Cos’è il backup? Il quesito appena posto potrà sembrare elementare, ma nessuno oggi può assolutamente sottovalutarne il valore intrinseco, soprattutto se ci troviamo nelle condizioni di gestire un’organizzazione solida affermata, o comunque un’attività di successo, e ci andiamo a confrontare quotidianamente con una mole pazzesca di nomi, cifre e via discorrendo. Cerchiamo di carpire dei tasselli ulteriori, provando a delineare un fenomeno che non presenta scappatoie ma deve essere all’ordine del giorno in uffici e stabilimenti.

I rischi si annidano dappertutto e possono venire persino da un dipendente come ha dimostrato il blackout dei portali della Regione Lazio . Uno scenario che va messo ormai in conto con la diffusione preponderante che stanno avendo, dalla primavera dello scorso anno, lo smart working e, parallelamente, il lavoro da remoto, che si collocano entrambi in una cornice situata all’insegna del progresso e dell’innovazione.

La modernità trascina con sé una serie di perplessità, dalla distinzione tra personale autorizzato e non, alla salvaguardia del vero nettare per le realtà odierne.

Cosa possono visionare gli sviluppatori e che cosa, dal canto loro, gli addetti alle mansioni amministrative?

Nella trattazione della faccenda noteremo in breve come le riflessioni su che cos’è il backup si intreccino con un complesso quadro giuridico, dominato, manco a dirlo, dal GDPR , il noto regolamento europeo che ha parecchie sfaccettature interessanti .

Per un focus abbastanza preciso e accurato, bisogna tracciare i contorni di un servizio che possa essere allargato a più ambiti non facendosi sfuggire le relative criticità. E allora esponiamo subito cos’è il backup e quali caratteristiche fanno sì che possiamo, con le dovute accortezze, recuperare quanto perduto?

Cos’è il backup?

Volendo fermarsi su un pilastro principale, la parola giusta può essere “copia”, da intendersi come lo sdoppiamento del contenuto di un certo dispositivo, sia esso un computer, un tablet o uno smartphone.

Qualcuno, in ottica consumer, finisce per pensare al salvataggio, magari delle foto sul proprio cellulare, ma l’invito è ad ampliare le vedute, prefigurandosi numeri ben più elevati. Tutti, manager, dipendenti e freelance, hanno l’esigenza, perfettamente legittima, di poter contare sempre sui propri strumenti, sia fisici che virtuali. Ne va, d’altronde, del destino dell’intero organico in cui operiamo.

Se, in un’attività di mentoring o da una scrivania all’altra, un interlocutore ci dovesse chiedere cos’è il backup, dobbiamo essere pronti a fornire una spiegazione coi fiocchi. La “famiglia” nella quale orientarci è, come in molteplici frangenti, la sicurezza informatica . Per quale ragione? Riuscire a difendere le proprie informazioni in un posto segreto, o preferibilmente non rintracciabile, è uno step imprescindibile che si innesta su una profonda dimestichezza con gli analytics.

Cos’è il backup? Il procedimento di cui stiamo discutendo consiste, in linea di massima, nel fare dei cloni per attingervi nell’eventualità in cui ce ne fosse l’occorrenza in futuro. Il principio alla base è la ridondanza, ossia la regola aurea per cui ogni singolo elemento deve avere più ubicazioni geografiche poiché, se ne perdiamo una, sappiamo che esiste un appiglio ulteriore.

Una risorsa che si potrebbe giudicare di riserva ma che, in verità, sale in cattedra quando diventiamo sfortunatamente vittime di un attacco il cui scopo è mettere sotto scacco l’essenza del nostro patrimonio digitale. Il cenno è al ransomware , una particolare tipologia di malware veicolata, tramite la casella di posta elettronica, dal phishing , una truffa che non ha eguali ed è arrivata a palesarsi persino in latino  per eludere i filtri anti-spam.

Il caso QNAP

In un momento in cui la gestione e l’utilizzo del dato digitale sono al centro dell’attenzione, parole come backup e disaster recovery risuonano sempre di più nei reparti IT delle nostre imprese. Anche perché sullo sfondo (ma neanche tanto) c’è la minaccia del cybercrime, che mette a rischio l’integrità di questi dati. Ma su questi temi si fa anche tanta confusione, come racconta Alvise Sinigaglia, country manager Italy di QNAP: “La parola backup è stata strausata in questi ultimi 10 anni, ma il problema è che è stata spesso anche sottovalutata, perché si pensa che basti prendere un oggetto per fare il backup ed essere apposto. In realtà poi si scopre, e probabilmente nel tempo lo hanno capito anche gli utenti, è che nel mezzo c’è molto di più: non basta avere il dato archiviato, occorre fare anche delle verifiche. Il backup è insomma qualcosa di complesso, noi forniamo gli strumenti per supportare gli integratori, i rivenditori e chi è sul campo, così da mettere in piedi una soluzione il più possibile sicura”.

