Al recente appuntamento con la RSA Conference di San Francisco NetWitness si è presentata con una serie di straordinarie novità tecnologiche e strategiche con al centro la rivoluzione XDR. Ma non è tutto, la multinazionale ha affrontato l’attesissimo evento in compagnia di un gruppo di manager e aziende italiane di eccellenza mondiale che hanno studiato e raccontato la loro sfida per proteggere infrastrutture e business. La voce di Cementir Holding e Snaitech spa
RSA Conference il “caso” Cementir Holding
Il primo manager che abbiamo incontrato nelle affollate sale della RSA Conference è Paolo Leoci, si definisce un “ingegnere che lavora nell’informatica e in particolare nelle infrastrutture e nella sicurezza da vent’anni”. Da sei anni Paolo è in Cementir Holding come responsabile sempre per reti e sicurezza.
«Innanzitutto sono qui carico di tanta curiosità – racconta Leoci – e per capire esattamente qual è lo stato appunto dell’arte nell’ambito della sicurezza, delle varie soluzioni disponibili sul mercato. Quantomai è necessario muoversi, studiare, c’è bisogno di soluzioni avanzate perché naturalmente gli hacker sono sempre lì un passo avanti e l’aspettativa, soddisfatta, legata a questa conferenza era proprio quella di poter vedere, di poter capire anche le tendenze e quello che ci aspetta nel prossimo futuro.
Noi stessi, come azienda stiamo letteralmente cercando di organizzarci ed evolverci per essere pronti a quelle che sono le sfide… non di domani ma di oggi stesso. Abbiamo un livello di sicurezza che attualmente si potrebbe definire accettabile ma dal mio punto di vista serve spingere e crescere di più: abbiamo bisogno di crescere e di maturare, di soluzioni capaci appunto di farci stare soprattutto più tranquilli. I prossimi step sono focalizzati nell’adozione di un Soc che attualmente ancora non abbiamo insieme anche ad un Siem che ritengo dei passi fondamentali.
Ovviamente anche qui a San Francisco abbiamo sentito tanto, nelle varie conferenze, che non basta adottare le soluzioni tecnologicamente avanzate ma serve cultura, percezione del rischio e serve capacità di utilizzare così tanta innovazione. Noi siamo effettivamente a questo livello, abbiamo delle buone soluzioni, tecnologicamente avanzate ma io personalmente non ritengo che bastino e quindi stiamo guardando un passo successivo, ad un passo fatto di competenze e maturazione costante».
RSA Conference il “caso” Snaitech
Altra azienda di eccellenza sbarcata alla RSA Conference in compagnia di NetWitness è Sanitech.
Abbiamo in particolare incontrati Valerio Visconti, Chief Information Security Office della società «Sono qui alla RSA conference per vedere, toccare con mano le novità, la roadmap nel mondodella security soprattutto in questo momento storico dove le minacce sono in continua evoluzione direi quasi con cadenza settimanale, quotidiana… Il tempo dei cambi tecnologici dilatati nel tempo è finito perchè semplicemente le minacce e i sistemi di attacco evolvono con velocità prima impensabili. Sicuramente questa è un’esperienza perfetta sia per addetti ai lavori che per responsabili IT in generale, la cybersecurity ormai è un tema pervasivo, sta facendo capire a tanti manager che non è soltanto una faccenda relegata del mondo degli aspetti di sicurezza informatica. La sicurezza IT deve essere assorbita in ogni angolo di una impresa e tutti devono fare la propria parte sia a livello di processi che a livello di postura per cercare di dare una mano alle organizzazioni nella parte di difesa».
Ma cosa cercava Snaitech qui a San Francisco alla RSA Conference?
«Sicuramente in in questo momento abbiamo un livello di maturità che possiamo ritenere abbastanza soddisfacente ma come appunto dicevo prima l’evoluzione degli attaccanti non ti permette di sederti e ed aspettare step evolutivi successivi. Qualsiasi organizzazione è costretta a ad evolversi e a cambiare la propria postura di sicurezza non solo in base alle minacce ma anche in base al proprio perimetro. Si parla di ambienti di lavoro in continuo cambiamento e, come un liquido, sempre meno fisici e tangibili. Difendere “un liquido” è la sfida più attuale e grande per tutti noi».
