Nuovo appuntamento con la rubrica ISVoice, che intende dare voce e conoscere le vere storie degli ISV, abbiamo incontrato Matteo D’Avena, CTO di Zakeke, ISV che si occupa di sviluppare e distribuire un configuratore 3D in modalità Software-as-a-Service (SaaS).
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La trasformazione digitale del settore retail e la variazione delle abitudini dei consumatori, forzata dai lockdown del 2020, hanno segnato per l’e-commerce l’esigenza di nuovi standard esperienziali. Da un lato, si è assistito ad una brusca accelerata di un fenomeno evolutivo già in atto, spesso ritardato dalle aziende a favore di altre priorità, d’altro canto è parso chiaro sin da subito come la metamorfosi del customer journey e delle interazioni omnichannel degli clienti fosse destinata a durare anche nel new normal.

Per vendere online occorre creare una relazione tra utente e prodotto sempre più realistica, intuitiva e naturale nell’approccio, disponibile oltretutto su qualsiasi device e per qualsiasi browser, onde evitare di perdere quote di potenziali clienti per via di inutili barriere tecnologiche. Tale esigenza è resa ancora più cruciale dalla necessità di personalizzare il prodotto, feature fondamentale nelle dinamiche on-demand alla base della trasformazione digitale delle aziende.

Per approfondire i principi fondamentali e l’evoluzione di un configuratore 3D per l’e-commerce in grado di soddisfare le esigenze dei brand di prodotto abbiamo incontrato Matteo D’Avena, CTO di Zakeke, ISV che si occupa di sviluppare e distribuire un configuratore 3D in modalità Software-as-a-Service (SaaS).

Il configuratore 3D di Zakeke è concepito in maniera specifica per l’e-commerce e si integra facilmente con le piattaforme più commerciali più diffuse, tra cui Magento, Shopify, WooCommerce, Prestashop, Salesforce, Etsy, OpenCart, oltre a rendere disponibili le API per qualsiasi esigenza personalizzato. La capacità di offrire un ampio supporto integrativo e una politica commerciale orientata sin dall’inizio al mercato internazionale, ha consentito a Zakeke un sorprendente successo, dal momento che in pochissimi anni di attività ha già raggiunto circa 7mila clienti in tutto il mondo.

(FLT) – Come è nata la storia di Zakeke?

(MDA) – L’idea imprenditoriale risale al periodo tra il 2016 e il 2017, con l’obiettivo di creare uno strumento di configurazione di prodotto su misura per l’e-commerce. La prima soluzione, che tuttora è presente nel nostro portfolio, era costituita da un configuratore web-to-print in 2D, per personalizzare il testo e la grafica su vari supporti stampabili. Questo ci ha portati ad implementare una prima pipeline di personalizzazione, capace di guidare l’utente fino alla creazione del file di stampa con un approccio semplice ed intuitivo. Per ottenere questo risultato abbiamo dovuto creare un raccordo tra il mondo UX, che vede spesso gli utenti operare da mobile, o comunque in bassa risoluzione, con l’universo della stampa ad alta risoluzione.

(FLT) – Il configuratore ha una natura per forza di cose complessa, dal momento che necessita di logiche B2B2C, capaci di soddisfare a vari livelli sia le esigenze di back-end che quelle di front-end orientate ai commerciali e ai clienti finali. Nell’ambito dell’e-commerce quali sono le sfide che vi siete trovati ad affrontare sin dall’inizio?

