L’avanzata di Netskope Italia non conosce soste: il vendor specializzato nella cloud security, anche in un periodo difficile come quello dell’ultimo biennio, ha messo a segno risultati confortanti e ora punta a rafforzare ulteriormente la sua collaborazione con i partner di canale.

Come racconta la responsabile commerciale, Elena Accardi “Siamo soddisfatti, le complessità non sono mancate, tra normative, richieste di compliance, la pandemia e anche la situazione bellica che stiamo vivendo. Ma nel complesso continuiamo a essere resilienti. Netskope in Italia cresce e continua a mantenere i suoi tassi di crescita: in termini di fatturato, il numero di partnership e personale interno. Prevediamo di inserire nuove persone entro l’anno fiscale. L’obiettivo rimane sempre quello di erogare un servizio di sicurezza di eccellenza e- usando le parole del nostro CEO – essere una leggendaria compagnia di sicurezza, che sa comprendere linguaggio dei dati, dovunque essi si trovino e dovunque vengano acceduti”.

Anche il responsabile dell’area tecnica di Netskope Paolo Passeri vede positivo: “Oltre a essere resilienti ci stiamo allargando, stiamo conquistando nuovi clienti e nuovi settori che si affidano alla nostra piattaforma, che credono alla nostra visione di dare un unico punto di controllo in cloud per tutte le esigenze di protezione dell’organizzazione. Siamo partiti da un settore di nicchia come il cloud acess security broker e nel giro di pochi anni siamo diventati esperti sulla cloud security a 360 gradi e non abbiamo intenzione di fermarci qui”. 

Il complesso quadro della cybersecurity 

Indubbiamente Netskope si trova a operare in un panorama piuttosto complesso, caratterizzato da una grande intraprendenza del cybercrime: “I criminali stanno sfruttando le campagne per l’Ucraina con attacchi di phishing dove si ingannano gli utenti. Ci sono state campagne che facevano leva sul panico derivante dalle sanzioni, contro obiettivi russi o di aziende che operano in Russia. In ambito più ampio c’è stata un’esplosione di attività relative al cyber espionage: ci sono nazioni interessate a conoscere come si muove lo scacchiere, non solo quelle direttamente coinvolte nel conflitto. C’è poi un ulteriore aspetto che non trascurerei, che riguarda l’Italia e non solo: abbiamo provider di sicurezza molto blasonati che risentono delle sanzioni. Questo crea la necessità per molte organizzazioni di dover cambiare alcune componenti della propria infrastruttura di sicurezza e apre degli spazi inaspettati per attaccanti”.

La formula SSE di Netskope

In questo contesto gli account nel cloud sono uno degli obiettivi più ambiti da parte degli attaccanti. La risposta di Netskope risiede nel SSE, Netskope Security service EDGE, parte fondante delle soluzioni SASE (Secure Access Service Edge), che mira a creare un unico punto in cloud da cui vengono nativamente erogati i servizi di sicurezza. “Sappiamo che è una delle caratteristiche delle applicazioni cloud è l’ubiquità, ovvero il fatto che possano essere accedute ovunque. Di conseguenza il modello tradizionale basata sulla compliance delle soluzioni on prem non funziona più. Con il paradigma SSE si crea un punto di accesso, prima che l’utente possa raggiungere le proprie pagine web e le proprie applicazioni, su cui vengono erogati servizi di sicurezza che tradizionalmente erano erogati on prem: parliamo di controlli anti malware, oppure per prevenire associazioni illecite, remote browser isolation, fino al paradigma zero trust, dove l’accesso alla risorsa è consentito solo se l’utente supera determinati livelli di sicurezza”.

Netskope e i punti di forza

Rispetto ad altri provider di cloud security, Netskope può vantare degli importanti punti di forza: “Sicuramente siamo unici per il fatto di essere cloud native e per aver costruito un framework che ci consente di continuare ad aggiungere misure di sicurezza aggiuntivi, in tempo reale, senza inficiare sulle prestazioni dei nostri clienti finali. Un altro punto importante è quello di comprendere il linguaggio delle API; quindi siamo in grado di offrire diversi modelli di deployment che possano anche coesistere tra di loro. Un altro punto è quello di erogare un servizio in cloud per il cloud, con un’infrastruttura di nostra proprietà. Diversamente da altri competitor non usiamo cloud services provider ma siamo in colocation, restituendo così una migliore esperienza utente. Ultimo ma non meno importante è il nostro programma di canale, che prevede una serie di novità uniche”, evidenzia Accardi.

Il nuovo programma di canale 

Evolve, il nuovo programma di canale di Netskope è nato a marzo di quest’anno ed ha già avuto un grande successo. Il Partner program prevede tre diversi livelli di partnership: l’authorised, che rappresenta il livello base, ma porta con sé una serie di vantaggi tra cui l’accesso al portale. I livelli Gold e Platinum sono caratterizzati da una serie di ulteriori benefici legati a ulteriori scontistiche ma anche con inserimento di fondi marketing, per l’avvio di iniziative condivise. Lato formazione è prevista la Netskope Academy, dove i partner possono seguire dei percorsi di certificazione in ambito cloud security. “Per noi si tratta di un aspetto a valore importante, dopo il nostro ingresso nel Magic Quadrant, ci sono molto clienti che chiedono partner e personale certificato. Ultimo ma non meno importante è la nuova specializzazione sui servizi professionali: diventa possibile per i system integrator collaborare con la nostra area Professional service per l’erogazione dei servizi in cloud. Il nostro programma evolve è insomma rivolto a un’espansione del valore, aggiungendo un ulteriore tassello al nostro go to market, che è al 100% incentrato sul canale”, spiega Accardi. 

Gli errori da evitare 

Ma quali sono gli errori da evitare per le aziende che vogliono investire nella Cloud security? “L’errore da evitare è pensare che l’implementazione di un modello SASE sia esclusivamente un passaggio tecnologico. Non è possibile prendere la tecnologia preesistente e portarla in cloud. Non è solo percorso tecnologico ma anche procedurale: ci sono vantaggi molteplici, tra cui la possibilità di gestire molteplici tecnologie con un unico punto di controllo, che offre molteplici funzioni. La nostra formula è quella di capire esattamente quali siano le necessità di sicurezza di un utente e fare un piano di spostamento delle funzioni in cloud. Non è detto che si debba fare tutto subito, possono esserci anche dei momenti di coesistenza. Occorre capire requisiti dell’organizzazione, comprendere quali moduli di una piattaforma SSE possono servire e stilare un piano di migrazione in cui le varie funzioni si sposano secondo le specifiche necessità aziendali”, conclude Passeri.  

Netskope, il cloud sicuro e una progressione da record con il canale al centro ultima modifica: 2022-05-12T12:06:46+02:00 da Sara Comi

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