Eppure, quando si parla di Backup, disaster recovery replica e snapshot, spesso si fa molta confusione e tutto quanto viene messo in un unico calderone. Mentre invece si tratta di aspetti differenti: “Il backup è una copia di un dato su un altro dispositivo, da fare in triplice copia. La replica è invece una sincronia che permette di tenere sincronizzati i dati tra i due dispositivi. La Snapshot è invece una fotografia nell’istante X del mio dato, che consente di ricostruirlo in un secondo momento. Il disaster recovery prevede invece di avere in un secondo sito, dislocato e protetto, i propri dati” riassume Sinigaglia.

La regola del 3-2-1

Cosa serve allora per avere una buona sicurezza in materia di dati? “Quando si viene attaccati si pensa sempre di aver messo in piedi la migliore strategia possibile. Gli hacker, d’altra parte, fanno il loro lavoro e spesso lo sanno fare molto bene. Il loro compito è trovare la porta per entrare nei nostri sistemi. La responsabilità di ogni azienda deve essere quella di fornire dei dispositivi il più sicuri possibile, che però non potranno mai essere inattaccabili”, evidenzia il country manager secondo cui è dunque difficile dare a priori una ricetta corretta per mettere definitivamente al sicuro i propri dati.

L’unico consiglio utile è forse quello di non abbassare mai la guardia e poi provare a seguire una semplice regola, quella del 3-2-1: che prevede di avere almeno 3 copie dei propri dati, delocalizzate e almeno 1 offline. Oltre alle tecnologie, poi, occorre sempre mettere in atto delle verifiche, dei controlli e dei test, che possano permettere di verificare costantemente l’integrità del dato. Questi aspetti vengono spesso tralasciati, adagiandosi sul pensiero del “tanto non capiterà a me”.

Il tema del Cloud

Ma vista la minaccia del cybercrime sui nostri dati, perché non spostare tutto in cloud? “Magari si fa prima ma non è sempre detto che sia la soluzione ottimale, specialmente in Italia dove ci sono grossi problemi di connettività e di latenza. In ogni caso, nonostante siamo degli hardware vendor, non siamo contro il cloud. Ad esempio, la soluzione con un dispositivo fisico poi backuppato sul cloud può essere un’ottima soluzione ibrida”.  La sicurezza dei clienti finali passa poi anche dal lavoro dell’ecosistema di canale: “Bisogna sempre stare all’erta e dotarsi di una soluzione collaudata. Una soluzione di QNAP con più dispositivi è quella che cerchiamo sempre di suggerire ai nostri partner. Cerchiamo poi di essere vicini ai nostri distributori come Tech Data e suggerire loro la migliore soluzione possibile. Molto dipende però dall’azione dei system integrator: bisogna che ci siano dei controlli settimanali sull’efficienza e sulla salute del dato dei clienti finali”.

Perché scegliere QNAP

Proprio i system integrator hanno diverse ragioni nel puntare su QNAP per i propri progetti: “La tecnologia avanza molto velocemente e credo che abbiamo dimostrato negli ultimi anni di stare al passo. Abbiamo un 50% di persone dedicate alla ricerca e sviluppo: contare sempre un prodotto nuovo e innovativo costituisce un valore aggiunto. Crediamo poi molto nelle persone e nell’essere presenti sul territorio: cerchiamo di essere capillari, di collaborare con i distributori, abbiamo anche delle figure di primo livello tecnico che rispondono in italiano. Cerchiamo di essere presenti anche nei momenti di difficoltà, come ad esempio in casi di attacco, provando a supportare i nostri partner. Abbiamo anche istituito una serie di corsi di formazione che ci caratterizzano in questo ambito”, conclude il Contry manager di QNAP.

Perché fare il backup?

Per non capitare davanti ad episodi simili, ci sono delle buone pratiche da adottare, note a chi sa, nel dettaglio, che cos’è il backup. In una guida recente, ne abbiamo indicate alcune , ma il comparto industriale è adesso in crescente evoluzione e le cause, imminenti o future, che spingono ad agire sono una galassia immensa. Poniamo il caso di un problema, a livello di software o di hardware, che improvvisamente ci tiene in bilico, impedendoci di portare avanti il normale flusso di consegne a cui siamo abituati.