(MDA) – Sicuramente la sfida più rilevante è stata impostare in maniera efficiente la complessità e la varietà della tecnologia necessaria. Un configuratore per l’e-commerce vanta un’architettura molto articolata ed è la ragione per cui sin dall’inizio abbiamo optato per sviluppare una piattaforma proprietaria. Zakeke non deriva da una migrazione, è un progetto cloud native si dalle sue origini e si basa su diverse tecnologie dell’ecosistema di Microsoft Azure. Utilizziamo molti servizi in PaaS, macchine virtuali, database SQL e No-SQL, API, web interface e diversi servizi ad esempio per smistare il traffico di rete. Il cloud è essenziale per sviluppare una piattaforma fatta di tanti servizi che possono comunicare tra loro in maniera asincrona. Senza la varietà tecnologica del cloud, sarebbe oltremodo complesso sviluppare un configuratore, a prescindere che sia 2D o 3D. Oltre a migliorare i servizi attivi, Microsoft Azure ne rende disponibili sempre di nuovi, per cui cerchiamo sempre di seguire tutte le novità che si presentano sul fronte tecnologico. Non di rado ci siamo ritrovati nella situazione di non riuscire a mandare in produzione una feature perché la tecnologia necessaria per svilupparla non era sufficientemente matura. Dopo qualche tempo questo problema si è risolto proprio grazie a nuove implementazioni nell’ecosistema in cloud di Microsoft Azure. Si tratta di un contesto molto innovativo, per cui occorre tenere d’occhio tutte le principali novità tecnologiche.

(FLT) – Il 3D quando è arrivato nell’evoluzione di Zakeke?

(MDA) – In due momenti chiave. In primo luogo, abbiamo sviluppato un’estensione in 3D per il configuratore web-to-print, in modo da garantire una preview maggiormente realistica del prodotto personalizzato. Tale feature ha riscosso un successo molto elevato, per cui abbiamo deciso di sviluppare un configuratore 3D interattivo, integrabile sulle principali piattaforme e-commerce disponibili. Quello che rappresenta oggi il nostro core business.

(FLT) – Un configuratore 3D per l’e-commerce nasce nello specifico per il web, con tutti i pro e contro del caso.

(MDA) – Deve integrarsi perfettamente nei vari browser senza richiedere l’installazione di plugin o altri elementi che possano costituire un limite in termini di compatibilità. In termini più tecnici parliamo di un ambiente web 3D real time nativo in WebGL in cui bisogna continuamente trovare il giusto equilibrio tra performance e resa grafica. La qualità visiva non deve andare a discapito della fluidità dell’esperienza e viceversa. Rispetto alle applicazioni 3D standalone, le prestazioni offerte in un browser web sono molto più limitate, per cui bisogna ottimizzare al massimo le scene, senza penalizzare la resa dei prodotti in termini di dettaglio poligonale e qualità dei materiali.

(FLT) – Nel dettaglio, a livello di applicazione, quali sono le componenti chiave dell’ottimizzazione?

(MDA) – Bisogna lavorare sia su aspetti di back-end che di front-end, con varie tecniche, ma fondamentalmente si tratta di comprimere i dati nel migliore dei modi, limitando le dimensioni dei file senza penalizzare la rapidità di accesso da parte dell’applicazione.

(FLT) – Il passo più difficile per un’azienda che decide di digitalizzare i propri prodotti è proprio la creazione degli asset 3D, per quello che costituisce il catalogo 3D, a prescindere dall’impiego o meno di un configuratore. In questi termini, Zakeke fino a che punto responsabilizza l’utente finale?

(MDA) – La necessità di disporre di un configuratore di prodotto è un forte elemento motivatore da questo punto di vista. Le aziende iniziano ad entrare nell’ottica che disporre di un catalogo 3D è fondamentale per soddisfare moltissime esigenze. Una volta che si è definito un buon asset, è possibile sfruttarlo per vari utilizzi, come il digital marketing e molte esigenze di comunicazione, ancora prima di porsi il problema delle vendite, e quindi dell’e-commerce. Per quanto riguarda il rapporto tra il prodotto e il configuratore 3D, l’obiettivo è quello di rendere Zakeke uno strumento self-service al 100%. Un grande sforzo nella nostra ricerca risiede appunto nel facilitare il più possibile la pipeline per la creazione dei modelli da implementare nella piattaforma di back-end di Zakeke. Su richiesta, offriamo anche un servizio di consulenza per la creazione e la gestione degli asset, ma non fa parte del nostro core business. Al di là di alcuni clienti strategici, le nostre attenzioni si concentrano esclusivamente sulla piattaforma, per creare un software che consenta a tutti di gestire end-to-end il processo di configurazione e integrazione con l’e-commerce. L’azienda cliente può preparare in autonomia il modello 3D, definire le parti e tutte le possibili variabili, sia a livello di finiture che di prezzi. Sulla base di queste informazioni, il configuratore automatizza la creazione in tempo reale di tutte le combinazioni previste, rendendole disponibili all’utente finale.

