Incendio OVH, cosa è successo Strasburgo e come superare il disastro.

Nella notte tra martedì e mercoledì si è verificato un incendio in uno dei data center di OVH a Strasburgo (qui la mappa dei Data Center in Italia). Una notizia che coinvolge tutto l’ambito cloud e non solo, perché nella citta francese sono presenti i server che controllano migliaia e migliaia di siti in tutto il mondo, i quali di conseguenza si sono bloccati. Vi sono inclusi ad esempio i canali ufficiali del governo francese e i servizi web di alcuni comuni italiani, da Pavia a Trapani. I tecnici delle varie istituzioni si sono messi subito al lavoro per verificare eventuali perdite di dati e allo stesso tempo l’azienda OVH sta studiando delle soluzioni, ma vediamo cosa è successo.

Incendio OVH, il guaio di Strasburgo

Strasburgo, sede del Parlamento Europeo e della Corte dei Diritti Umani, non trova pace: a circa tre anni dall’attentato terroristico del 2018 scoppia un incendio in una delle più importanti web farm del mondo. Certo, in questo caso non ci sono state vittime, ma tanta paura per le perdite enormi di informazioni che potrebbero derivare nei contesti in cui non si era fatta un’adeguata prevenzione per sopravvivere a incidenti e disastri. Ancora da appurare le cause.

Le fiamme sono divampate verso l’una, come fa sapere l’azienda in un comunicato stampa, e i vigili del fuoco francesi sono intervenuti subito, isolando la zona. Alle 4 il data center SBG 2 (la sigla indica proprio la città di Strasbourg), era praticamente distrutto. I vertici di OVH (la cui sigla in francese vuol dire “Noi vi ospitiamo”) si sono subito scusati per l’inconveniente e renderanno note, appena individuate, sia i motivi dell’accaduto che le eventuali conseguenze. Intanto i tecnici stanno cercando soluzioni per 1,5 mln di clienti, tanto è il bacino dell’azienda, appoggiandosi agli altri data center presenti nel resto d’Europa, 15 in totale.

Incendio cloud, cosa fare in questi casi

Octave Klaba, fondatore del colosso con sede principale a Roubaix, è giunto subito sul posto e sui social ha descritto l’evento come il più brutto degli ultimi 22 anni; OVH è nata nel 1999, affermandosi da subito come una realtà pioniera nel web hosting. Ora è tempo di studiare un piano per la ripartenza, come dichiarato da Klaba, e ci sono sicuramente le basi per farlo. Ad esempio, nell’edificio SBG3 i server si sono spenti, ma restano salvi, per cui sarà possibile riattivarli e riconnetterli alla rete.

Nel 2016 il gruppo aveva ricevuto un contributo molto importante da alcuni fondi di investimento, con l’obiettivo di quotarsi presto in Borsa. Si tratta del più grande fornitore di servizi cloud, cruciale nel mondo IT perché immagazzina tutte le risorse utili per far funzionare portali e siti web. La strada ora è quella del Disaster Recovery Plan, cioè la possibilità di mettere in campo una sorta di clone dei dataset presenti altrove e pronti all’uso in caso di necessità. Ecco perché è fondamentale fare il backup sia fisico che virtuale dei documenti centrali nel proprio business, come abbiamo ricordato in passato.

L’ultima questione, ancora aperta, riguarda la privacy e le normative europee al proposito, dette GDPR da General Data Protection Regulation, che hanno un impatto considerevole sul mondo cloud. In questo caso, se si dovessero riscontrare danni irreversibili, l’azienda potrebbe incorrere in violazioni a livello continentale. Anche su questo versante, l’organico francese possiede tutti i mezzi per risolvere la situazione. Come si legge sul sito ufficiale chiunque voglia avere garanzie sulla questione può rivolgersi al Data Protection Officer, Grégory Gitsels che in questo momento è al lavoro sulla questione. Su Twitter il fondatore stima che serviranno una o due settimane per ripristinare i server e promette assoluta trasparenza nel comunicare ciò che succederà nei prossimi giorni.

Incendio OVH, cosa è successo a Strasburgo e come superare il disastro ultima modifica: 2021-03-11T10:58:01+01:00 da Emanuele La Veglia

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