Nuova appuntamento con la rubrica #DataRevolution in collaborazione con ICOS e NetApp. In questa puntata scopriamo insieme tutti i segreti del backup ai tempi del cloud, le regole da seguire e gli errori da evitare.
Qui sotto un recap delle puntate precedenti:
Data Protection: come si fa e come si evitano guai al tempo del lavoro da remoto
– Multicloud cos’è, perché oggi è il suo momento e come evitare rischi con i dati
– Cloud Storage cos’è, come si fa e come si evitano brutte sorprese: Il caso NetApp
– Backup: cos’è e quali sono le differenze con il disaster recovery
– Disaster recovery cos’è e come si fa. La guida completa di ICOS e NetApp
– Data Management cos’è come si fa al tempo della nuova normalità del cloud (il caso NetApp)

 

Cosa significa fare backup al tempo del cloud? Secondo Maurizio Granata, Consulting Solution Engineer / Storage Solution Architect di NetApp, la risposta risiede nell’evoluzione dell’IT: “Se è vero che i dati sono il nuovo petrolio dell’era digitale, tanto essere ormai tra gli asset principali delle aziende, va da sé questi asset vanno protetti da tutti i rischi possibili: dai banali problemi hardware, agli errori umani sino agli attacchi ransomware più sofisticati. Il backup, se fatto bene, deve anche permettere il restore, che è poi quello che ci salva quando capita qualcosa di brutto. Sapere, insomma, di avere una strategia di backup robusta e affidabile è quello che alla fine ci permette di dormire dei sonni più tranquilli. Proteggere i dati è un processo che ormai richiede un approccio ampio: il cloud da NetApp è un po’ visto come un’ulteriore opportunità, uno strato da aggiungere per raggiungere una migliore sicurezza, una sorta di abilitatore. Un’opportunità che qualche anno fa non esisteva e che va quindi assolutamente valutata”.

Le regole per fare backup in cloud

Non a caso l’approccio del vendor al Data management è di tipo olistico: occorre infatti valutare tutte le opportunità e le tecnologie oggi a disposizione. E Il cloud rappresenta senza dubbio un’opzione in più: “Molte aziende stanno modernizzando i propri approcci di backup, ad esempio andando a sostituire i tradizionali tape con qualcosa di più cloud oriented. Vuoi per ragioni di affidabilità dei media – il tape ha dei limiti strutturali – ma anche per ragioni di agilità e di costi. Un consiglio è quello di affidarsi a dei partner tecnologici che conoscano a fondo quelle che sono le problematiche del dato e che abbiano delle soluzioni che possono sostenere i peculiari approcci architetturali dei clienti, anche ibridi. Un’altra regola è quella di non avere mai paura di innovare sulla protezione del dato: avere una strategia di backup solida è come avere un’auto con tanti sistemi di sicurezza attivi e passivi. Si spera che non servano mai ma sono quelli che possono fare la differenza”.

Gli errori da non commettere

Eppure, ancora oggi, le aziende commettono non pochi errori nell’implementazione di una strategia di backup: “Un errore è quello di pensare di essere apposto e al sicuro e non cercare di ammodernarsi, accontentandosi magari di un backup tradizionale, magari costituito da una sola copia. Occorre articolare una strategia di backup basata su più livelli, su più copie di supporto: nel caso di attacchi gravi ransomware, le aziende che sono riuscite a uscirne indenne e più rapidamente sono state quelle he avevano approntato un strategia di backup basata su copie frequenti, rapidamente ripristinabili e difficilmente attaccabili, magari offline o immodificabili, con le giuste tecnologie”.

Le caratteristiche di NetApp

In questo contesto i punti di forza di NetApp sono incontrovertibili: si tratta di un vendor che ha creduto da subito nell’approccio cloud e hybrid e si è mosso rapidamente nello sviluppo, a partire già dal 2015. “Abbiamo preso quello di buono che c’era per gli ambienti on premise e lo abbiamo ulteriormente sviluppato, portando le nostre soluzioni nei cloud degli hyperscaler. Per coprire le esigenze di quei clienti che stavano già scegliendo il cloud, non solo per la parte di backup ma anche per i workload primari”.

In particolare, i sistemi basati su ONTAP, che sono in grado di girare on premise o su qualsiasi hyperscaler, permettono di fare backup in maniera efficiente, veloce e scalabile. “Efficiente perché i nostri backup sono shapshot based: permettono di salvare i dati tracciando solamente quelli che sono i blocchi modificati, non occorre copiare intere basi dati per ottenere dei backup full e restorabili. NetApp è famosa per avere delle tecnologie di efficientamento di deduplica, di compressione, ecc, che non sono relegate solo allo storage primario ma vengono preservate anche per il backup. La velocità è così un po’ una conseguenza: fare uno snapshot è un po’ come fare una fotografia, si ottiene un primo livello di protezione del dato. Diventa possibile effettuare anche più backup nel corso di una giornata, assicurando punti di ripristino più frequenti. Per quanto riguarda l’affidabilità, abbiamo una storia più che ventennale in fatto di snapshot, siamo ancora un punto di riferimento tecnologico per questa modalità di backup. Che può essere ulteriormente protetta da meccanismi di protezione aggiuntivi, assicurando un restore certo. Tutte queste tecnologie sono disponibili per i nostri clienti ovunque si trovino i loro dati, in cloud o on premise”.

 

 

Cos’è il backup e perché in cloud è meglio. La guida di NetApp. ultima modifica: 2022-01-19T10:37:12+01:00 da Sara Comi

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