(FLT) – Lo sviluppo di standard 3D specifici per il web, come il glTF hanno facilitato in maniera essenziale questo processo.

(MDA) – Si è trattato di un autentico punto di svolta. Prima eravamo costretti ad utilizzare altri formati, come l’obj, che non sono stati creati per il web, oltre ad essere molto datati in senso generale. Il software di modellazione ci forniva sostanzialmente una geometria 3D ed eventualmente le coordinate di mappatura, ma i materiali andavano ridefiniti all’interno del configuratore. Spesso dovevamo intervenire manualmente per risolvere problemi di varia natura. Grazie al glTF finalmente possiamo importare una versione digitale del prodotto completa di geometrie e materiali, dando la possibilità al cliente finale di gestire tutti gli aspetti di questo processo. Ottimizzare una pipeline basata sul glTF ci consente ad esempio di automatizzare molto più facilmente la gestione dei materiali grazie al supporto allo standard PBR (Physically Based Rendering). Per facilitare la creazione delle scene rendiamo disponibili in Zakeke vari template e preset, da cui il cliente può partire per semplificare l’intera procedura.

(FLT) – Quali sono le qualità fondamentali di un configuratore 3D?

(MDA) – Essenzialmente tre. La capacità di creare e gestire un catalogo 3D di prodotti, di cui abbiamo parlato. Inoltre è fondamentale la capacità di gestire in back-end tutte le variabili e le regole per configurare il prodotto, in modo che il cliente possa agire entro i vincoli prefissati, che corrispondono alle combinazioni effettivamente fabbricabili. Il terzo aspetto chiave è costituito dal fotorealismo. L’azienda vuole un prodotto che non presenti differenze rispetto alla sua controparte reale. Ci sentiamo sempre dire che “deve sembrare vero”.

(FLT) – Come si raggiunge il fotorealismo in un configuratore 3D per il web?

(MDA) – Occorre agire su vari aspetti. In primo luogo, il motore di rendering deve avere una qualità intrinseca. In tal senso, le tecnologie tendono progressivamente a migliorare. Oggi possiamo ottenere risultati che fino a poco tempo fa erano impensabili. C’è una maggior attenzione nei confronti di questi strumenti da parte di chi sviluppa le tecnologie di rendering, in quanto il web costituisce un ambiente sempre più richiesto in molti ambiti di business, per via della sua grande flessibilità. A ciò occorre aggiungere un notevole lavoro di implementazione, sia nella tecnica del configuratore 3D che nelle risorse disponibili al cliente per facilitare la creazione delle scene. Un 3D realistico è più semplice da ottenere a partire da un preset con un lighting ben configurato, in cui si agisce soltanto sulla personalizzazione di luci e camere già presenti in scena. Questi preset devono essere appunto personalizzabili direttamente dal cliente, infine salvabili e riutilizzabili. Un requisito essenziale per le aziende risiede nel garantire le stesse condizioni di resa per tutti i prodotti in catalogo. Questo risultato sarebbe molto difficile da ottenere partendo ogni volta da una scena vuota, da configurare in toto. Grazie ai preset è invece possibile caricare un nuovo modello e definire il tutto attraverso poche impostazioni. Automatizzare tutti questi passaggi rappresenta il grosso del nostro lavoro come sviluppatori, con l’obiettivo di rendere più semplice possibile la vita all’utente finale.

(FLT) – A livello di output, il configuratore 3D quali opportunità offre oltre al semplice browser web?

