenza dell’uscita possono dirsi indipendenti. Si tratta, come visto sopra, degli UPS Offline.

2) La seconda sigla definisce la distorsione della forma d’onda d’uscita (sinusoidale e non sinusoidale)

3) La terza sigle definisce le modalità di inserzione del carico, quindi anche i tempi di reazione dell’UPS in caso di mancanza di rete o di variazioni del carico a valle.

[Scopri la “sostenibile” rivoluzione del valore al servizio del canale. Guarda e ascolta la video guida formata APC Schneider Electric. Marco Ruggiero, responsabile Marketing UPS @Schneider Electric, in questa seconda video intervista ci racconta cosa sono gli UPS e perché proprio la continuità oggi è il cuore della trasformazione digitale]   

La sfida dell’Edge computing e della sostenibilità. Il caso, record, di APC Schneider Electric

Essere davvero utile, funzionale per un ambiente IT di nuova generazione per un UPS vuol dire, oggi, accettare la sfida di garantire continuità anche e soprattutto ad ambienti sempre più distribuiti, anche negli angoli più remoti di reti sempre più difficili da perimetrare. Non a caso, al tempo del lavoro smart si parla sempre più di focus, a tutti i livelli, “sull’Edge”, sulla “periferia” di reti in cui smartphone, tablet, end point sono sempre più dotati di potenza di calcolo e intelligenza per prendere decisioni autonomamente.

Non a caso, da tempo, un protagonista assoluto del mondo UPS come APC Schneider Electric si è mosso con decisione in questa direzione sviluppando un’offerta dedicata di UPS di nuova generazione. 

«I responsabili IT stanno implementando i sistemi di Edge computing per supportare la distribuzione di contenuti ad alta banda larga, dell’Internet delle cose (IoT) e delle applicazioni on-premise – spiegano dalla società -. Il giusto UPS è fondamentale per garantire che il sistema rimanga operativo e sicuro. Tre solo tecnologie chiave in questo scenario: tecnologia a banda larga; tecnologia delle batterie agli ioni di litio; tecnologia di gestione e monitoraggio basata sul cloud». Tre tecnologie che, non a caso, sono anche alla base della nuova famiglia Smart-UPS Ultra firmata proprio APC Schneider Electric. Una famiglia di UPS compatti sviluppata per ambienti di Edge computing che offre più potenza in meno spazio. Qui trovate tutti i dettagli

Ma c’è di più, oltre alla rivoluzione Edge computing, proprio gli UPS sono oggi chiamati ad affrontare la sfida della sostenibilità e della riduzione dell’impatto ambientale di tecnologie digitali a cui, per contro, tutti noi chiediamo sempre di più a livello di prestazioni. Anche e soprattutto per questo APC Schneider Electric ha creato Green Premium, ovvero un’etichetta con molti vantaggi. Che siate titolari di un’azienda, un building manager, un architetto, un distributore o un costruttore di macchine, Green Premium vi aiuterà a rispettare i vostri impegni di sostenibilità consegnando prodotti conformi alle normative ambientali quali RoHS e REACH, oltre ad essere perfettamente trasparenti con le informazioni ambientali e le istruzioni per la fine del ciclo di vita. Qui comunque trovate tutti i dettagli sul progetto Green Premium.

Funzionamento degli UPS trifase in modalità innovative ad altissima efficienza

I bisogni del mondo Enterprise

Detto cosa sono gli UPS, come funzionano e quali sono i casi di eccellenza disponibili sul mercato vale ora la pena chiudere questa guida pratica guardando alle modalità di funzionamento più innovative degli UPS sul mercato e, soprattutto, a come rispondono alle esigenze stringenti del mondo entreprise.

La prima legge della termodinamica, la conservazione dell’energia, afferma che l’energia non può essere né creata né distrutta. Nessun dispositivo elettrico o meccanico è efficiente al 100%, quindi ogni conversione comporta una perdita, che si disperde sotto forma di calore. I sistemi UPS sono molto più efficienti rispetto a dieci anni fa e mantengono quasi la stessa efficienza sia dal carico basso che da quello alto. 

