Cosa si intende per nuova trasformazione digitale? Possiamo considerarla come la versione 2.0 della trasformazione digitale di cui si parla da anni. Ma c’è davvero bisogno di una nuova trasformazione digitale? Non basta quella che i vendor di tecnologia hanno proposto ai clienti negli ultimi anni? No, e ora vediamo il perché.

Una ricerca di Tech Pro Research sostiene che il 70% delle aziende nel mondo ha ipotizzato una strategia per la digital transformation – ma, c’è un ma. Secondo Deloitte, solo il 44% delle aziende afferma di essere effettivamente pronta per la digital revolution. Questi due dati dimostrano che c’è un certo scollamento tra il dire e il fare, tra ciò che si immagina di raggiungere e ciò che si è effettivamente raggiunto.

Ma ciò fa parte della naturale evoluzione di un trend: dopo l’hype iniziale, si assiste a un “rallentamento ponderato”.  Se ora le aziende sono ben consapevoli che solo grazie alla tecnologia si vincono le sfide del business, poche possono affermare di essere adeguatamente attrezzate.

La trasformazione digitale non è più quella di una volta

Poi è arrivata la pandemia, che ha richiesto alle aziende di accelerare i progetti di digitalizzazione per adeguarsi velocemente alle nuove modalità operative e non rischiare quote di mercato. Il carattere di emergenza, così, ha affiancato la necessità di rimettere mano ai progetti per sfoltirli e rimodularli meglio. Probabilmente si è messa troppa carne al fuoco e le scelte tecnologiche non hanno dimostrato la necessaria resilienza.

La pandemia ha generato un dubbio nei manager: i progetti di digital transformation sono sufficientemente reattivi? Ovvero sono in grado di rispondere presto e bene a un cambiamento improvviso e inaspettato? L’infrastruttura It è correttamente orchestrata per questo? E, soprattutto, siamo sicuri che i fatti del 2020 non rappresentino l’alba di una nuova normalità? Che l’emergenza, e dunque la reattività, non diventino un aspetto della quotidianità?

Alla luce di queste considerazioni nasce la nuova trasformazione digitale. È necessario rimodulare strumenti e metodologie nell’approccio tecnologico. L’obiettivo da raggiungere con un progetto di digital transformation deve mettere al primo posto la capacità di reagire velocemente a un cambio di scenario, qualunque esso sia. Sostituire la proattività con la reattività.

Nuova trasformazione digitale significa far evolvere l’azienda verso l’agilità, l’automazione e la trasformazione dei processi. Si tratta, innanzitutto di una people e process transformation e di un change management.
Stefano Lombardi, Marketing Director di Npo Sistemi  

Cosa significa trasformazione digitale reattiva?

Di fronte a eventi non prevedibili non basta più chiedere alla tecnologia garanzie di proattività. La proattività di un sistema It, parametro intrinseco di qualsiasi progetto tecnologico, implica che l’evento scatenante dipenda dal sistema stesso: come nel caso di una mancanza di spazio di storage dovuta a un accumulo repentino di dati. In questo caso l’evento è prevedibile dagli architetti del software e programmabile attraverso gli algoritmi di intelligenza artificiale.

Ma se la mancanza di spazio di storage non è da imputare al sistema It ma a un evento It improvviso ed esterno? È qui che la proattività lascia il posto alla reattività, la capacità di un sistema It di reagire autonomamente e indipendentemente dall’evento e dalla sua imprevedibilità.

La validità di un approccio reattivo è data da tutte quelle aziende che, in questi ultimi due anni, non solo non hanno chiuso o ridotto il proprio fatturato, ma sono addirittura cresciute!

Riconsiderare le tecnologie

Le tecnologie ci sono, e non serve chiederne altre. Ciò che deve cambiare è l’approccio ai progetti di digital transformation. Serve consulenza, formazione, un cambio di prospettiva. E bisogna farsi guidare dal partner giusto. Sarà lui ad accollarsi l’onere della complessità dell’innovazione e lascerà a tutti i dipendenti aziendali la gioia di un’interfaccia di lavoro facile e protetto.

Prima di introdurre tecnologia in azienda, dunque, c’è da premettere una forte componente consulenziale. Un partner It strutturato e all’altezza prenderà per mano l’azienda cliente, studierà le abitudini di processo dei dipendenti e li coinvolgerà in programmi di evoluzione tecnologica.

Il change management è proprio questo: trasmettere una nuova cultura aziendale che parta da una apertura verso la tecnologia. E poi dimostrare in tempo reale i benefici della tecnologia sulla produttività dei dipendenti. Ma solo della tecnologia giusta, quella modellata sulle specifiche esigenze dell’azienda. E magari introdurla attraverso piccoli progetti successivi di trasformazione digitale.

As-a-service: il paradigma imprescindibile

Gli obiettivi di un progetto di nuova trasformazione digitale sono raggiungere un cambiamento tangibile e una vera semplificazione dei processi. Il tutto grazie a un paradigma imprescindibile: l’as-a-service.

Un paradigma ormai esteso a tutto l’It, come conferma Alberta Piazza, Channel Cloud Services Sales di HPE. Il cloud privato di HPE Greenlake ne è la prova.

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Si tratta di un’infrastruttura It installata onsite presso il cliente che viene erogata, e retribuita, sottoforma di servizio. Il cliente paga esclusivamente in base al reale utilizzo dell’infrastruttura. HPE si preoccupa di installare l’hardware e di corredarlo dei servizi di gestione, erogati da partner come Npo Sistemi. In fase di progettazione dell’infrastruttura, si calcola anche la metrica del costo. L’infrastruttura, inoltre, è già molto più ampia rispetto alle effettive esigenze. E sarà attivata velocemente solo in caso di bisogno, con un time-to-market mai visto prima. Questa è la reattività della nuova trasformazione digitale.

Sono tanti i progetti che HPE e Npo Sistemi stanno portando avanti secondo questo approccio. In particolare, le aziende oggi chiedono soluzioni VDI (Virtual Desktop Infrastructure), Backup e Disaster Recovery as-a-service, strutture di elaborazione virtuale e porting verso il cloud di piattaforme applicative come Sap Hana.

Vuoi saperne di più? Segui #NPOdcast realizzato da Npo Sistemi in partnership con HPE, all’interno delle iniziative HPE Innovation Lab. Li trovi qui:

Perché adottare la reattività, puntata #1
Perché adottare la reattività, puntata #2

E non dimenticarti di scaricare l’ebook
Una tecnologia reattiva per la nuova Digital Transformation.

 

 

Nuova trasformazione digitale: cosa è veramente ultima modifica: 2022-01-21T16:33:33+01:00 da Valerio Mariani

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