(MDA) – In ambito mobile sono sempre più richieste le funzioni di virtual try-on, per consentire di provare i prodotti indossabili sfruttando le tecnologie dello smartphone. Si tratta di applicazioni in realtà aumentata che consentono la corrispondenza del prodotto in 3D con la figura ripresa dalla camera del device, per quello che diventa un camerino virtuale sul display dello smartphone. La funzione AR è integrata in Zakeke sia per Android che per iOS e consente appunto funzioni virtual try-on per i prodotti indossabili o virtual placement ad per gli elementi di arredo, in modo da previsualizzare i risultati delle configurazioni virtuali all’interno di uno spazio reale.

(FLT) – Grazie ai moderni configuratori 3D le aziende possono implementare strategie che prevedono sia la configurazione che la personalizzazione di alcuni dettagli del prodotto. Come avete implementato queste logiche in Zakeke?

(MDA) – Abbiamo fatto per molti versi tesoro nella nostra esperienza nella configurazione web-to-print, tuttora presente nella nostra offerta. Il configuratore 3D permette infatti sia di gestire parti in configurazione, predefinite dall’azienda, che di consentire al cliente di personalizzare alcuni aspetti, come il testo e la grafica applicabili in certe zone del prodotto. Questi aspetti sono assolutamente trasparenti per l’utente finale, ma presuppongono una complessità di base non trascurabile nella tecnologia del configuratore.

(FLT) – Al di là dell’interfaccia, maggiormente orientata al 2D, il web-to-print in cosa differisce sostanzialmente rispetto ad un configuratore 3D di prodotto per il web?

(MDA) – Mentre il configuratore 3D di prodotto per il web prevede un rendering su schermo o in realtà aumentata, il web-to-print prevede un ulteriore passaggio, rappresentato dal processo di stampa. La componente fisica ha un insieme di regole molto specifiche. Il risultato della configurazione deve produrre un file pronto per la stampa, che tenga conto di tutti gli aspetti che consentono ai sistemi industriali di realizzare il prodotto secondo le istruzioni fornite. Anche in questo caso, occorre rendere trasparente nei confronti del cliente tutta la tecnologia dei sistemi di stampa laser, per serigrafia, limitando il numero di colori effettivamente disponibili, garantendo la coerenza con gli standard commerciali, come PANTONE. Da un lato dobbiamo garantire la miglior fedeltà cromatica a display, ma non sempre è possibile caricare un profilo di colore, per cui occorre prevedere varie situazioni e svilupparle a livello software. La stampa rappresenta a tutti gli effetti un mondo tecnologico a sé stante, che va conosciuto in ogni minimo dettaglio.

(FLT) – La configurazione web-to-print rappresenta un contesto di soluzioni consolidate o si assiste ad una certa portata innovativa?

(MDA) – L’innovazione c’è, anche perché è possibile esplorare sempre strade diverse. Ad esempio stiamo lavorando su un sistema che consenta di stampare dei loghi ricamati. Dobbiamo quindi comprendere tutte le logiche operative delle moderne macchine da ricamo ed interfacciarle nel modo più semplice possibile nell’interfaccia utente del configuratore. In questo caso ci si rivolge ad una clientela esclusivamente professionale, che ha un livello di attenzione differente rispetto a quello che potrebbe ad esempio avere il cliente interessato all’acquisto di un prodotto su un marketplace e-commerce.

(FLT) – Qual è il percorso di sviluppo di un configuratore 3D?

(MDA) – Penso siano possibili vari approcci. Noi ad esempio scegliamo di partire dalle esigenze concrete. Ci sembra il percorso più naturale nei confronti di chi a tutti gli effetti è chiamato ad utilizzare il configuratore 3D. Business e sviluppo devono dialogare continuamente. Il nostro supporto tecnico e commerciale deve essere in grado di fornire agli sviluppatori i feedback di utilizzo dei clienti, affinché possano continuamente migliorare il software nel soddisfare quelle che sono le reali esigenze del mercato. Gran parte dei problemi e delle richieste che derivano dall’ascolto sono accomunabili alla maggior parte dei clienti, per cui si prestano molto bene all’implementazione in una soluzione come Zakeke, che nasce per consentire a tutti di configurare e personalizzare qualsiasi prodotto. Il percorso prevede dunque una costante osservazione del mercato attraverso l’ascolto dei clienti. Sulla base dei feedback ottenuti cerchiamo di standardizzare le richieste e implementarle in produzione.

(FLT) – Cambiando decisamente argomento, qual è la vostra posizione nei confronti del metaverso? Tra le infinite possibilità che potrebbe offrire, quali sono a vostro avviso le più rilevanti?

(MDA) – Hai identificato un aspetto cruciale, ossia quello dell’attuale confusione riguardo cosa sia effettivamente il metaverso. Per certi versi, come la realtà aumentata, parliamo di situazioni che esistevano ancor prima che venisse coniato questo termine, per cui non le consideriamo per forza di cose una novità. Per il resto abbiamo già avviato due progetti di ricerca interni. Il primo si incentra sugli NFT e stiamo valutando la possibilità di tokenizzare i risultati di una configurazione, per renderla univoca e pertanto disponibile mediante vari canali, integrandosi eventualmente con i marketplace dedicati. Questo potrebbe consentire alle aziende di sviluppare nuove opportunità di business attraverso l’unicità del prodotto personalizzato, da loro o dai loro clienti. Creare un NFT all’interno del configuratore 3D di Zakeke rappresenta uno strumento efficace da questo punto di vista. L’altro principale filone di indagine riguarda invece il virtual try-on per gli avatar 3D del metaverso. Ossia la possibilità di configurare abiti ed accessori direttamente all’interno dei mondi virtuali, non soltanto a livello grafico, ma interfacciandoci in modo pratico e funzionale con tutti i canali di vendita.

(FLT) – Tornando verso scenari più concreti e riconducibili al mondo reale, dove ci porterà la ricerca e sviluppo sui configuratori di Zakeke?

(MDA) – Ci sono alcune feature come quelle di cui abbiamo già parlato, relative ad esempio alla stampa dei ricami, ma in generale il nostro sforzo principale sarà sempre rivolto a semplificare il più possibile l’interfaccia utente in funzione di tutte le novità che verranno introdotte. L’obiettivo è quello di avere un ambiente di personalizzazione sempre più drag and drop, in cui tutte le procedure siano guidate da logiche di self-provisioning. Tale approccio ci consente di raggiungere un duplice obiettivo: rendere sempre più semplice il processo di configurazione del prodotto e ridurre le richieste di assistenza. Considerando che i clienti sono in continuo aumento, è necessario sia automatizzare le procedure di supporto che ridurre al minimo le possibili cause che potrebbero spingere un cliente a contattarci per avere informazioni circa l’utilizzo di uno strumento che riteniamo debba essere assolutamente autonomo in ogni aspetto della sua implementazione.

ISV – Futurenext Srl

Via di Motta della Regina, 6 – Foggia (Italia)

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Zakeke è una piattaforma di Visual Commerce cloud-based integrabile con qualsiasi negozio online e fisico che consente a marchi e rivenditori di offrire ai propri clienti la personalizzazione e configurazione dei prodotti in 2D, 3D, realtà aumentata e virtuale, grazie alla tecnologia Try-on. La startup, nata a Foggia nel 2017, che conta già 7 mila clienti in 120 paesi, tra i quali Armani, A.Testoni, Bauli, Ciak Roncato, Clipper e molti altri, ha come obiettivo quello di fornire ai merchant mondiali uno strumento completo ed immersivo per aumentare il tasso di conversione e ridurre il numero di resi, ovvero far crescere le vendite migliorando l’esperienza di acquisto dei clienti in ottica omnicanale.

ZAKEKE: il configuratore 3D per l’e-commerce ultima modifica: 2022-05-19T09:08:00+02:00 da Francesco La Trofa

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