Oppure la “colpa” può ricadere su agenti esterni, da virus, che si intrufolano nel sistema nelle vesti di junk mail , fino ad una sottrazione effettiva, compiutasi nel mezzo di una rapina o di un furto. La lista prosegue con cataclismi quali crolli o tempeste magnetiche che sono solo una parte degli eventi purtroppo probabili. Fattori che dovrebbero convincerci ad avere costantemente a disposizione un duplicato della memoria su cui interveniamo.

Veniamo agli hacker, che possono fare incursione nel sistema indisturbati e il proprietario se ne accorge quando è troppo tardi. Per cui, pur in assenza di pericoli visibili, sapere cos’è il backup e come farlo è basilare. Elenchi, fatture, ogni cosa può sparire in un attimo nei casi elencati o per una distrazione individuale che fa finire dritti nel cestino cose importanti. Doversi fermare, non avendolo previsto in anticipo, ha degli impatti giganteschi nella finanza e si traduce in perdite di migliaia di dollari all’ora.

E se a qualcuno può risultare impegnativo o fonte di noia, bisogna tenere a mente che, per dirla in termini ludici, è l’unica strategia totalmente affidabile per riapprodare alla casella precedente, senza passare dal via. Essere proattivi è una qualità vincente nei confronti dei clienti e degli attori del mercato, ricordando cos’è il backup e i motivi per effettuarlo mostreremo un’invidiabile solidità.

Le tipologie di backup

Dunque cos’è il backup e come può renderci veramente competitivi? Malfunzionamenti, sbalzi di corrente (occhio agli impianti!), le eventualità negative sono di natura eterogenea e altrettante sono i rimedi da escogitare, vediamoli uno ad uno. Le statistiche di qualche mese fa mettono in luce il ruolo svolto dal cloud, come unica ipotesi o come alternativa, nella “clonazione” di svariati gigabyte di materiale.

Gli antenati sono le librerie a nastro rimpiazzate dallo storage AI e dai moderni SSD. La bravura sta nel sovraintendere a versioni multiple per avere dei punti zero a cui fare ritorno. Sfruttare le potenzialità del web è un iter percorribile che va oltre oggetti quali DVD o pen drive di infinite dimensioni. Trasversalmente a ciò, si possono considerare, prendete appunti, tante possibili soluzioni alla domanda: “che cos’è il backup?”. Eccole.

Backup completo

A più voci è stato definito il più affidabile, ma cos’è il backup completo? Si tratta di una riproduzione integrale che richiede, di conseguenza, tempistiche lunghe ed una cospicua quantità di supporti. Se si è a capo di una multinazionale, va fatto anche se ci vuole uno sforzo non indifferente per energie spese sul piano tecnologico

Backup incrementale

Cos’è il backup incrementale? Un ottimo stratagemma per andare semplicemente ad aggiornare ciò che abbiamo deciso di conservare. L’idea sta nel mettere mano esclusivamente sui file la cui conformazione è mutata dopo l’ultima volta. Rapido e indolore insomma, a patto di avere sotto controllo le coordinate dell’istante di ripristino, il Recovery Point Objective, che è un po’ lo stato dell’arte, offerto spesso da Windows, giunto all’undicesima “edizione” disponibile entro il prossimo autunno.

Backup completo sintetico

A metà strada tra i due tipi fin qui descritti, esso è una sensazionale ancora di salvezza da acchiappare al volo mentre ancora si deve concludere il backup completo. Può essere impostato secondo criteri cronologici e contempla delle procedure d’emergenza.

Backup differenziale

Occupa abbastanza spazio perché memorizza ogni piccolo cambiamento componendo uno storico del device. Lo svantaggio è che una prospettiva del genere potrebbe appesantire i macchinari e risultare eccessiva e a dir poco stucchevole. Tuttavia il confronto continuo tra le versioni dei documenti prepara il terreno per guadagnarne in sveltezza al momento propizio.

Backup Dinamico

Cos’è il backup dinamico e perché è altrimenti detto “a caldo”? Si mette in funzione a server attivo, se non si vogliono perdere minuti preziosi, ma questo potrebbe rallentare il modus operandi generale. L’opposto è a freddo e “gira” dopo lo spegnimento e l’arresto.

Quali sono i dati da salvare

Cos’è il backup e quali sono le sue priorità? Serve una pianificazione e, in prima istanza, appare superfluo concentrarsi su determinati download che possiamo tranquillamente reperire in rete, e lo stesso vale per i programmi open source. Nell’economia si aggiungono virtual machines e le chiavi per la decriptazione. Una gamma in cui c’è da distinguere e valorizzare in relazioni sul tema e attraverso alert appositi.

