I server per il cloud ibrido devono avere alcune caratteristiche, e sono sempre accompagnati da una specifica piattaforma di gestione. I server per il cloud ibrido devono fornire alle aziende risorse di calcolo ottimizzate e affidabili per un’altissima gamma di carichi di lavoro.

Devono essere pronti a rispondere con puntualità alle necessità di elaborazione in ambienti virtualizzati, di piattaforme basate sull’intelligenza artificiale. E, ancora, capaci di gestire la data analytics, le applicazioni cloud native, quelle graphic intensive, il machine learning e le VDI (Virtual Desktop Infrastructure).

Insomma, i server progettati per il cloud ibrido devono essere pronti a soddisfare numerose esigenze di elaborazione su cloud, spesso mission critical e ad alte performance.

Ottimizzare i carichi di lavoro con i server per il cloud ibrido

Le aziende eseguono carichi di lavoro sempre più impegnativi, basti pensare all’apprendimento automatico e al rendering, e richiedono sistemi di elaborazione flessibili e prestazioni di calcolo accelerate.

HPE è un vendor che punta a ottenere il massimo nella progettazione dei server per il cloud ibrido. Recentemente il produttore americano ha rilasciato i server HPE ProLiant Gen11, vediamo come sono stati ingegnerizzati. I server supportano un insieme diversificato di architetture, inclusi i processori scalabili Intel Xeon di quarta generazione, i processori AMD EPYC di quarta generazione e Ampere Altra e Ampere Altra Max Cloud Native Processor.

Rispetto alla generazione precedente, i nuovi server HPE ProLiant Gen11 presentano il 50% in più di core, il doppio della larghezza di banda I/O e il 33% in più di densità GPU. Risultando l’ideale per applicazioni di intelligenza artificiale o graphic-intensive.

D’altronde, i service provider e le aziende che hanno a che fare con carichi di lavoro cloud-native richiedono elaborazione dedicata per fornire capacità agili ed estensibili. E non poteva essere HPE a guidare l’innovazione dei server per il cloud ibrido. Già nel giugno 2022, l’azienda aveva annunciato di essere il primo provider di server tier-one a offrire elaborazione con hardware cloud-native ottimizzato. Si tratta dei processori Ampere Altra e Ampere Altra Max, presenti nel modello HPE ProLiant RL300 Gen11.

Server nuovi, piattaforma HPE GreenLake nuova

I server HPE progettati per i cloud ibridi si accompagnano alla piattaforma HPE GreenLake for Compute Ops Management (COM). Si tratta di un servizio di gestione dell’hardware caratterizzato da una console di gestione cloud-native che, secondo HPE, incrementa l’efficienza operativa. Perché automatizza in modo sicuro il processo installazione, monitoraggio e gestione dei server, da remoto e indipendentemente da dove risiede l’ambiente di elaborazione. HPE GreenLake for COM è integrato su tutti i server HPE ProLiant Gen11 ed è disponibile, in modalità as-a-Service tramite sottoscrizione, anche per i server HPE ProLiant Gen9 e Gen10.

La console è facile da utilizzare e permette ai clienti di monitorare la propria infrastruttura attraverso dashboard e insight. Gli amministratori di sistema, inoltre, possono inoltre integrare facilmente i dispositivi distribuiti e aggiornare rapidamente i firmware riducendo il tempo dedicato alla gestione delle infrastrutture IT.

HPE GreenLake for COM include anche report dettagliati sulla carbon footprint. In questo modo è possibile monitorare i consumi energetici, sia dei singoli server sia degli ambienti di elaborazione completi.

La sicurezza è certificata by design

Il livello hardware HPE Silicon Root of Trust è una funzionalità di sicurezza unica nel settore. Protegge tutto il firmware da malware e ransomware attraverso un’impronta digitale univoca per il server. HPE Silicon Root of Trust protegge milioni di server HPE in tutto il mondo e, ovviamente, anche i nuovi server HPE Proliant Gen11. Non solo, nell’ultima versione sono state introdotte nuove funzionalità:

  • Garanzia di autenticazione e la certificazione dei componenti installati nel dispositivo via iLO6. Ciò significa che il chip HPE Integrated Lights-Out e il software HPE iLO permettono la gestione da remoto consentendo di configurare, monitorare e aggiornare in modo sicuro e senza interruzioni i server.
  • Impedimento delle alterazioni dell’accesso all’identità univoca del server con l’inclusione di certificazioni della piattaforma e Secure Device Identity (iDevID) di default.
  • Ottenimento di un ulteriore livello di autenticazione monitorando un avvio sicuro e lo stato del sistema tramite il Trusted Platform Module (TPM).
  • Adozione del massimo livello di sicurezza grazie alla HPE Trusted Supply Chain. La HPE Trusted Supply Chain migliora la sicurezza end-to-end offrendo ai server certificati la protezione dei dati rafforzata durante il processo di produzione. E HPE ha esteso le opzioni per i server certificati alla produzione e distribuzione in tutto il mondo.

Si amplia il modello di pagamento

Le aziende che vogliono aggiornare l’infrastruttura ai nuovi server HPE ProLiant Gen11, possono adottare il modello as-a-service di HPE. Si può scegliere l’acquisto tradizionale dell’infrastruttura o il pagamento in base al consumo con HPE GreenLake. Ricordiamo che HPE GreenLake è una piattaforma as-a-service che fornisce oltre 70 servizi cloud che possono essere eseguiti on-premise, all’edge, in una struttura di colocation o nel cloud pubblico.

Inoltre, tramite HPE Financial Services (HPEFS), i clienti possono convertire le risorse tecnologiche esistenti in capitale per acquistare nuova tecnologia. E, ancora, grazie al team globale di oltre 15mila esperti di HPE Pointnext, i clienti HPE ProLiant Gen11 possono sfruttare tutte le competenze necessarie a creare valore aggiunto all’offerta.

I server HPE ProLiant Gen11 con processori AMD EPYC di quarta generazione saranno ordinabili in tutto il mondo a partire dal 10 novembre e saranno disponibili tramite la piattaforma cloud HPE GreenLake.

Il server HPE ProLiant RL300 Gen11 che utilizza processori Ampere è già disponibile. E tutti i server HPE ProLiant possono essere acquistati direttamente da HPE o attraverso la rete dei partner di canale.

Server per il cloud ibrido, come sono progettati lo spiega HPE ultima modifica: 2022-11-16T19:27:35+01:00 da Valerio Mariani

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