Tuttavia, si verificano comunque perdite che vengono eliminate quando l’UPS è in modalità bypass. Quadi tutti gli UPS sul mercato ora offrono una versione sofisticata di bypass nota come modalità economica (modalità eco).

Un UPS in modalità eco può tornare al funzionamento completo quando necessario. Eliminando le perdite si risparmia su energia e costi fino all’interruzione dell’alimentazione che rende necessario il funzionamento completo dell’UPS. 

Alcuni utenti impostano il sistema per il funzionamento durante il giorno e lo fanno passare automaticamente alla modalità eco di notte se tali operazioni sono considerate meno critiche. La modalità Eco è generalmente altamente affidabile, ma molti utenti sono restii a cambiare modalità. Inoltre, l’efficienza dei nuovi UPS è pari o inferiore all’1% rispetto a quella ottenibile in modalità eco, per cui molti utenti ora considerano superflua questa modalità operativa alternativa. 

Va detto che in modalità ECO, raddrizzatore e inverter sono spenti, inoltre le batterie non vengono tenute in carica “tampone” e quindi non è detto che siano pronte a partire a tempo zero quando manca alimentazione in ingresso. 

Si tratta sicuramente di una modalità utile solo ed esclusivamente quando non è necessaria la protezione totale del carico. 

Più nel dettaglio però proprio in questo scenario Schneider Electric ha da tempo brevettato una modalità innovativa denominata “eConversion” e che riesce a fare un salto di qualtià rispetto alla “tradizionale” modalità ECO. Si tratta infatti di una funzionalità, disponibile sugli UPS trifase Galaxy V, che tramite un funzionamento innovativo dell’UPS, in cui inverter bypass e compensatore armonico lavorano insieme, riesce a garantire la massima protezione del carico, ovvero la “Classe 1 secondo norma EN62040-3, (il compito più importante che un UPS deve svolgere), ma con un rendimento del 99%.

Questa modalità, oltre ad essere brevettata, è anche certificata da un ente normativo UL (che ha fatto i test sia a tensione americana che a tensione europea), ed è inoltre considerata con certificazione “Energy Star”. 

Grazie ad “eConversion” gli UPS Galaxy V di Schneider Electric non solo sono i più performanti in termini di protezione del carico, ma anche di rendimento. 

Avendo quindi protezione e massima efficienza, il TCO di questi UPS è il più conveniente per l’impresa.

UPS e mondo enterprise, la sfida della Manutenzione e dei Servizi

L’importanza della manutenzione e soprattutto la sua efficacia è chiave per le tecnologie UPS soprattutto quando sono calate nel mondo entreprise. In questo senso, costruire UPS modulari e scalabili, che li rende innanzitutto più robusti e versatili, permette di poter avere funzionalità innovative di manutenzione. Un esempio in questo seno è il “Live Swap” di Schneider Electric, certificato dal TUV e che permette di gestire in maniera rapida ed efficace la manutenzione dei moduli di potenza, bypass e display degli UPS senza che loro interrompano la loro protezione del carico. 

Inoltre, è fondamentale sottolineare che ormai tutti gli UPS Online Doppia Conversione nascono Smart, ovvero connettibili e gestibili tramite piattaforme di monitoraggio, controllandone lo stato di vita e i dati di funzionamento. Questo permette anche di prevedere eventuali problematiche e intervenire tempestivamente sempre con l’obiettivo di proteggere al meglio gli impianti. 

Tutto questo sfocia nella possibilità quindi di strutturare dei veri e propri contratti di manutenzione, monitoraggio consulenza e gestione, per poter assicurare sempre le migliori condizioni di tutte le apparecchiature UPS durante tutto il loro ciclo di vita.

[Vuoi sapere cos’è un UPS? Scoprilo, in 60 secondi, insieme ad APC Schneider Electric, qui tutti i dettagli]

UPS cos’è un gruppo di continuità, a cosa serve e perché, oggi, fa sempre più la differenza per le imprese. La guida definitiva ultima modifica: 2024-03-12T17:52:59+01:00 da Marco Lorusso

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