Nello scorrere le finestre si può avere cognizione del peso di video, app, messaggi e cogliere l’attimo per eliminare e fare ordine. Con funzioni di search interne si possono identificare i più ingombranti e valutare se siano necessari. Comportarsi come degli accumulatori fa perdere tempo e risulta poco sostenibile.

ISV, system integrator, provider, reseller, distributori informatica , ciascuno ha il proprio ordine, ma ci sono dei cardini che non si possono lasciare indietro.

Carte d’identità, codici fiscali, ricerche in corso vanno prelevati immediatamente, facendo attenzione a partizioni del disco C o D. Non dimentichiamo media, registrazioni di incontri e conferenze o per podcast, i driver e le suite di riferimento. E, può sembrare irrilevante, i browser contengono preferiti, credenziali e cronologia, che possono interessarci perché compongono la nostra scrivania e ci rendono più fulminei nella navigazione. A seconda del budget, si può retribuire una figura competente o scaricare dei tool gratuiti per l’import/export per evitare di dimenticare qualcosa.

Ogni quanto eseguire un backup

Cos’è il backup e quando è consigliabile farlo? La risposta dipende dal settore di appartenenza, ma, nella maggioranza delle situazioni, la cadenza è settimanale, meglio se lasciato andare nel weekend, per non intralciare gli impegni quotidiani, o nel tardo pomeriggio, con lo scemare delle urgenze. Nell’archiviazione online si possono decidere preventivamente gli estremi della sincronizzazione, avvalendosi del contributo di esperti in materia.

La frequenza può essere sia modificata manualmente sia prevedere l’ausilio delle tecniche di intelligenza artificiale e del linguaggio che le caratterizza, ovvero l’apprendimento automatico  un trend che sta davvero rivoluzionando l’orizzonte attuale in cui siamo immersi.

Sulle unità HD si può allungare l’intervallo, ma se ci sono documenti nevralgici per il ruolo che ricopriamo, la cura deve essere maggiore perché il perderli potrebbe condurre verso danni incalcolabili, sia finanziari che di immagine o reputazione . Mai tralasciarlo, è un investimento che si può appaltare per esempio a consulenti, basta che sia perennemente in cima alla to do list.

Backup e disaster recovery

Abbiamo capito cos’è il backup, ma talvolta un diffuso luogo comune fa sì che ci si appelli ad un falso sinonimo. Parliamo del disaster recovery che non mira a raccogliere o immagazzinare, disponendo di uno sguardo più vasto che include enormi infrastrutture. Una differenza sostanziale, come ribadito in passato  che ritrae una ripartenza dopo un imprevisto o un’interruzione e gli impatti sono interdisciplinari rispetto a quelli visti nel definire che cos’è il backup.

La “ricostruzione”, a tal proposito, ha varie sfaccettature ( )  e si origina sia dall’on premise che dal cloud, nel rispetto di approfonditi protocolli. Se ci lanciamo in una metafora su che cos’è il backup, propenderemo per una fotografia, un’istantanea, mentre il disaster recovery è una cassetta degli attrezzi che ci dà la chance per farci trovare pronti a qualunque evenienza.

Il filo che lega i due concetti è il business continuity management, la garanzia di operatività h24 e 7 giorni su 7 senza buchi che rallentino la ripresa e d’altronde la pandemia ci insegna come sia arduo riemergere da una stasi duratura. Alla radice ci sono errori umani o calamità geologiche dopo le quali il 60% delle imprese sbatte contro il fantasma del fallimento. Lo standard prescritto è la UNI EN ISO 22301 che si articola con canali leggermente discostanti se si associa a istituzioni o a soggetti aziendali, colossi o PMI che siano.

Un riparo live per le minacce che ha una storia decennale imperniata sulla granularità, il settaggio degli archivi in directory oppure in blocco, facendo da paracadute per configurazioni e così via. I pc non perdonano le distrazioni, siamo noi a dover ovviarci nel modo opportuno. Da un innocuo foglio di testo può spuntare una richiesta di riscatto. E se siamo certi di avere comunque altrove le cartelle in ostaggio, non dovremo affrettarci al pagamento.

Chi legge ricorderà molto probabilmente cosa è successo ad inizio marzo del 2021, cioè le circostanze che hanno causato, direttamente o meno, il down di siti e piattaforme nell’intero pianeta, compresi alcuni portali governativi. Personalità di spicco e profili altamente specializzate, e adeguatamente formate, si spendono con solerzia affinché il famoso affaire OVH, l’incendio dei datacenter a Strasburgo, in Francia,  sia d’insegnamento ai posteri.

Cos’è il Backup e perché è fondamentale ultima modifica: 2021-10-25T14:45:35+02:00 da Emanuele La Veglia

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui